Ragusa, si rischia il calo del Pil e la chiusura di numerose attività
A dirlo è il presidente provinciale Confcommercio dopo l'ultimo DPCM firmato da Conte
(26 ottobre 2020)
“E’ necessario mantenere la guardia alta nei confronti dell’emergenza sanitaria. Ma la risposta non può essere semplicemente ‘più chiusure’, perché non è sostenibile da parte della nostra realtà territoriale messa alle strette anche sul terreno dell’emergenza economica e in cui la tensione sociale, purtroppo, è destinata a crescere, come testimoniato, tra l’altro, dalle proteste dell’ultimora”. A dirlo è il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, che aggiunge: “Si rischiano, negli Iblei, una caduta del Pil per l’anno in corso ben superiore al 10%, la cessazione dell’attività di decine di imprese e la cancellazione di numerosi posti di lavoro. Servono, invece, più programmazione e più coordinamento per risolvere la crisi evidente di alcune politiche sanitarie e i nodi dei trasporti locali e della scuola”.
E Manenti prosegue: “Sia chiara una cosa. L’osservanza di questi provvedimenti è doverosa e necessaria: la salute è un bene primario. Ma, così come dice il nostro presidente nazionale Carlo Sangalli, la risposta non può essere solo quella delle maggiori chiusure, con provvedimenti ancora più restrittivi rispetto al recente passato. Così si sta decretando la condanna a morte per migliaia di imprese. Questa, tra l’altro, è una scelta disastrosa perché disperazione e rabbia stanno crescendo oltre il livello di guardia”.