Indietro nel tempo con “L’urtima spagghiata”: la terra degli avi tra le pagine di Giovanni Distefano
La presentazione a Palazzo Cocuzza, nel cuore di Monterosso Almo
E’ stato il taglio del nastro tricolore a sancire l’inizio ufficiale di una suggestiva serata, a Palazzo Cocuzza, nel cuore di Monterosso Almo. Il sindaco Salvatore Pagano e l’editore Giuseppe Angelica hanno affiancato Giovanni Distefano nella presentazione del suo libro “L’urtima spagghiata”, un testo di 400 pagine circa che ci riporta indietro nel tempo per narrarci le vicende degli ultimi, protagonisti invisibili di una storia tutta siciliana vissuta nei campi, sotto il sole, per pochi spiccioli, prima di tornare a casa, dalla moglie e da quei figli ai quali, nonostante tutto, non si faceva mai mancare un piccolo dono: “o nà nuci, o nà n’zalora, o na miennila i scacciari”.
Giovanni Distefano, visibilmente emozionato, ha voluto raccontare le sensazioni che ha provato nel mettere su carta una così ricca storia. Emozioni visibili anche sul suo viso, sul palco, e che si sono fatte ancora più tangibili nel momento del ricordo dell’amico Totò Stella, che lo ha aiutato passo dopo passo in questo lavoro, e di tutte le figure conosciute personalmente e ormai scomparse per le quali ha chiesto un minuto di silenzio. (Guarda l’intervista)
“Leggendo il libro, la prima cosa che si prova è la grande e immensa nostalgia del passato, come direbbe qualcun altro, dei nostri migliori anni” scrive nella sua recensione il dottor Santi Benincasa, che aggiunge: “fa tornare alla mente dei lettori un passato coinvolgente che si rischia di dimenticare”. (Guarda l’intervista)
“E’ un documento storico, la memoria di quella che è stata la vita del contadino nelle nostre campagne fino a qualche anno fa, dalla prima aratura del terreno, fino al raccolto del prodotto finale” il commento di Rosario Marzo, che sottolinea come dietro queste pagine ci sia “un’appassionata e minuziosa ricerca”. (Guarda l’intervista)
Accanto alle storie e alle poesie dell’autore, arricchiscono l’opera circa 400 foto che ci mostrano, per dirla con le parole della recensione del sindaco di Monterosso Almo, “un mondo materiale e spirituale che non c’è più. Il mondo dei nostri nonni, dei nostri padri” dove “lo Stato è sullo sfondo ed è percepito il più delle volte come estraneo alla vita reale dei cittadini, in alcuni casi come nemico, quasi sempre indifferente”. Insomma, un mondo non molto diverso da quello attuale in “una cartolina inviata alle nuove generazioni che viene dal passato”. Molte di queste foto fino all’8 settembre saranno in mostra a Palazzo Cocuzza.
Tra i relatori, a cogliere l’essenza del testo e a trasmetterla alle centinaia di persone intervenute e che si sono intrattenute fino a tarda serata, è stata la professoressa Rita Cultrera che ha evidenziato l’importanza delle figure corali ( u jurnataru, u campieri, i mesalori, gli annalori) e che, nella sua ricca disamina, si è spinta fino ad un parallelismo con Esiodo, definendo “L’urtima spagghiata” “un volume che ha valore testamentario, popolato da figure che vedono e capiscono che un ciclo si sta per chiudere e non possono far altro che affidarsi a Dio”.
Ha portato il suo saluto alla platea e agli amici Giovanni Di Stefano e Giuseppe Angelica anche il parlamentare regionale di Forza Italia, Orazio Ragusa, che, nel suo intervento, ha voluto evidenziare la generosità di due uomini che non chiedono mai nulla per sé, ma sempre e solo per la città, per il territorio. (Guarda l’intervista)
Il volume, pubblicato da Edizioni G.A., sarà presto disponibile sul portale Ialmo.it e sono stati già avviati i contatti con le biblioteche comunali perché, è stato detto dal dottor Giuseppe Angelica, “è un libro che merita di essere collocato oltre i confini provinciali. “Sono stati sei mesi di grande lavoro – ha concluso – ma abbiamo creato un prodotto di cui andare fieri”.
Valentina Frasca