Scicli – Sfratto Giorgio Occhipinti, ancora un rinvio.. Ma quanto deve durare questa telenovela?
Il 77enne: "Io vittima di ingiustizia". Una vicenda tortuosa con con troppi fronti aperti
Ieri a Sampieri si è svolto l’ennesimo atto della telenovela che vede protagonista il 77enne Giorgio Occhipinti, imprenditore agricolo chiamato a cedere la sua proprietà aggiudicata all’asta dall’azienda Trippatore Srl per 495mila euro. Ormai si è perso il conto dei tentativi di esecuzione per un procedimento avviato nel 2017 e lastricato da una serie di vicende paradossali e parallele che lo hanno portato allo stato attuale. Anche l’esecuzione di ieri, alla fine, è stata rinviata e stavolta perché i legali di Occhipinti, Danilo Giannone e Manuela Pepi, hanno contestato la legittimità di rappresentanza legale dell’azienda dopo la morte, avvenuta 10 giorni fa, dell’amministratore delegato Andrea Franchetti (uno dei più noti produttori italiani di vino). L’ufficiale Giudiziario ha rimesso così gli atti al Giudice. L’altro motivo che ha indotto al rinvio riguarda la mancanza di forze dell’ordine in numero adeguato (nonostante i solleciti dell’avvocato dell’Azienda aggiudicataria) per allontanare il gruppetto che, come ormai da consuetudine, presidia il cancello per impedire l’ingresso nella tenuta. La prossima esecuzione, salvo decisioni diverse da parte del Giudice, è prevista per il 20 gennaio 2022. La vicenda è nota per i diversi fronti aperti e le due sentenze emesse dal Tribunale di Ragusa: da una parte il Tribunale ha infatti omologato la pratica di sovraindebitamento attraverso l’accordo con i creditori, ma allo stesso tempo la procedura esecutiva è andata avanti ed il bene è stato venduto all’asta. Da una parte quindi il vecchio proprietario paga le rate del piano (l’ultima lo scorso 3 dicembre ed ha già saldato i debiti con i privati), attraverso la legge definita “salvasuicidi”; dall’altra parte c’è l’acquirente che, asta aggiudicata alla mano, rivendica il diritto di entrare in possesso del bene.
A questi si aggiunge poi un terzo fronte che è quello che poi aveva portato anche al sequestro della tenuta (poi non convalidato). All’inizio di questa storia, infatti, Giorgio Occhipinti denunciò una persone (e oggi la battaglia in tribunale riguarda anche il ruolo di quest’ultima all’interno della “Trippatore Srl”), per estorsione e turbativa d’asta. In sostanza avrebbe detto ad Occhipinti che dietro il pagamento della somma di 15 mila euro, non avrebbe presentato l’offerta. La Procura di Ragusa ha richiesto l’archiviazione del procedimento, ma i colleghi di Catania hanno invece avocato a sè le indagini che, alla fine, hanno portato al giudizio contro la persona denunciata che adesso è formalmente imputata per i reati di estorsione e turbativa d’asta.
Insomma, troppi fronti aperti per un procedimento macchiato sicuramente da paradossi ed è per questo che entrambe le parti si rivolgeranno al Prefetto nella speranza che quella del 20 gennaio possa essere l’ultima puntata di una telenovela che, lo ricordiamo, ha vissuto anche momenti di forti tensioni come quando il nipote dell’uomo minacciò di darsi fuoco dopo essersi cosparso il corpo di benzina. È ora quindi che questa vicenda venga chiarita e se qualcuno ha sbagliato ripari agli errori.