Raddoppio SS 514: non ci crede più nessuno, ma non è questo il momento di mollare
In conferenza stampa, alla CNA, è stato fatto il punto sul travagliato iter, elencandone le tappe principali. Attualmente il fascicolo giace nei cassetti del NARS
(15 novembre 2018)
Il raddoppio della Ragusa – Catania si farà. L’assessore regionale alle infrastrutture, Marco Falcone, e il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, hanno detto di volere che l’opera venga realizzata e Roberto Sica, Salvatore Ingallinera e Giuseppe Santocono, che il 9 novembre hanno avuto un incontro chiarificatore con l’esponente della giunta Musumeci, a Comiso, questa mattina, nella sede provinciale della CNA, hanno voluto fare una “operazione verità” per smentire alcune notizie circolate negli ultimi giorni e spiegare a che punto è l’iter, e perché la SS 514 è ancora nelle condizioni pessime che tutti conosciamo.
Proprio nel corso dell’incontro con i giornalisti, la Concessionaria Sarc srl, uno dei tre pilastri del project financing insieme a Stato e Regione, ha fatto arrivare una nota per ribadire la sua posizione favorevole all’ammodernamento del tracciato. Nel documento si giudica “valido ed economicamente sostenibile” il proprio progetto, che ha “ricevuto il parere favorevole di tutti gli Enti e Amministrazioni interessate e il consenso di tutti i Governi nazionali e regionali di ogni schieramento politico succedutisi nel corso di questo decennio” oltre ad aver “rispettato tutte le prescrizioni e le richieste avanzate nel corso degli anni”.
La Sarc conclude scrivendo: “Siamo disponibili a collaborare con la Regione e i Comuni interessati per studiare e attuare strumenti che possano sostenere i futuri utenti dell’autostrada Ragusa-Catania. Vorremmo avviare i lavori quanto prima. Per questo, ci auguriamo, come voi cittadini, che il CIPE possa quanto prima approvare il Progetto definitivo e permetterci di aprire i cantieri il più presto possibile”.
Una dichiarazione estremamente chiara, ma che poco o nulla sembra potere contro l’immobilismo della burocrazia, che ha condannato l’arteria all’agonia e molti dei suoi utenti alla morte. Il fascicolo con il progetto esecutivo del raddoppio, che negli anni ha subito molte modifiche, giace attualmente nei cassetti del NARS (il Nucleo di consulenza per l’Attuazione delle linee guida per la Regolazione dei Servizi di pubblica utilità che dal 1996 è l’organismo tecnico di consulenza e supporto alle attività del CIPE) e quando questi lo avrà esitato favorevolmente dovrà passare al MIT, al Mise e alla Corte dei Conti, per arrivare, dulcis in fundo, alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, poiché “la procedura prevede che sarà cura e obbligo del Concessionario redigere e consegnare, entro 4-5 mesi, al Ministero delle Infrastrutture (MIT) il progetto esecutivo e dare finalmente inizio ai lavori, che dovranno concludersi entro i successivi 43 mesi per iniziare la gestione, ad oggi prevista per 35 anni”.
Insomma, di apertura di cantiere nel breve e medio termine non se ne parla nemmeno. Le uniche cose che vanno avanti sono le chiacchiere e le passerelle politiche, come dal 2003 (l’anno della famosa marcia lenta per protesta) ad oggi. Nel frattempo, ci ricordano Santocono, Sica e Ingallinera, “si sono succeduti 10 Presidenti del Consiglio, 11 Ministri per le Infrastrutture e un numero imprecisato di sottosegretari e funzionari. Tutti ci hanno sempre rassicurato sulla volontà di vedere realizzata questa fondamentale infrastruttura, ma siamo ancora qui a parlare di un’opera – chimera. E’ più che legittimo, dunque, il dubbio che tutti i cittadini hanno, e cioè che di questa strada, in realtà, non importi niente a nessuno”.
Nonostante la comprensibile amarezza, che trapela anche da frasi del tipo “ci hanno rubato il futuro e adesso lo stanno rubando pure ai nostri figli”, la CNA e il Comitato ristretto per la Ragusa – Catania, fanno sapere di voler essere ottimisti: “Velocizzare merci e persone è la priorità, per far si che la provincia di Ragusa torni competitiva come un tempo e per avere strade sicure, non quelle di oggi che, a livello regionale, ci pongono al primo posto per tasso di mortalità, in rapporto alla popolazione. Al punto in cui siamo, e dopo tanti anni, ormai è una questione di principio. Vogliamo combattere, e non escludiamo una protesta permanente per mantenere alto il livello di attenzione nei confronti di quelli che dovrebbero essere gli ultimi passaggi burocratici, dato che i soldi ci sono. Siamo preoccupati, però, per l’imminente scadenza del Parlamento Europeo, che ci farà entrare di nuovo in campagna elettorale distogliendo l’attenzione dal problema, mentre qualche politico sicuramente riciclerà la 514 per il suo programma. Per questo vorremmo che stavolta, al nostro fianco, ci fossero i cittadini, gli studenti, i commercianti, la cui voce finora è mancata”.
Una simbolica chiamata alle armi, dunque, per far si che a Roma la più ampia e celeberrima “Questione Meridionale”, di cui il gap infrastrutturale è una conseguenza, venga davvero messo nell’agenda del Governo.
La conferenza di questa mattina è stata l’occasione per riepilogare alcuni dei passi salienti del lunghissimo iter progettuale. Eccoli:
- 8 novembre 2006: nel corso di una riunione alla Regione Sicilia, viene fatto rilevare che l’unico modo per avere l’infrastruttura entro 3 anni è il project financing
- 28 dicembre 2006: viene firmato l’Accordo di Programma Quadro tra Regione, MIT e Anas in cui è previsto “che si possa valutare congiuntamente la fattibilità del nuovo intervento mediante cofinanziamento da parte di un soggetto privato e conseguente tariffazione dell’intervento”
- 4 luglio 2007: Anas indice la gara per l’affidamento in concessione mediante Finanza di Progetto
- 7 novembre 2014: viene firmata la convenzione di concessione tra SARC srl e MIT che, però, acquista efficacia solo due anni più tardi, il 30 agosto 2016
- 13 febbraio 2017: Sarc deposita il progetto definitivo, che definitivo però non è perché verrà ulteriormente aggiornato a dicembre 2017 e finalmente consegnato al MIT
- 2 febbraio 2018: il MIT, contrariamente a quanto previsto, decide di sottoporre il progetto definitivo al parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, al quale chiede anche una valutazione sulla sostenibilità finanziaria, in attesa del parere del Ministero dell’Economia (MEF)
- 26 settembre 2018: il NARS comunica al Concessionario l’avvio della propria istruttoria convocando tutti i soggetti interessati per il 10 ottobre, nella sede di Roma.
“Dopo l’incontro con l’assessore Falcone di giorno 9 e quello con il Ministro Lezzi del 31 ottobre – hanno concluso Santocono, Sica e Ingallinera – siamo fiduciosi. Fermarsi adesso sarebbe impensabile, e abbiamo già richiesto un incontro con il Ministro Toninelli visto che oggi ci sono tutti gli elementi di fatto e di diritto per il passaggio al CIPE”.
Valentina Frasca