Il Video Appello di Simona. “vittima di violenze costretta da un giudice a convivere con il mio ex”
La richiesta d'aiuto di una donna che si sente abbandonata dalle istituzioni/VIDEO
Un video messaggio che non può lasciare indifferenti. Simona Leto si sente abbandonata dalle Istituzioni ed ha deciso di metterci la faccia, per lei questo video rappresenta in qualche modo l’ultima spiaggia, l’ultima possibilità per sollevare le coscienze di chi può fare qualcosa. Possono vittima e carnefice abitare insieme a causa di una sentenza? Quella di Simona è una storia a dir poco paradossale. Lei vive nel terrore, quel terrore che vivono tante donne vittime si violenza non solo fisica, ma anche psicologia. È per questo motivo, quindi che ce ne stiamo occupando anche se Simona non vive in Sicilia, ma a Rignano Flaminio. Questa vicenda ha inizio nel 2007 quando Simona e l’ex compagno, allora una coppia felice, decidono di acquistare una villetta su tre piani in comproprietà, grazie ad un mutuo cointestato per il totale importo. Nel 2012 Simona, credendo alle parole del convivente (che aveva dei debiti e temeva che la casa potesse finire in mano ai creditori), fa quello che si rivelerà essere il suo errore più grande: rileva il 50 percento della nuda proprietà dell’ex, lasciando a quest’ultimo il diritto di abitazione. Da quel momento l’ex non paga più il mutuo, ma poi c’è anche un altro aspetto raccontato nelle sentenze dei tribunali: l’ex compagno inizia a diventare sempre più violento: Nel 2013 i due si lasciano ma continuano a vivere da separati nella stessa casa, anche se in piani separati. Dal 2014 in poi – dice Simona – si registra una escalation interminabile di episodi di violenza che, solo a ripensarci, mi vengono i brividi”. Nel giugno del 2014 il compagno colpisce Simona con una bottiglia di vino procurandole gravi ferite curate dai medici del pronto soccorso con una prognosi di 15 giorni. È un continuo di denunce e richieste di interventi ai Carabinieri. Simona è terrorizzata e cerca di rimanere in casa il meno possibile. Quando può raggiunge in Abruzzo un uomo che poi diventerà suo marito oppure dorme da amici pur di non rimanere sola con quell’energumeno. L’ex, che non esita a minacciare l’ex convivente nemmeno in presenza dei Carabinieri, il 10 marzo del 2015 viene raggiunto da una misura cautelare che gli impone l’immediato allontanamento dall’immobile dove vive l’ex convivente, misura aggravata il 10 aprile del 2015 con il divieto di dimora nel Comune di Rignano Flaminio, poi revocata il 14 giugno del 2016.
Il 13 giugno del 2017, l’ex di Simona viene condannato ad 1 anno, pena sospesa e ridotta per la scelta dell’imputato del rito abbreviato, per il reato di stalking. A questa sentenza si arriva con decreto di giudizio immediato richiesto dal sostituto procuratore Gabriele Iuzzolino. La seconda condanna arriva nel novembre del 2019 ed è relativa ai fatti che hanno portato alla prima misura cautelare: L’ex viene condannato ad 1 anno e 6 mesi, pena sospesa, per stalking e lesioni, oltre al pagamento di una provvisionale in favore di Simona Leto, costituitasi parte civile, e al saldo delle spese processuali. Mentre la sezione penale del Tribunale ha condannato per ben 2 volte l’ex di Simona, la sezione civile, portando a sentenza l’istanza dell’uomo che aveva anche chiesto l’allontanamento dell’ex convivente dalla casa, ottiene di poter rientrare nell’abitazione. Simona, in questi anni, ha scritto a tutti: sindaco, procuratore, associazioni contro la violenza sulle donne e perfino al ministro Bonafede. È stata anche ascoltata in Senato ma ad oggi non è cambiato nulla. Nel 2015 ha scoperto di essere incinta, lei e il marito erano al settimo cielo per la felicità, ma poi la gioia si è trasformata in dolore perché Simona ha subito un aborto spontaneo, un evento drammatico che l’ha segnata profondamente. “…Era il mio sogno che si avverava, il desiderio di ogni donna – afferma la donna – ma quella situazione vissuta nel terrore mi ha portato via il bambino, l’aborto è stato causato dallo stress provocato dalla situazione che stavo vivendo…”. A inizio gennaio il giudice ha sciolto la riserva decidendo che presto Simona dovrà consegnare le chiavi di casa al suo ex. Una vicenda che sembra davvero surreale