Ingannavano e derubavano le anziane, arrestate dalla Polizia due giovani siracusane
Si fingevano medici dell’A.S.P. che dovevano effettuare visite ai fini pensionistici. La Polizia raccomanda di prestare sempre la massima attenzione e di chiamare il 112 se si hanno dei dubbi sull'identità di qualcuno
(29 novembre 2018)
Esistono molte tipologie di reato, ma quelle perpetrate ai danni dei soggetti più deboli, bambini e anziani, sono senz’altro le più odiose. Esigono una notevole dose di sangue freddo e non un briciolo di umanità. Esattamente come nel caso delle due giovani donne arrestate stanotte dalla Polizia di Ragusa, e accusate di aver truffato e derubato un numero ancora imprecisato di anziane. Si tratta delle siracusane Giuseppina Fiaschè e Veronica Crescimone, 19 e 29 anni, accusate di furti aggravati commessi ai danni di donne anziane, con l’ulteriore aggravante di essersi finte Pubblici Ufficiali dell’ASP. Le due, infatti, si recavano a casa delle vittime, dicendo di essere medici che dovevano effettuare visite ai fini pensionistici. Entrambe hanno numerosi precedenti penali dello stesso tipo.
Fondamentali, per arrivare alla loro individuazione, sono stati il sopralluogo della Polizia Scientifica, che ha rilevato un’impronta su un quaderno lasciato dalle due complici, e l’analisi delle immagini di videosorveglianza effettuata dalla Squadra Mobile. Numerose le vittime accertate a Ragusa e provincia, e il timore è che sia solo la punta dell’iceberg, perché in questi casi molti non denunciano per vergogna. Per questo, la Squadra Mobile invita eventuali ulteriori vittime a raccontare i fatti subiti, e a prestare la massima attenzione quando qualcuno bussa alla porta di casa.
I furti hanno iniziato ad essere consumati in primavera, e ad insospettire la Polizia è stato il fatto che presentassero tutti lo stesso modus operandi. Le vittime narravano di aver ricevuto visite in casa da parte di una o due donne che si presentavano come dottoresse dell’ASP e che dovevano effettuare una visita medica per la pensione e l’esenzione dal pagamento del ticket. Le anziane signore, frastornate dalle tante parole di queste due donne apparentemente distinte, si fidavano e le facevano entrare. Una volta all’interno dell’abitazione le complici procedevano ad effettuare un’anamnesi, facendo finta di appuntare il tutto su un fantomatico libretto sanitario che avrebbero rilasciato al termine. Dovendo, quindi, procedere alla visita, invitavano le vittime ad andare in bagno e a spogliarsi togliendo ogni oggetto in oro, comprese le fedi nuziali. Questa momentanea assenza permetteva loro di rubare, ma quando non trovavano nulla aspettavano il ritorno delle vittime per farsi consegnare il denaro con la scusa di dover pagare alcune somme per ottenere il rimborso delle spese mediche.
Le indagini sono state complesse, ma grazie alla collaborazione di tre anziane, si è riusciti a far luce su altrettanti furti. Dato che le due giovani fingevano di compilare un libretto sanitario, poi rivelatosi un normale quaderno, gli investigatori hanno richiesto l’intervento della Polizia Scientifica, che ha rilevato un’impronta palmare su uno di questi, lasciato in casa di una vittima. Da quell’impronta si è risaliti all’identità di una delle complici, ma a quel punto la Polizia voleva individuare anche l’altra donna, pertanto ha dato avvio all’analisi delle immagini degli impianti di video sorveglianza, da cui è emerso che le due complici “agganciavano” le vittime quando erano ancora fuori casa, “accompagnandole gentilmente” da uffici postali e farmacie. Dalle indagini è stato possibile risalire anche alla Fiat Panda bianca utilizzata per raggiungere la provincia di Ragusa e per fuggire subito dopo.
Al termine delle indagini, tutte le prove sono state consegnate alla Procura della Repubblica di Ragusa, che ha valutato positivamente quanto raccolto dalla Squadra Mobile richiedendo ed ottenendo la misura cautelare a carico di Fiaschè e Crescimone. Così, la scorsa notte, 10 uomini della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Ragusa si sono recati a Siracusa, nelle case delle due donne, per eseguire le misure cautelari disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari. Crescimone si trova rinchiusa nel carcere di Piazza Lanza, a Catania, Fischè è ai domiciliari. Saranno interrogate, come prevede la legge, entro 5 giorni, ma al momento non si sa ancora quando.
Valentina Frasca