Minori, “occorrono nuovi patti educativi”
Il distanziamento socio-relazionale ha prodotto una brusca deviazione dell’autentica relazione educativa, con effetti devastanti soprattutto per i minori
(28 gennaio 2021)
“L’emergenza che stiamo vivendo nel nostro Paese continua incessantemente a incidere in modo trasversale sulla dispersione del capitale minorile, dilatando fenomeni di svantaggio e vulnerabilità che possono degenerare fino a scelte estreme”. A dirlo è Lorena Galesi, vicepresidente dell’ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani), Regione Sicilia. “La capacità del sistema scolastico – continua Lorena Galesi – fatica in questa deviazione di percorso cercando di ricostruire strumenti organizzativi, didattici e metodologici, funzionali per i propri studenti. E’ evidente che tutto questo non basta, emerge la necessità di nuovi patti educativi di comunità tra Scuola, Famiglia, Enti Locali, Associazioni, Centri di aggregazione per garantire un sistema formativo integrato utile a generare una nuova identità al processo educativo. Occorre intervenire tempestivamente attraverso metodi, strategie di ascolto e tecniche compensative per svincolare ciascun Minore dallo stato di “learned helplessness” che determina passività e alienazione. Il distanziamento socio-relazionale ha prodotto una brusca deviazione dell’autentica relazione educativa, con effetti devastanti soprattutto per i minori con bisogni educativi speciali che appaiono come le vittime silenziose di questo difficile momento storico. La povertà educativa rappresenta un fenomeno multidimensionale che impedisce il regolare processo di crescita e di formazione di bambini e adolescenti a rischio “depersonalizzazione” che si ripercuote negativamente sulla loro vision relativa al costrutto valoriale del proprio contesto di appartenenza. I nuovi orientamenti pedagogici nel rispetto del Programma “Child Guarantee” i principi generali espressi dalla “Convention on the Rights of the Child – CRC “ in risposta agli obiettivi art. 1 dell’Agenda di sviluppo sostenibile 2030 sollecitano la programmazione di interventi e servizi educativi e sociali coerenti e funzionali, ancorati da una fitta rete territoriale a sostegno del Minore”.
Continua: “Gli indicatori di miglioramento della politica educativa e sociale sia a livello Nazionale che Regionale e Locale non possono prescindere dall’investimento sull’infanzia e sull’’adolescenza , il contrasto del fallimento formativo e della dispersione scolastica ,il sostegno intergenerazionale tra adulti e minori, la lotta alle diseguaglianze alimentate e amplificate dalla povertà economica e sociale emergente e latente, soprattutto nelle aree geografiche a rischio marginalità. L’attuale complessità – conclude la vicepresidente di Anpe Sicilia – ha imposto l’esigenza di una ricostruzione di processi di sostenibilità socio-educativa in ambito minorile, familiare, scolastico e comunitario, attivando processi di empowerment personale, individuando il bene comune relazionale come indicatore assoluto di significativi processi di cittadinanza attiva e di inclusione sociale”.
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