Fara commuove tutti: partita una grande gara di solidarietà per la donna e la sua piccola
Il triste, e gravissimo episodio, ha fatto il giro d'Italia e anche Emma Bonino ha scritto un post di ferma condanna
(28 novembre 2018)
“Ieri presso l’UTIN – Unità di Terapia Intensiva Neonatale – ospedale “M.P. Arezzo” si è verificato un episodio che ha colpito la comunità ragusana, da sempre accogliente nei confronti degli immigranti, per la manifestazione di intolleranza nei confronti della giovane madre eritrea sbarcata domenica notte a Pozzallo”.
Inizia così la nota con la quale l’ASP di Ragusa prende ufficialmente posizione sulla vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, Fara, una 19enne eritrea sbarcata a Pozzallo nella notte tra sabato e domenica e che si era recata all’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ibla per chiedere aiuto per la sua bambina, una neonata di pochi giorni. “Era arrivata distrutta dal viaggio – spiega l’ASP – in condizioni di estrema fragilità, con in braccio la sua piccola. Vittima di violenza, subita in Libia, come tante altre donne nelle stesse condizioni, ha amato, quella bambina, sin dal primo momento”.
Ad Ibla, Fara era stata accompagnata con il permesso del direttore sanitario dell’hot spot di Pozzallo, dr. Carmelo Lauretta. Ma qui è avvenuto l’impensabile, con un gruppo di donne che hanno iniziato ad inveire contro di lei, arrivando al punto di chiedere che fosse allontanata. “Temevamo che fosse infettiva” avrebbero dichiarato queste persone per giustificarsi, e a scatenare una simile reazione sarebbero stati la tuta sterile, i guanti e il cappellino che la donna, a scopo meramente cautelativo, pare indossasse al momento dell’arrivo in ospedale.
Non è stato facile sedare gli animi, e quando la calma è tornata, grazie anche all’intervento delle forze dell’ordine, il dr. Giuseppe Cappello della Direzione Sanitaria degli Ospedali di Ragusa ha individuato una stanza nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Maria Paternò Arezzo”, messa a disposizione dal dott. Giuseppe Bonanno, direttore dell’UOC, che permetterà alla giovane madre di stare accanto alla sua bambina in questa delicata fase di ricovero.
ll sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha incontrato la donna all’hotspot e ha parlato di “episodio intollerabile, nei confronti di una giovanissima mamma che ha pure subito violenza. Non dobbiamo dimenticare che quando si parla di migranti, si parla di persone, essere umani e non di pacchi postali. La nostra città – ha concluso – è sempre stata ospitale ed accogliente e questo episodio, anche se verificatosi a Ragusa, risente del clima di intolleranza che da qualche tempo si registra nei confronti dell’immigrato”.
“L’immotivata paura che si è scatenata attorno a una giovane migrante – ha dichiarato, invece, il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì – non può lasciarci indifferenti. Abbiamo predisposto immediati accertamenti su ciò che è accaduto ma, al di là delle verifiche, resta un’immagine di città che non ci appartiene: Ragusa è una città tollerante e inclusiva, con una storia di emigrazione e un presente di immigrazione e di accoglienza. La vicinanza mia e di tutta la nostra comunità va alla giovane mamma eritrea vittima dell’episodio: sono certo che Ragusa saprà dimostrarle di essere molto diversa da come le sarà apparsa oggi”.
Ed effettivamente, già in queste ore si sta dimostrando molto diversa. E’ infatti scattata una vera gara di solidarietà quando la storia di Fara è divenuta nota e tantissime persone stanno facendo pervenire, o mettendo a disposizione, vestitini, biberon e pannolini.
La storia di Fara ha velocemente fatto il giro d’Italia e anche Emma Bonino, su Facebook, ha condannato il gesto razzista: “Di fronte a tutto ciò – ha scritto – non possiamo non sentire l’obbligo di reagire e provare a fermare quest’ondata di odio e xenofobia che sta pervadendo il nostro Paese, cominciando a denunciare pubblicamente ogni episodio, più o meno grave, di cui si ha notizia”.
Valentina Frasca