Incendio Calaforno: “noi operatori economici in grande difficoltà”
L’on. Orazio Ragusa ha contattato gli operatori e li ha incontrati in due riunioni
(22 settembre 2021 – Incendio Calaforno)
Riportiamo la nota del Comitato di cittadini e titolari di aziende agricole letteralmente “scottati” dall’incendio di Calaforno dello scorso 11 agosto.
“Di infezioni virali senza adeguate terapie, come abbiamo avuto modo di scoprire sulla nostra pelle, si muore. Il riferimento specifico è all’incendio che l’undici agosto ha distrutto diverse aree forestali fra le quali il parco e l’area attrezzata di Calaforno. Ad oggi in molti hanno manifestato intenzioni, iniziative e buoni propositi per favorire la rinascita delle aree devastate, ma ben pochi hanno rivolto lo sguardo verso chi, avendo le proprie attività produttive e i propri allevamenti nelle zone immediatamente limitrofe alle aree in questione, ha visto i sacrifici di una vita, se non di più generazioni, svanire in un attimo. Anche se, a dire il vero qualcuno che si è ricordato di queste imprese effettivamente c’è: lo ha fatto l’on. Orazio Ragusa, contattando gli operatori ed incontrandoli in due riunioni, la prima direttamente nelle aree limitrofe al Parco di Calaforno, visionando parte dei danni, prendendo atto delle perdite di capi di bestiame, foraggio, raccolti, recinzioni ecc., e diventando portavoce degli operatori nelle sedi istituzionali preposte. Nella seconda riunione, svoltasi il 17 settembre alla presenza del dirigente dell’Ispettorato Forestale e dell’on. Ragusa, allevatori, coltivatori diretti e operatori economici che hanno subito danni e che sono destinatari di ristori, si rendono conto che devono prima scontrarsi con un muro di gomma.
Difficoltà per le pratiche da presentare, per poter ottenere i ristori, per quantificare i danni, per capire se si ha diritto o meno ai ristori, anche per le recinzioni… Un esempio? Per rifare le recinzioni dell’ente forestale, occorre trovare fondi regionali, bandire gare, aggiudicarle, sperare che non ci siano ricorsi, aspettare che le ditte aggiudicatarie si procurino reti e paletti, verificare che il prezzo sia conforme ai prezziari regionali (dimenticando che il prezzo della materia prima è letteralmente duplicato), trovare personale che si adoperi, dopo tutta la trafila di rito, a svolgere finalmente questo compito. E intanto il tempo corre, gli allevamenti privi di recinzioni non sono in sicurezza, i futuri raccolti sono andati distrutti, ed è qui che l’ignavia dovrebbe lasciare spazio alla buona politica, quella svolta fra la gente e per la gente.
È questo che la gente per bene che lavora chiede alla politica: occorre lasciare da parte la “soloneria” e darsi da fare per aiutare la povera gente, snellendo tutte le procedure burocratiche ed operando in regime di somma urgenza. Ringraziamo l’ispettorato all’Agricoltura nella persona del dottor Francesco Azzaro e il dottor Tullio Serges, responsabile dell’azienda demanio foreste, entrambi alla guida degli enti citati. E auspichiamo che possano arrivare al più presto delle risposte”.