Covid, “sulle spalle dei pubblici esercizi l’onere di appiattire la curva del contagio”
Per Confcommercio Ragusa è arrivato il momento di discutere in che modo ridurre i costi fissi di queste attività
(9 dicembre 2020)
“Il governo ha praticamente scaricato sui pubblici esercizi e su pochissimi altri settori l’onere di appiattire la curva dei contagi”. Parole amare quelle che arrivano dal presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, che, anche a nome degli iscritti Fipe, parla di “una decisione politica, certamente legittima, ma che
denota un accanimento pericoloso verso il settore, nonostante sia stato ampiamente dimostrato che i pubblici esercizi sono luoghi sicuri, anche in ragione dei rigorosi protocolli sanitari che sono stati loro assegnati”.
“Ecco perché, con la chiusura o la limitazione degli orari di queste attività – ha detto Manenti – le stesse si stanno facendo carico di un problema sociale collettivo, ma questo sacrificio mette a repentaglio la sopravvivenza stessa del settore. Ed ecco perché, chi ha messo le attività in queste condizioni ha il dovere di provvedere a ristorare adeguatamente le nostre imprese, in base alla reale perdita di fatturato. Dopodiché ha il dovere di aprire un tavolo di confronto permanente per porre le basi di una ripartenza definitiva e sicura, che non può essere più procrastinata. Questo non è più il tempo di parlare di distanziamento tra i tavoli e di mascherine
– aggiunge Manenti – È ora di discutere di come ridurre i costi fissi delle nostre attività, canoni di locazione, utenze, assicurazioni, tasse locali e oneri finanziari. Ed è il momento di individuare soluzioni che garantiscano nuova liquidità ai pubblici esercizi, con piani di ammortamento sostenibili. Serve, insomma, un piano per le
riaperture e la ripartenza di un settore strategico per il Paese. E serve subito”.