Scavi abusivi a Kamarina: fermata banda di tombaroli
Si tratta di quattro soggetti, residenti tra le province di Catania e Ragusa
(11 ottobre 2021 – Scavi abusivi – Kamarina)
Una banda composta da quattro soggetti è stata fermata nella notte tra sabato e domenica dai Carabinieri di Santa Croce Camerina e Ragusa Ibla dopo che avevano saccheggiato alcuni reperti scavando abusivamente nell’area archeologica di Kamarina. Durante un normale servizio notturno di controllo del territorio, coordinato dalla Compagnia di Ragusa, i militari dell’Arma hanno notato l’insolita presenza di un paio di veicoli parcheggiati poco distanti dal sito archeologico del VI secolo a.C.. Data l’ora tarda i Carabinieri si sono insospettiti e si sono appostati nelle vicinanze raggiungendo di soppiatto l’area degli scavi scorgendo quattro uomini intenti a scavare e scandagliare il terreno con dei metal detector. Realizzando cosa stava accadendo i militari hanno approntato quindi dei posti di controllo, cinturando sostanzialmente la zona, e fermando quindi i tombaroli mentre tentavano di avviarsi sulla via di casa. La perquisizione personale e veicolare ha permesso di rinvenire il bottino della nottata consistente in alcune monete antiche e dei piccoli utensili in metallo verosimilmente di epoca greca che sono stati sequestrati unitamente agli strumenti da scavo e ai metal detector utilizzati per il rinvenimento del piccolo tesoro. I quattro soggetti, residenti tra le province di Catania e Ragusa e di cui due con precedenti per ricettazione e altri scavi archeologici clandestini, sono stati denunciati in stato di libertà ai sensi del Codice dei beni culturali e patrimoniali del 2004 e successivamente fotosegnalati presso la caserma di Piazza Caduti di Nassirya. Nei giorni seguenti verranno effettuate ulteriori specifiche perizie sulla refurtiva in collaborazione con il Museo di Kamarina e la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Ragusa per una datazione ed una stima del valore più precise dei reperti recuperati. Il valore puramente economico della refurtiva recuperata non è particolarmente rilevante mentre invece di ben più elevata caratura sono i danni inflitti al contesto archeologico con la sistematica distruzione della stratigrafia del sito.