L’Europa di Innocenzo Leontini: “A Bruxelles e Strasburgo, per difendere la mia terra”
Intervista al parlamentare ispicese, subentrato a Salvo Pogliese per l'ultimo scorcio di legislatura
48.189 preferenze: tante erano state quelle che Innocenzo Leontini aveva raccolto nelle Elezioni Europee del maggio 2014, quando si era candidato con Forza Italia nella Circoscrizione Italia Insulare.
In Provincia di Ragusa 6259 elettori si erano affidati a lui, facendone il candidato più votato in terra iblea. Un ottimo risultato, che però non era bastato per farlo volare a Strasburgo. A cambiare le carte in tavola ci hanno pensato le ultime elezioni amministrative che hanno eletto Salvo Pogliese Sindaco di Catania. Quest’ultimo ha così lasciato l’incarico europeo al primo dei non eletti, Gianfranco Miccichè, attuale Presidente dell’ARS, che, per incompatibilità, ha dovuto rinunciare. Così, dal 20 agosto 2018, l’On. Innocenzo Leontini è Eurodeputato, sebbene per l’ultimo scorcio di legislatura.
Leontini, una laurea in Scienze Politiche e una lunga esperienza amministrativa a vari livelli, dal Comune all’ex Provincia, passando per la Regione, che lo ha visto nel ruolo di deputato e assessore, alla Sanità prima e all’Agricoltura e Foreste poi, l’Europa l’aveva già raggiunta nell’estate di dieci anni fa, subentrando a Francesco Musotto, ma alla fine le aveva preferito Palermo. Adesso il grande ritorno.
On. Leontini, a settembre l’insediamento, al termine di una pausa dal mondo politico. Cosa ha fatto negli ultimi anni? E cosa rappresenta per lei questo importante incarico?
Dalle elezioni europee sono trascorsi quattro anni, durante i quali mi sono dedicato alla famiglia, allo studio e al lavoro. Sono diventato padre di una splendida bambina ed ho insegnato Letteratura Italiana in un Corso di Laurea universitario. A Bruxelles e a Strasburgo sto lavorando per individuare programmi e risorse per il territorio. Nel contempo, vedrò, ricucendo il tessuto, quali possibilità esistono per un prosieguo di questa esperienza, che si svolge purtroppo nell’anno finale della legislatura.
Infatti, iI Parlamento Europeo sarà presto chiamato alle elezioni, ma intanto il lavoro da fare non manca. Le priorità alle quali intende dare risalto?
Tra gli impegni più urgenti si inseriscono le misure per l’agricoltura, specie nella definizione della nuova PAC (Politica Agricola Comune), il rinvenimento di risorse per l’aeroporto di Comiso, per la valorizzazione del nostro patrimonio rupestre e storico monumentale, anche a fini turistici, la revisione del regolamento di Dublino e la corretta gestione dei flussi migratori, con relativo sostegno dei territori d’accoglienza.
Tutela del made in Italy e dei prodotti siciliani: l’Europa spesso viene accusata di essere indifferente a noi e di preferire altri territori. E’ così?
Nel passato, anche recente, l’Europa si è dimostrata insensibile ed estranea alla valorizzazione dei prodotti locali. Da Assessore Regionale all’Agricoltura mi sono spesso trovato a contrastare una tendenza dell’UE alle complicazioni burocratiche, all’imposizione di norme astratte e alla definizione di rapporti commerciali con paesi terzi, a detrimento delle nostre produzioni. Da qualche tempo matura un atteggiamento diverso, che sarà mio compito incoraggiare e promuovere. Di recente, ad esempio, sono state approvate nel Parlamento Europeo importanti norme anti dumping, finalizzate a contrastare con l’applicazione di cospicui dazi, gli ingressi negli stati membri di prodotti sottocosto e volte a combattere le cosiddette pratiche commerciali sleali.
Tra le interrogazioni da lei presentate alla Commissione Europea c’è anche quella per sapere con quali soluzioni essa intenda supportare lo sviluppo dell’aeroporto di Comiso. Quali le risposte?
La risposta della Commissione si attende per i prossimi giorni e sarà da me immediatamente divulgata, anche attraverso il mio sito.
Immigrazione e asilo: di recente lei è intervenuto sull’argomento, in occasione della discussione sulla revisione del SIS. Da anni, però, quello che si rimprovera all’Europa è proprio il silenzio sulla questione migranti. A Strasburgo hanno realmente la percezione dell’entità del problema in Sicilia?
E’ ancora diffusa, purtroppo, la tendenza di alcuni paesi a lasciare privi di una congrua collaborazione i paesi come il nostro, con territori molto estesi esposti alle più imponenti ondate di ingressi di immigrati. Nel Parlamento Europeo sono comunque state approvate, sul versante della sicurezza, delle norme che mirano a rendere più omogenei i comportamenti giudiziari e più efficaci i provvedimenti di rimpatrio degli immigrati illegali. Inoltre è stata istituita una Guardia Costiera e di frontiera Comune, che dovrà essere potenziata nel prossimo bilancio.
Ora legale e sigle dei carburanti: al di là dell’ironia sui social, un’altra cosa che viene spesso criticata a questa Europa è di preoccuparsi delle cose futili, senza pensare alle vere emergenze della collettività. Lei cosa ne pensa?
La mia breve esperienza mi induce a ritenere che non sia così. In due mesi ho incontrato provvedimenti di grande importanza: le norme sui diritti d’autore, la nuova disciplina comune del congelamento e della confisca dei beni provenienti da attività criminali e terroristiche, la difesa dei nostri prodotti dalle piraterie della globalizzazione, e molte altre. Norme fondamentali per il futuro della civiltà dell’Europa e dei popoli che la compongono.
Per finire, in sintesi: è un’Europa dei popoli o delle banche?
Se con l’espressione “Europa dei popoli” si intende un’Europa organizzata in modo che siano i popoli a decidere, o meglio le loro rappresentanze parlamentari o governative, è quello che avviene adesso. Certo, quella europea è una strana democrazia. Il Parlamento, regolarmente eletto, conta poco. A decidere sono i capi di governo, eletti dai parlamenti nazionali. L’Europa dei popoli, cioè un’Europa con un parlamento eletto che nomina un governo che governa, si potrà avere solo attraverso la condivisione della sovranità dei singoli stati. Peraltro, quelli che spesso chiedono l’Europa dei popoli sono anche quelli che si oppongono a cedere sovranità a un’istituzione sovranazionale.
Valentina Frasca