Notte al gelo per gli sfollati, e la terra ai piedi dell’Etna continua a tremare
Diverse le scosse nella notte. La più forte, di magnitudo 3.5, è stata registrata dall'INGV alle 5:10, con epicentro a 7 km da Ragalna
(4 gennaio 2019)
Emergenze su emergenze. E’ stata una notte particolarmente difficile in Sicilia alle prese, da un lato, con l’ondata di gelo, e dall’altra con le nuove scosse causate dall’Etna. La più forte, di magnitudo 3.5, è stata registrata dall’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia alle 5:10, con epicentro a 7 km da Ragalna. Il terremoto è stato avvertito anche a Santa Maria di Licodia e a Biancavilla. Altre sette scosse hanno avuto, invece, una magnitudo compresa tra 2.3 e 3.0. E mentre la terra continua a tremare, i sindaci iniziano a mostrare segni di insofferenza, in primis quelli di Santa Venerina, Salvo Greco, di Acireale, Stefano Alì, e di Aci Catena, Nello Oliveri.
Il timore è che accada per le loro zone quello che è già successo in altre località terremotate, ossia che dopo le passerelle si spengano i riflettori e per assistere la popolazione, ma soprattutto per ricostruire, ci si impantani nelle maglie della burocrazia. Qualcuno, infatti, fa notare come i volontari richiesti non siano mai arrivati, e la popolazione locale alla fine abbia fatto tutto da sé, senza scoraggiarsi e trovando di volta in volta le migliori soluzioni.
Commissario per la gestione dell’emergenza è Calogero Foti, agrigentino classe 1955 che, dal 2001 ad oggi, ha svolto vari incarichi presso il Dipartimento di Protezione Civile. Ma la prima cosa da fare è attendere le verifiche da parte dei funzionari, ai quali spetta il compito di redigere la scheda Aedes che certifica l’inagibilità della casa. Senza questo passaggio propedeutico non si può andare avanti. Ed intanto gli sfollati continuano a trovare riparo nelle palestre, nei palazzetti e negli hotel, e il freddo intenso di questi giorni, con la neve che sta imbiancando buona parte dei paesi etnei, non rende le cose più semplici.
Valentina Frasca
