“Il PD perno dell’attività politica, tra punti di forza e debolezza”
Ecco la lettera aperta rivolta al partito da alcuni sindaci iblei
(26 febbraio 2021 – sindaci iblei al PD)
Riportiamo la lettera aperta rivolta al PD dai sindaci di Pozzallo, Scicli e Chiaramonte Gulfi.
“Il Partito Democratico rappresenta, indubbiamente, il perno dell’attività politica e lo è per più ordini di motivi: per la sua tradizione di rispetto istituzionale, per la qualità delle risorse umane che vi fanno parte ma anche, se non soprattutto, per l’esercito di sindaci, amministratori, consiglieri che svolgono il proprio ruolo a diretto contatto con la gente.
Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta, al contempo, il punto di maggiore forza dell’azione politica e il punto di debolezza che non gli consente di spiccare il volo, di consolidare una rappresentatività adeguata alla sua forza, di raggiungere il ruolo di leader riconosciuto fra le formazioni politiche presenti nell’arco costituzionale.
E’ il caso di chiedersi, come mai?
Perché non c’è la giusta presenza vicino a chi sta in prima linea, non esiste un cordone ombelicale fra territori e strutture centrali, non c’è il necessario ascolto delle istanze che provengono dal mondo dell’associazionismo, non si applica insomma quel principio di sussidiarietà che è la linfa vitale di ogni azione democratica.
Una delle conseguenze di tutto ciò, non trascurabile, è la mancata crescita in termini di consensi pur rappresentando, come già detto precedentemente, la forza politica di maggiore qualità.
Distanza dalle realtà locali significa, insomma, allontanarsi dal comune sentire dei cittadini, non conoscerne a fondo le problematiche che attanagliano – con le dovute diversità – l’intero territorio nazionale, non captarne gli umori e per certi versi la rabbia che li avvolge.
Significa, anche, lasciare spazio ai populismi più beceri, permettere che facciano presa le azioni di coloro che parlano alla pancia di chi è in difficoltà, ancor di più in questo periodo di emergenza sanitaria ed economica.
Non vogliamo assolutamente dire che il PD deve cavalcare l’onda nazionalista o populista, ma esattamente il contrario: deve essere presente nei territori a sostegno dell’azione di chi li amministra, deve saper ascoltare più che parlare linguaggi criptici da addetti ai lavori, deve tirarsi su le maniche per risolvere concretamente i problemi.
Ascoltare i suggerimenti di chi vive direttamente e quotidianamente i problemi porta ad una conoscenza dettagliata delle difficoltà e a trovare il modo di superarle concretamente: aiuta ad individuare le priorità negli investimenti, ad eliminare le pastoie burocratiche che frenano le iniziative, a stilare cronoprogrammi reali ed attuabili.
Tutto ciò vale, naturalmente da Bolzano a Pozzallo, da Torino a Scicli, da Genova a Chiaramonte Gulfi.
L’alternativa è accontentarsi di oscillazioni di qualche decimale di crescita o accettare supinamente una decrescita lenta ma continua.
Speriamo che la soluzione della crisi politica con la nomina del Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi non si limiti alla semplice soluzione di un problema istituzionale ma porti anche ad una svolta, ad una risintonizzazione dell’operato del Partito Democratico con il mondo reale che sta fuori dai palazzi.
Il PD ha la capacità e gli uomini per assurgere al ruolo di guida e deve impegnarli entrambi per far risalire la nazione dal declino in cui si trova, senza alcun tentennamento.
Adesso più che mai”.