Ragusa, cardiologia da primati al Giovanni Paolo II: impiantato un pacemaker senza fili bicamerale
Si tratta del primo impianto in Sicilia dell’ultima novità tecnologica nel campo della stimolazione artificiale cardiaca
(7 ottobre 2020)
Il 21 settembre 2020 il personale della sala di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione dell’U.O.C. di Cardiologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa, diretta dal dott. Antonino Nicosia, si è distinto nel settore della stimolazione cardiaca permanente. Grazie all’equipe guidata dal dott. Giuseppe Campisi, coadiuvato dalla dott.ssa Giulia Rapisarda e dall’equipe infermieristica, è stato impiantato un Pace-Maker leadless – “senza fili” – bicamerale(MICRA AV Medtronic), delle dimensioni di appena 50 grammi (una monetina!).
Si tratta del primo impianto in Sicilia dell’ultima novità tecnologica nel campo della stimolazione artificiale cardiaca.
Il MICRA AV è un Pace-Maker microscopico – delle dimensioni di un dito mignolo – di ultimissima generazione, “senza fili”, capace di monitorare due camere cardiache – atrio e ventricolo -, evoluzione della scorsa generazione di tipo monocamerale, di cui il Centro vanta già più di 60 impianti.
Il MICRA AV è stato ancorato “dentro il cuore” tramite la via femorale a un paziente con grave infezione del vecchio pacemaker e accessi vascolari impraticabili per l’impianto di un pacemaker di vecchia generazione (a causa di trombosi della vena cava superiore). Essendo il ritmo del paziente DIPENDENTE da una stimolazione con pacemaker, solo dopo l’impianto dell’innovativo pacemaker, si è proceduto all’espianto del vecchio stimolatore infetto posto in addome. Il nuovo Pace-Maker ha un rischio infettivo quasi nullo, proprio perché, essendo senza fili, manca la struttura e il catetere su cui i batteri potrebbero attecchire.
“Un grazie particolare va anche alla Direzione Strategica Aziendale, – dichiara il dr. Nicosia – che, in perfetta sinergia con le esigenze cliniche, ha agevolato in tempi rapidissimi il processo di acquisto del nuovo stimolatore, garantendo l’unica “via di salvezza” per il paziente, al quale anche i cardiochirurghi avevano dato una prognosi infausta”.
(Comunicato stampa)