Il 22 dicembre s’inaugura il Presepe della città alla ‘Casa don Puglisi’ di Modica
Quest'anno anche una sorpresa: i 'percorsi di luce'
(14 dicembre 2018)
È tutto pronto per l’apertura del presepe della città alla ‘Casa don Puglisi’ di Modica. Una creazione ‘corale’, perché nasce da un percorso di diverse settimane con le scuole. Duemila bambini delle scuole della città nei locali della Scuola ‘San Benedetto’, accanto al Monastero delle Suore benedettine, hanno vissuto un’esperienza ricca di significati. Grazie al lavoro di alcuni operatori di due associazioni (‘Ci ridiamo su’ di Ragusa e ‘Officina Socialmeccanica’ di Catania), i bambini sono entrati nell’atmosfera della fiaba scelta quest’anno: ‘Gli gnomi e il calzolaio’ dei fratelli Grimm. Ciascuno dei bambini ha poi offerto un pezzetto di stoffa che Giulia Denaro e Salvatore Spadola hanno impiegato per la creazione del presepe, alla ‘Casa’ di via De Naro Papa.
L’inaugurazione è prevista per il 22 dicembre. Alle 19, nella vicina chiesa del Santissimo Salvatore, la preghiera dei Vespri con i frati Cappuccini, poi l’apertura del presepe alla ‘Casa’. Il presepe, insieme ai percorsi di luce, si potrà visitare dalle 17 alle 22 (a dicembre il 23, 25 26, 29 e 30 – a gennaio l’1, il 5 e il 6). Sarà visitabile anche dal 7 gennaio al 2 febbraio su prenotazione. «Quest’anno la fiaba è molto attuale. Si racconta – spiega il direttore della Caritas, Maurilio Assenza – di un calzolaio, povero non per colpa sua, che la sera va a letto avendo solo un pezzo di cuoio, confidando in Dio e facendo le sue preghiere. Si intrecciano i temi del lavoro, dei migranti che lavorano per noi, della dignità ritrovata, del dono eccedente, del vegliare che fa scorgere bellezza. Quest’anno il racconto è stato drammatizzato e la Casa si arricchisce di sorprese che saranno, non solo l’istallazione, ma anche i percorsi di luce, perché il racconto diventi riflessione e cammino».
«Anno dopo anno – aggiunge Assenza – si spera che, crescendo, nel cuore dei bambini maturi il senso della comunità ritrovata nell’intreccio di narrazione, ritualizzazione, simboli e passi concreti con cui il messaggio del Natale si “aggiorna” e diventa radice e prospettiva per una città fraterna. Senza problemi che si avvertono lontani – fare, non fare il presepe – e con larga simpatia di “tutto il popolo”, di tanta gente che vuole anche conoscere l’esperienza di relazioni con cui si accompagnano mamme e bambini a ripartire nella vita e matura disponibilità a passi di condivisione, e intanto si parla del mondo, del nostro Paese … Come i pastori, come Maria, come Giuseppe tutto “ripensando” per ritornare con più responsabilità alla vita di ogni giorno. E intanto assaporare la gioia comune, contrastando anche così tanto odio e rancore che accumula tossine nel nostro Paese. Mentre si fa il presepe la notizia più bella, concreta e omogenea al messaggio e al suo “aggiornamento”, è che si stanno trovando famiglie per accogliere i migranti che vengono messi per strada per “decreto”. Il presepe non è evasione o parentesi, ma dilatazione dei riti natalizi portati nel vivere civile e grembo di pensieri, sentimenti, decisioni coerenti con il messaggio».
Comunicato Stampa