Impianto di biometano, dopo il nulla di fatto del Tar che succede?
I ricorrenti, quindi, hanno rinunciato alla domanda di sospensiva in cambio di una maggiore celerità nella decisione di merito (udienza fissata il 21 ottobre prossimo) e dell'impegno dell'azienda di non cominciare i lavori prima di quella data
(13 febbraio 2020)
Le prime notizie diffuse (l’azienda ha battuto tutti sul tempo) non hanno aiutato a capire con precisione e chiarezza cosa fosse avvenuto. Poi però il quadro si è composto via via di tutti i suoi tasselli.
Il Tar ieri non si è pronunciato sulla richiesta di sospensiva dell’autorizzazione alla realizzazione di un impianto di biometano in contrada Zimmardo- Bellamagna, in accoglimento di una comune richiesta delle parti. I ricorrenti, quindi, hanno rinunciato alla domanda di sospensiva in cambio di una maggiore celerità nella decisione di merito (udienza fissata il 21 ottobre prossimo) e dell’impegno dell’azienda di non cominciare i lavori prima di quella data. Il che è cosa ben diversa rispetto alla mancata concessione della sospensiva da parte del Tar.
Il punto però è cosa avverrà in questi otto mesi. Il patto reggerà visto che pare sia solo un gentlemen’s agreement o cominceranno i lavori?
In questo caso la situazione potrebbe complicarsi, presentando il rischio di tensioni e di mobilitazioni.
Già nell’ipotesi di un’ordinanza del Tar di rigetto della sospensiva, non erano mancati gli annunci, da parte degli oppositori in lotta, di una resistenza civile di massa. Sulla base dell’accordo, un’eventuale fuga in avanti sarebbe ancora più rischiosa.
Nel frattempo, si attende che anche la Regione Siciliana assuma una posizione e che la parte pubblica e istituzionale, complessivamente, faccia avvertire la propria presenza più di quanto non appaia dalla singolare procedura-lampo con la quale il Comune di Modica ha autorizzato l’impianto sul proprio territorio, ma a due passi dal centro abitato di Pozzallo. Infatti l’intera città – compatta, dai suoi vertici istituzionali ai cittadini – è in rivolta per il forte impatto ambientale su un’area di grande pregio naturalistico.