Omicidio Greco, la ricostruzione dei fatti: scene da Far West
I due restano in carcere: sparavano contro tutto e tutti
Le indagini relative all’omicidio di Sebastiano Greco, avvenuto il 10 ottobre a Lentini, quando due soggetti con volto parzialmente travisato lo hanno freddato esplodendo numerosi colpi di arma da fuoco al suo indirizzo di fronte ad una panetteria in pieno centro, fuggendo poi in modo rocambolesco e continuando a sparare all’indirizzo di chiunque non collaborasse con loro, hanno avuto un’ulteriore esito ieri. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Siracusa, della Compagnia di Augusta e della Stazione di Lentini hanno infatti notificato ad entrambi i soggetti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, dottor Andrea Migneco.
Entrambi già detenuti, Bosco Shasa Antony, nel pomeriggio del giorno stesso dell’omicidio, ed il secondo nella serata del 14 ottobre dopo alcuni giorni di fuga, sono accusati di essere gli autori del grave fatto di sangue, sul quale sono ancora in corso indagini volte in particolare a chiarirne il movente.
I militari, sulla base di un’articolata ed incessante attività di indagine avviata nell’immediatezza dei fatti in piena intesa con la Procura della Repubblica, sotto la direzione del Sostituto Procuratore, Donata Costa, sono riusciti a raccogliere una serie di elementi indiziari che in modo chiaro e preciso hanno portato alla completa ricostruzione della vicenda ed all’individuazione dei due soggetti.
La ricostruzione dei fatti
In particolare, secondo quanto emerso durante le indagini, i due incontratisi di buon’ora la mattina del 10 ottobre, in sella ad un motorino si sono recati nel centro di Lentini dove, di fronte ad una panetteria di Via Delle Grazie, hanno atteso l’arrivo di Greco, con il quale hanno poi iniziato una discussione. Il contenuto del diverbio è ancora non chiaro; tuttavia si è appurato che all’improvviso Milone ha estratto una mitraglietta ed ha colpito ripetutamente Greco alle gambe, cagionandogli ferite tanto gravi da causarne la morte.
I due malviventi si sono poi repentinamente allontanati cercando riparo presso l’esercizio commerciale di un loro conoscente, al quale si sono rivolti chiedendo con una scusa di accompagnarli altrove. Entrati in macchina, però, il loro ignaro amico ha intuito che la situazione era scottante e li ha invitati a scendere, suscitando ancora una volta l’ira di Milone, che per vendicarsi del mancato aiuto, ha sparato anche al suo indirizzo, fortunatamente senza attingerlo mortalmente. La folle fuga dei due assalitori è poi proseguita a piedi, con il Milone che ancora una volta, per cercare un mezzo di fuga, ha rapinato una persona anziana della sua vettura, con la quale però, forse a causa dell’agitazione, è andato a collidere contro un muro, dileguandosi poi a piedi.
Ai fatti è seguita dopo poche ore la cattura di Bosco, cui i Carabinieri hanno notificato il fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura aretusea la sera stessa dell’omicidio. Milone invece ha tentato di sottrarsi alla cattura, dovendo tuttavia cedere quattro giorni dopo alla pressione delle Forze di Polizia intervenute nell’immediatezza, senza mai interrompere le sue ricerche ed all’appello a consegnarsi del Procuratore Sabrina Gambimo. Il soggetto presentava su di sé ancora i segni, non gravi, dell’incidente automobilistico in cui era incappato la mattina del delitto. Anch’egli, sottoposto a fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Procura, è stato nell’immediatezza condotto presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza, dove tuttora permane