Crisi agricoltura, mancanza di manodopera nella fascia trasformata da Licata a Pachino
Ieri a Ragusa l'incontra tra l'Aasse e l'Inps
(8 giugno 2022 – Crisi agricoltura, mancanza di manodopera nella fascia trasformata da Licata a Pachino)
“Un posto al tavolo della concertazione per la trattazione delle problematiche agricole”. Lo ha chiesto il presidente dell’Aasse Giuseppe Cilio al direttore provinciale dell’Inps Vincenzo Floccari nel corso dell’incontro tenutosi presso la direzione dell’Istituto in via Leonardo da Vinci a Ragusa. L’argomento più delicato che il presidente Aasse ha esposto al direttore dell’Inps è stato quello della lenta e inarrestabile mancanza di manodopera agricola che si sta verificando negli ultimi mesi. “Il drastico calo occupazionale in agricoltura e in tutti i settori legati al comparto agricolo – ha spiegato il presidente Cilio- sta mettendo in crisi le aziende agricole della fascia trasformata che va da Licata a Pachino. Si pensi che rispetto al 2021, le suddette aziende agricole, pur rispettando gli accordi contrattuali e salariali nei confronti dei lavoratori, hanno avuto difficoltà a reperire manodopera agricola. In poche parole non ci sono più risorse umane disposte a lavorare nelle serre, nei centri di condizionamento, nei vivai e in tutti i settori in qualche modo legati al mondo agricolo della fascia trasformata”.
Se dovesse perdurare questo fenomeno involutivo, molte aziende saranno costrette a ridimensionare la Sau (Superficie agraria utilizzata) e con essa la percentuale di produzione ortofrutticola, lasciando spazio aperto alla concorrenza estera, causando danni economici nell’intero settore. “Dall’aumento indiscriminato dei costi di produzione in qualche modo ci si può difendere– conclude Giuseppe Cilio – ma dall’assenza di personale no. L’agricoltura, purtroppo, ancora oggi, richiede manodopera bracciantile per lavori che non possono essere sostituiti dai macchinari”.
Il dott. Vincenzo Floccari ha riconosciuto la valenza delle argomentazioni esposte dal presidente Aasse Giuseppe Cilio e si è impegnato a inserire l’Associazione agroalimentare Sicilia SuEst al tavolo della concertazione per le problematiche agricole insieme alle altre Associazioni datoriali di categoria.
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Sicuramente, se così possiamo definirli, gli imprenditori non hanno capito che per avere più manodopera all’interno delle proprie aziende devono aumentare la paga, anzi mi correggo devono pagare per quanto è specificato in busta paga, cosa che non è mai accaduta al sud. Non puoi pagare un operaio 5€ l’ora per 8 ore di lavoro e il lavoro agricolo sappiamo tutti che è molto usurante. Io penso che sia normale, considerando gli aumenti delle tasse, nafta, cibo e tutto ciò che occorre per sopravvivere, che un operaio vada a lavorare dove viene pagato di più e a maggior ragione dove non viene sfruttato. La colpa non è degli operai, ma degli IMPRENDITORI che non pagano nemmeno per il minimo sindacale. La manodopera c’è e anche tanta. Ciò che manca sono persone che vogliono essere sfruttate, che ti lavorano per una paga misera che non gli permette nemmeno di arrivare a fine mese, che sono messi sotto tiro dai cosiddetti MASSARI, e che perdono la loro dignità solo per il bisogno di mandare avanti una famiglia. I media e le autorità fanno finta di non sapere, quando invece la verità è palese e finalmente qualcuno ha deciso di fare dei passi avanti. Svegliatevi e non arricchitevi col sudore degli operai fate anche voi un passo avanti.