Ragusa, “mercato del lavoro in condizioni deteriorate”
Il calo del numero degli occupati è stato rilevante per la componente femminile, mentre di calo importante si parla per gli autonomi
(18 novembre 2020)
“A causa dell’emergenza sanitaria, nel corso della prima parte dell’anno le condizioni del mercato del lavoro della provincia di Ragusa si sono deteriorate. E, com’era naturale, le ricadute sull’occupazione si sono manifestate in modo marcato nel secondo trimestre. Il numero di occupati si è ridotto del 2,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, in linea, anche se più contenuto, rispetto a quanto accaduto nel resto della Sicilia (-2,5%) ma più intenso rispetto al dato medio italiano (-1,7%). Nello stesso periodo sono diminuite significativamente sia le ore lavorate per addetto sia quelle complessive”.
E’ quanto rileva il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, a proposito della contrazione dei livelli occupazionali che ha interessato anche l’area iblea. “Il tasso di occupazione per la popolazione iblea tra i 15 e i 64 anni è sceso di 0,5 punti percentuali – chiarisce ancora Carasi – mentre abbiamo potuto notare che sulla contrazione dei livelli occupazionali ha inciso la diminuzione del numero degli addetti nel settore dei servizi e in particolare nel comparto degli alberghi e ristoranti. Da sottolineare, altresì, come il calo del numero degli occupati sia stato rilevante per la componente femminile mentre di calo importante si parla per gli autonomi, per i quali sembra essere stato toccato un nuovo minimo storico, sia per i dipendenti. In quest’ultimo caso, la contrazione, più marcata nel secondo trimestre, ha interessato solo i lavoratori a tempo determinato”.
Il segretario generale della Cisl scatta una istantanea della situazione riguardante il mercato del lavoro per evidenziare che “alla luce del semilockdown con cui ci stiamo confrontando – aggiunge – i numeri sono, purtroppo, destinati, in proiezione, a peggiorare. Ecco perché non possiamo più stare a guardare ma è necessario, da parte delle istituzioni, una risposta efficace e duratura, una programmazione strategica che cerchi di garantire i lavoratori per tutta la durata, o buona parte, dell’emergenza. Non bastano solo ristori, non bastano solo i sostegni. Si rende necessario, anche per l’area iblea, attivare un piano complessivo di rilancio dell’economia che ci permetta di recuperare tutte le posizioni che inevitabilmente andranno perse e che, soprattutto, crei da subito le condizioni per assicurare nuovo lavoro non appena questo momento criticocesserà”.