Ragusa, stretta alla movida: “penalizzate solo alcune aree”
È la denuncia dell’associazione politico culturale Ragusa in Movimento
(24 ottobre 2020)
“Ci sono aspetti che meritano di essere definiti meglio nell’ordinanza antiCovid emanata dal sindaco di Ragusa e che fa riferimento ai fine settimana, venerdì, sabato e domenica, a partire da ieri”. E’ quanto sottolinea il presidente dell’associazione politico culturale Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, secondo cui, il fatto di vietare lo stazionamento, dalle 21 alle 6 del giorno successivo, in piazza San Giovanni, via Mariannina Coffa, piazza Matteotti nel centro storico superiore di Ragusa e all’interno dell’area del porto turistico di Marina, penalizza, in pratica, soltanto alcune zone, lasciando libere altre in cui, comunque, la concentrazione di persone si teneva già in tempi non sospetti e che, alla luce di tali disposizioni, rischia di vedere aumentare il numero delle presenze.
“Stiamo parlando, infatti – afferma Chiavola – di via Tindari a Marina e di Ibla, a cominciare da piazza Duomo. Nessun provvedimento nei confronti di questi siti mentre ieri sera sono passato da piazza San Giovanni e c’era uno spiegamento straordinario di forze dell’ordine. Perché la discriminazione solo a dispetto delle aree indicate dall’ordinanza? E perché le altre che, pure, hanno tutte le caratteristiche per ospitare la movida, così come già in passato è accaduto, non sono state prese in considerazione? Ci sembra un provvedimento illogico, irrazionale e privo di senso pratico. Infatti, tutti coloro che non troveranno la possibilità di recarsi in quelle zone tradizionali della movida citate dall’ordinanza, si recheranno nelle altre di cui abbiamo già detto. Sia chiaro. Nessuna intenzione, da parte nostra, di portare avanti una crociata contro i giovani o, più in generale, gli animatori della movida. Anzi, riteniamo che bisognerebbe fare il possibile per alleviare il carico di alcuni operatori commerciali della nostra città su cui sta gravando la decisione dell’effettuazione di questa sorta di coprifuoco. Riteniamo che, in questo momento così delicato, se regole devono esserci, devono valere per tutte le aree potenzialmente a rischio della nostra città e non solo per alcune. Ecco perché, secondo noi, si tratta di un provvedimento con un taglio eccessivamente discriminatorio. Occorre rimediare”.