Esa, Nicola Caldarone lascia. In sette mesi approvati i rendiconti di dieci anni
Le dimissioni del Presidente erano nell’accordo con il Governo. Malumori tra i dipendenti che avevano visto in lui la soluzione ai problemi storici dell’ente
(1 ottobre 2018)
“Sono passati quasi sette mesi da quando ci siamo conosciuti. I problemi dell’Ente che mi avete sottoposto allora, sono stati l’unico argomento di discussione per me e per l’intero consiglio di amministrazione. Abbiamo lavorato su un problema strutturale che rendeva più facile chiudere l’Ente invece di rimboccarsi le maniche e metterci mano. Nell’assoluta inconsapevolezza e nella vulnerabilità dei dipendenti sia della meccanizzazione che di ruolo abbiamo vissuto un problema enorme: dal 2008 i bilanci dell’Ente non erano stati approvati”.
Con queste parole comincia la giornata dimissionaria di Nicola Caldarone dalla Presidenza dell’Ente di sviluppo agricolo. Il capo ufficio di gabinetto dell’assessore regionale all’Agricoltura lascia così l’incarico che lo ha visto per più di sette mesi come Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Esa. Dimissioni che arrivano proprio in un momento in cui sembrava che l’ente stesse prendendo la strada verso la soluzione degli annosi problemi. All’Esa, in una stanza gremita di gente, tra i dipendenti di ruolo e gli stagionali, tanti malumori e preoccupazioni. Incomprensibile per molti di loro che Nicola Caldarone, per indicazione del partito che lì lo aveva messo (Forza Italia) e in accordo con il Governo regionale, abbia interrotto il suo impegno all’Ente di sviluppo agricolo.
“Oggi, primo ottobre – continua Nicola Caldarone – l’assessorato regionale all’Agricoltura per il quale sono capo ufficio di gabinetto vicario erogherà all’Esa l’intera seconda semestralità avanzata, più gli arretrati che l’ente non ha mai ricevuto perché non erano stati approvati i bilanci. Si tratta di otto milioni di euro che permetteranno al Direttore generale che resterà in carica di poter pagare con puntualità gli stipendi ai dipendenti. Non esistono, quindi, più alibi per il pagamento degli stipendi”.
L’ormai ex Presidente dell’Esa non ha mancato, poi, di ricordare come e quanto sia considerevole l’esposizione debitoria dell’ente e che, in considerazione di quest’aspetto, la Direzione non può permettersi di riposare sugli allori. “Tutte le volte che l’Esa ha una rimessa tornano a farsi vivi i creditori. Ritengo poco corretto rifarsi sui dipendenti. Per questa ragione – ha spiegato Caldarone – sono riuscito a fare approvare una delibera sull’impignorabilità degli stipendi dei lavoratori. Ovviamente, il pignoramento non torna indietro; un giudice, di tanto in tanto, decide se la somma è dovuta o meno, e nel frattempo la somma viene congelata. Tutte le volte che qualcuno segnala che è in arrivo una rimessa sta facendo un danno solo ai dipendenti. Voglio dare una risposta anche a chi non ha potuto godere del suo tfr. Ebbene, con quella rimessa si potranno pagare i trattamenti di fine rapporto di tutti i dipendenti andati in pensione. È un atto dovuto e di coscienza”.
Non poteva mancare, ovviamente, nel discorso di Caldarone, un passaggio sentito sugli operai della meccanizzazione agricola. Un reparto che lo stesso definisce tra i più vitali dell’ente, di lunghissima tradizione e con un potenziale enorme volto alla sperimentazione e all’innovazione.
“Io mi sono innamorato di questo settore, che è vita pulsante nei comuni siciliani dove siamo presenti – ha dichiarato – ed era mia intenzione promuovere, se fossi rimasto più a lungo, un piano di assunzioni straordinario. Dopo trentacinque anni che diritto si ha a non avere riguardo nei confronti di gente che ha speso energie e tempo per la nostra terra? Non mi sottraggo dall’ammettere che ci siano disservizi, macchine non adeguate ai tempi. Ciò nonostante la nostra gente, ogni giorno, è in campagna a risolvere i problemi di altra gente. A conti fatti, ritengo che questo ente abbia un grosso difetto: quello di non sapere comunicare perfettamente il lavoro che svolge all’esterno”.
Proprio quando stava per concludersi l’incontro con i dipendenti, Nicola Caldarone ha letto un messaggio ricevuto dal Dirigente generale del Dipartimento sviluppo rurale nel quale gli anticipa di avere firmato il decreto dello sblocco della seconda semestralità che garantirà due mensilità di ruolo.
Ancora una volta, è salito il brusio in sala tra i dipendenti dell’Esa, tra di loro anche i rappresentanti dei sindacati che gli riconoscono impegno e passione. Qualcuno gli ha chiesto se ci siano spazi di ripensamento, qualcun altro ha cominciato a scaldarsi, pensando ad un’azione di protesta pacifica per chiedere al Governo regionale che Caldarone resti al suo posto. Ma il Presidente dimissionario ha sedato subito gli animi e chiesto compostezza, ordine e fiducia nell’azione del Governo regionale e nel nuovo che verrà.
Cristina Lombardo
Un grande Presidente attorniato da grandi burocrati. 10 anni di bilanci in 7 mesi e 400 trattoristi a ripulire le spiagge con secchiello e paletta. Ed i servizi all’agricoltura? Ah già parlo arabo. Rifaccio la domanda in lingua originale: والخدمات للزراعة؟