Emergenza-Covid, Razza: a Siracusa ci sono responsabilità. E manda gli atti al Servizio ispettivo
Possibili provvedimenti disciplinari. E dopo Report, anche La7 affronta la catena di errori sulla morte di Rizzuto. Non parla Ficarra che voleva querelare chi ne chiede la rimozione
(20 aprile 2020)
La morte di Calogero Rizzuto grida ancora vendetta per la gravità eccezionale della sequenza di anomalie, negligenze, omissioni, sottovalutazioni, ritardi. Il direttore del parco archeologico di Siracusa non è stato vittima del Covid, ma di ben altri fattori ed eventuali responsabilità personali (oltre a quelle della struttura sanitaria) che toccherà alla magistratura vagliare.
Intanto però – e non solo sulla morte di Rizzuto, ma su tante altre criticità come la sequenza e il numero dei contagi di operatori sanitari dell’ospedale Umberto I – la Regione sta facendo le proprie indagini interne e qualche elemento comincia ad affiorare, come si evince dalla prima relazione del Covid-team.
“Ho ricevuto – ha dichiarato l’assessore alla Salute Ruggero Razza – la prima relazione sulla gestione della emergenza Coronavirus in provincia di Siracusa. Si tratta del documento redatto dal Covid team, che ho nominato, grazie al quale sono state ridefinite le criticità emerse con particolare riguardo ai percorsi dell’ospedale Umberto I. È un lavoro certosino che ha impegnato professionalità di altissimo livello, realizzato con le modalità delle perizie di polizia giudiziaria e che dimostra chiaramente come ci sia stato un prima e un dopo, evidenziando soprattutto la necessità delle modifiche apportate al piano organizzativo. Medici straordinariamente capaci come quelli che operano all’Umberto I – prosegue l’esponente del governo Musumeci – meritano anzitutto l’apprezzamento per i risultati conseguiti sul piano clinico, ma sono emerse responsabilità. Il rispetto nei confronti dei cittadini e del personale sanitario, mi impone la trasmissione della relazione al servizio ispettivo del dipartimento Attività sanitarie per l’adozione dei conseguenti provvedimenti. “Eppure – prosegue Razza – il dato epidemiologico della provincia di Siracusa oggi appare configgente con una parte della opinione pubblica che ritiene il sistema sanitario aretuseo non in grado di poter affrontare il permanere del contagio da Coronavirus. Ovviamente non è così. Non mi sono mai piaciuti i processi sommari o le delegittimazioni di massa, non me lo impone solo la mia coscienza, ma ricordo a tutti che il rispetto del principio per il quale chi sbaglia paga vale ad ogni latitudine”.
E intanto dopo Report, anche le telecamere di ‘Non è l’arena’, il programma de La7 condotto da Giletti hanno affrontato il caso-Siracusa, focalizzando una situazione gravissima dalla quale potrebbero emergere sviluppi ulteriori.
Appena due giorni fa il direttore generale dell’Asp Salvatore Lucio Ficarra, dinanzi ad una situazione così grave per l’utenza, ha dichiarato di querelare chi ha promosso la petizione popolare che chiede la sua rimozione.
Interpellato da La7 Ficarra è rimasto muto. E’ toccato al figlio di Calogero Rizzuto raccontare i fatti: venti giorni di malattia quasi totalmente senza cure, ritardo nell’esecuzione del primo tampone, ritardo nella diagnosi, rifiuto da parte dell’ospedale di ricoverarlo per prestare la terapia necessaria.
In proposito l’Asp alcuni giorni dopo la morte, quando il caso fu denunciato alla Procura, aveva sostenuto che fosse stato il paziente a rifiutare il ricovero. Ma ciò è falso e anche questa circostanza è oggetto di inchiesta.