In un Paese pieno di clandestini, viene rimpatriato chi prova ad essere in regola: la storia di Sofiem
L'uomo aveva una casa e un lavoro, ma è stato costretto a tornare in Tunisia 48 ore prima che un Giudice di Pace stabilisse che aveva il diritto di rimanere in Italia
(4 dicembre 2018)
Strano Paese l’Italia. Una nazione che dichiara guerra all’immigrazione clandestina, ma finisce per prendersela con chi è in regola o si impegna ad esserlo, rimpatriando chi non dovrebbe. E’ esattamente quello che è successo a Sofiem Ben Salem, un tunisino di 30 anni, che viveva in Italia ormai da tempo, aveva un passaporto, un codice fiscale, il contratto della casa e quello di lavoro a tempo determinato in un’azienda agricola di Vittoria, che scadrà alla fine dell’anno. Eppure, per questo migrante, si sono aperte le porte prima del CPR di Trapani (ex Cie) e poi di un volo che lo ha riportato dritto in Tunisia, due giorni prima che il giudice di Pace di Trapani, in udienza, confermasse che il 30enne aveva tutto il diritto di rimanere in Italia.
La vicenda di Sofiem è iniziata proprio quando si è recato alla Polizia per rinnovare il permesso di soggiorno, scaduto da alcuni mesi, e per questo ritardo è stato fermato e trasferito a Trapani con una richiesta di trattenimento avanzata dal Questore di Ragusa. A riportarlo in Italia ci stanno ora pensando gli avvocati Toti Miccoli e Giuseppe Novara.
Il provvedimento con il quale il giudice di pace ha stabilito che l’uomo potesse restare in Sicilia è stato depositato il 19 novembre. A quel punto, i due legali sono andati all’ex Cie per comunicarlo al proprio assistito e lì hanno fatto l’amara scoperta: il tunisino era stato rimpatriato. “A Vittoria e Santa Croce Camerina l’uomo aveva il cugino del papà e uno zio, e vuole assolutamente tornare. Noi – racconta l’avvocato Miccoli – abbiamo attivato tutti i canali istituzionali affinché possa farlo, notificando il provvedimento sia alla Prefettura che alla Questura di Ragusa, e attendiamo risposta da entrambi. Anche a Sofiem abbiamo fornito una copia, e nelle prossime ore andrà al consolato italiano a Tunisi per vedere se è possibile accorciare i tempi. Una volta che sarà tornato, naturalmente, dovremo risolvere il problema del permesso di soggiorno, ma non vedo per quale motivo non dovrebbe essere rinnovato dato che ha tutte le carte in regola”.
Di casi simili a quello di Sofiem ce ne sono tanti altri, fa sapere l’avvocato Miccoli, “ma di questa storia – dice – a colpire è stata la velocità con la quale è successo tutto. Ci sono moltissime persone non in regola, ma il sistema si è accanito contro uno in regola. Gli è stato persino proibito di assistere alla sua udienza, se solo si fosse temporeggiato 48 ore tutto questo non sarebbe accaduto ed è veramente una cosa scandalosa”.
Valentina Frasca