Sciara, i terreni sono a secco
L’acqua nelle dighe c'è, ma la rete di distribuzione è un colabrodo
Ettari di terreno agricolo nel territorio del comune di Sciara, destinati alle colture orticole estive, sono a secco, e l’incalzare delle alte temperature rischia di compromettere il lavoro di tantissimi agricoltori. Un problema che si ripete ogni anno.
Le dighe sono piena d’acqua, ciò che manca è una rete di distribuzione consona al servizio per cui è preposta. Da settimane, inoltre, è già partita la campagna irrigua. Fatto sta che, in molte zone, già dalla fine di giugno i campi sono rimasti a secco. Neanche una goccia d’acqua. A Sciara, in provincia di Palermo, la situazione si presenta difficile, quasi drammatica. I produttori di ortaggi da tempo denunciano una gravissima situazione, che rischia di mettere in ginocchio l’intera economia, fondata principalmente sull’agroalimentare.
All’indice una rete vecchia di trentacinque anni, fatiscente, con perdite d’acqua copiose giornalmente.
“È un problema che si ripete ogni anno e che condiziona fortemente la nostra economia” ha spiegato Giuseppe Fragale, presidente del Consiglio comunale di Sciara. “Il Consorzio di bonifica palermitano non ha fatto la manutenzione invernale – aggiunge – e adesso sta cercando di correre ai ripari. In questa zona, che interessa anche parte dei territori di Cerda e Sciara, non abbiamo avuto acqua per tutto l’inverno per la siccità, con un crollo della produzione di carciofi del 50%. Adesso stanno soffrendo gli orti e fra poco si passerà a piantare broccoli e carciofi. Ma con quali certezze sulla futura distribuzione idrica? Con che coraggio si chiede ai produttori, alla stipula del contratto annuale, un anticipo del 30%? Chiediamo almeno con uno sgravio sulle bollette”.
È di qualche settimana fa l’intervento al Consorzio di bonifica per riparare, dopo ben dieci anni, la vasca di contrada Granato. Si tratta di un problema che si perde nella notte dei tempi, e le perdite di acqua giungono anche dalla zona di Partinico. Buona parte delle condotte sono ancora in cemento amianto, motivo per cui, quando nella rete aumenta la pressione, le riparazioni precedentemente effettuate si rompono nuovamente e si ritorna al punto di partenza. I produttori locali e gli attori in campo chiedono, da tempo, che la Regione si adoperi per sostituire l’intera vecchia rete e risolvere per, una volte per tutte, il problema.
C.L.