Modica, la strage di alberi avvelenati e l’appello accorato: sono di tutti, chi non li difende rinuncia alla vita
Nella giornata mondiale dedicata, Corrado Rizzone, agronomo, invita tutti ad abbracciare la ‘prospettiva della Terra’ e a fare un gesto concreto in difesa degli esseri viventi vegetali che non sono di qualcuno, ma di tutti
(22 aprile 2020)
Nella ricorrenza della ‘giornata mondiale della Terra, Corrado Rizzone, agronomo e attivista in difesa della natura e dell’ambiente, rivolge un appello perché ciascuno passi subito a … vivere la propria seconda vita che, come disse Confucio, inizia quando ci rendiamo conto di averne una sola.
Nell’esperienza di Corrado Rizzone la drammatica vicenda della battaglia a difesa del paesaggio, dell’ambiente e degli alberi in contrada Zimmardo. Rizzone infatti guida il Comitato per la salvaguardia e la tutela della salute pubblica e dell’ambiente che si batte contro l’insediamento nella zona di un impianto industriale ad alto impatto inquinante. E durante questa battaglia ha dovuto assistere impotente all’avvelenamento sistematico di alberi di grande pregio nella sua proprietà e nella zona. Alberi – precisa – che difendo sempre, non solo quando sono miei. Ma poi gli alberi sono di qualcuno o, piuttosto, sono o dovrebbero essere, di tutti? Ecco di seguito la sua lettera-appello.
“Il 22 aprile ricorre come ogni anno la giornata mondiale della Terra; si celebra la terra e la salvaguardia del Creato.
Quest’anno, considerato tutto quello che sta accedendo nel mondo, in occasione appunto di questa ricorrenza, vorrei invitarvi ad una iniziativa, ma soprattutto ad una nuova prospettiva, una nuova visione del mondo: la prospettiva della Terra, che poi è o dovrebbe essere anche la nostra “Weltanschauung” quotidiana.
Non mi piace fare il teorico, e quindi parto dalla mia esperienza personale e cioè dall’avvelenamento di tutti i miei alberi e dai continui attacchi al territorio da parte di interessi illeciti e criminali a cui mi è dato di assistere. Mi sono sempre battuto con uguale energia sia quando era aggredita la mia “proprietà”, che quando era aggredita quella degli altri o quella di tutti (che, ricordiamolo, non vuol dire che è “di nessuno”).
Io agisco in questo modo perché, in base alla prospettiva che vi invito a abbracciare (la prospettiva della Terra), non c’è proprio nessuna differenza tra “un albero” e “il mio albero” (il concetto è estensibile, e deve esserlo, a tutti gli esseri viventi).
Molti dei “miei” alberi erano qui prima che io venissi al mondo e forse alcuni (molto pochi purtroppo, nonostante i miei sforzi) ci resteranno quando io l’avrò lasciato. E quando io curo e proteggo questi alberi (come faccio con quelli degli altri) ho la perfetta coscienza che sto compiendo un atto che travalica il mio interesse personale ed assume un senso molto più alto, quello di tutela del Mondo, del Creato e cioè della sua Anima. Se non avessi questa visione, avrei ceduto da tempo a ricatti e pressioni e probabilmente ora vivrei molto più tranquillo, ma di certo non in pace con la mia Coscienza!
Ecco, questo concetto che solo la “proprietà esclusiva” sugli altri esseri viventi giustifica gli sforzi per tutelarli o meno, va superato, e non per ragioni ideologiche od economiche, ma perché è la Terra stessa che ce lo chiede. Se non ci ergiamo Noi a Difensori del Creato che ci è stato affidato e di cui facciamo indissolubilmente parte, chi lo farà? A chi può rivolgersi il genitore (la Terra) se non ai propri figli?
Abbiamo ormai un impatto sul pianeta Terra che esige enorme responsabilità ed il coraggio di riconoscere tutti, a fondamento del nostro essere, l’assioma che “la Vita va protetta”. Quando abbracciamo questa prospettiva, vediamo subito che la Vita non è più un concetto astratto, ma esperienza quotidiana, tangibile, linfa che scorre nei viventi, è la Natura stessa che ci circonda e si mostra; che si rivela a noi in forma oggettiva in questa dimensione terrena che siamo “chiamati” a percorrere.
La Natura è contemporaneamente il sistema di tutti gli esseri che la popolano (noi compresi) ed è anche ogni singola componente di questo sistema, come l’albero, che in questo senso non è più di nessuno, perché è di se stesso ed è di tutti. Noi siamo alberi, fiori, frutti, api, aria, terra, fuoco! Noi siamo il Mondo e la sua Anima cosciente.
Ogni volta che non proteggiamo la natura tutta, soltanto perché non è nostra, allora stiamo rinunciando alla vita, presente, passata e futura; non riusciamo a guardare al di là del nostro singolo passo, del “nostro? orticello”. E abbiamo smarrito la prospettiva della Terra che non è altro che il senso della vita.
Abbracciamo quindi la prospettiva della Terra, acquisiremo una nuova visione del mondo e vedremo diventare importanti tutti gli elementi che compongono la Natura, fino ad ogni singola foglia che, come dice il poeta Tagore, “è lo sforzo senza fine della terra di comunicare con il cielo” e che non è dissimile dal nostro anelito a rivolgerci al Creatore.
Ecco perché vi invito in occasione del 22 aprile di quest’anno a fare un gesto simbolico e ad esporre una foto della Natura che ci circonda e che soffre, violentata dal suo stesso figlio.
Ecco perché vi invito a condividere la foto “Alberi avvelenati dalla mafia”, perché è questo il senso: denunciare uno dei peggiori crimini che si possano fare all’anima del mondo … avvelenare la vita degli esseri viventi.
Considerato che nulla sarà come prima (in senso positivo), accogliamo tutto questo come una opportunità che ci viene data per una nuova visione del nostro cammino di esseri coscienti nell’universo, sapendo da adesso che, come disse Confucio: “Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una”, come la Nostra Madre Terra, Anima mundi!”