Coronavirus, la protesta dei dolciari: il blocco delle consegne nei festivi aumenta gli assembramenti
Le pasticcerie, ma anche ristoranti e aziende di gastronomia confidavano nelle forniture a casa anche per Pasqua e Pasquetta: contestata l’ordinanza di Musumeci
(9 aprile 2020)
Fa discutere l’ultima ordinanza di Musumeci, non tanto per la limitazione delle uscite ad una sola volta al giorno e ad un solo componente del nucleo familiare (tranne che per andare in farmacia), ma per il divieto assoluto di consegne a domicilio nei giorni di Pasqua e Pasquetta, per ristoranti, fornitori di prodotti alimentari e per le pasticcerie e aziende dolciarie che nelle festività avrebbero potuto avere una buona opportunità di vendite. Tanto più che i riders rimangono in azione, anche nei giorni di festa, per i prodotti editoriali: ma nel giorno di Pasquetta non escono i quotidiani sicchè è difficile immaginare quale fornitura a domicilio possa avvenire quel giorno.
Sul piede di guerra la Cna che nei giorni scorsi aveva scritto a Musumeci per ottenere una linea più morbida per le festività ed ora, dopo il diniego, lo accusa di “insensibilità verso un settore importantissimo che avrebbe avuto una boccata d’ossigeno”. Per il coordinatore di Cna agroalimentare in Sicilia Tindaro Germanelli “se l’obiettivo era evitare assembramenti questa misura va nella direzione opposta perché le consegne si concentreranno in meno giorni”. Nella lettera inviata nei giorni scorsi la Cna aveva scritto: “Con questa modalità, sempre nel rispetto del protocollo della sicurezza, si raggiungerebbe un duplice obiettivo: favorire la permanenza a casa della popolazione, evitando possibili assembramenti presso le attività, e consentire ad artigiani e commercianti del comparto di potere vendere i loro prodotti e garantirsi un provvidenziale ristoro economico in questa drammatica fase emergenziale”.
E da oggi a sabato le pasticcerie rischiano di essere prese d’assalto per l’anticipo delle forniture.