Consorzi di bonifica e ricollocazione dei lavoratori: le grandi sfide del governo regionale
Orazio Ragusa: "ecco cosa è emerso dal tavolo di confronto"
(3 marzo 2022 – Consorzi di bonifica – lavoratori)
“La riforma dei consorzi di bonifica è una delle sfide più grandi da sostenere per l’attuale Governo regionale. E ci stiamo provando assieme anche per ridare una chance a tutti i lavoratori che, a causa delle recenti sentenze della Cassazione, sono stati estromessi dagli organici, con pesanti difficoltà pure nell’erogazione dei servizi ai territori interessati”. Lo dice il presidente della commissione Attività produttive all’Ars, on. Orazio Ragusa, dopo il tavolo tecnico tenutosi a Palermo che ha visto presenti l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, il commissario dei consorzi di bonifica per la Sicilia orientale Francesco Nicodemo, assieme al direttore generale Mario Cantone, il direttore dei consorzi di bonifica per la Sicilia Giuseppe Barbagallo, il responsabile dell’assessorato con competenza per gli enti consortili Fabrizio Viola, il commissario straordinario per la Sicilia occidentale Giuseppe Palmeri, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sifus. Sono state illustrate con dovizia di particolari le previsioni degli articoli 60 e 61 della passata Finanziaria che non permettono una ricollocazione dei lavoratori licenziati per sentenza, e, allo stesso tempo, è stato evidenziato come, sotto il profilo della crescita e per quanto riguarda i dipendenti, sia necessario evitare talune disparità di trattamento.
“Agricoltura e consorzi di bonifica, e lo abbiamo ribadito con forza – sottolinea l’on. Ragusa riferendosi al confronto che ha animato il tavolo – vivono in simbiosi. Proprio per questo, ciascuna delle parti in causa deve portare, al tavolo tecnico, un contributo di idee in attesa della nuova Finanziaria e della contestuale applicazione di quelle norme che prevedono la possibilità di avviare un ragionamento complessivo per tentare di recuperare i lavoratori estromessi. E’ stato, altresì, evidenziato che la riforma è pronta per andare in aula superato lo scoglio della Finanziaria. Tutto ciò fermo restando che non occorre creare penalizzazioni per quei lavoratori che, non avendo scelto la strada del ricorso, non possono rischiare di trovarsi svantaggiati due volte. Tra le questioni da affrontare con la massima attenzione, poi, c’è quella riguardante il debito con l’Enel. Serve fare un accordo, interscambiare l’acqua delle dighe, trovare delle soluzioni che possano essere interessanti per la compagnia così che la stessa possa ritenere conveniente studiare modalità di utilizzo dell’energia attraverso una contropartita (penso ai sistemi fotovoltaici ad esempio) che ci consenta di ridurre l’enormità del debito in questione. Anche perché, in un contesto generale che è sempre più complesso e critico, non dobbiamo dimenticare che ci sono alcuni lavoratori con cinque mensilità pregresse risalenti addirittura al 2018 e quindi la nostra azione deve essere rivolta ad avviare un percorso risolutivo che ci consenta di venire fuori da questo guado. Tutto ciò per permettere ai consorzi di bonifica di mettersi a regime, trovando quelle soluzioni che, frutto dell’interazione tra le parti, ci permettano di guardare oltre. Lo ribadisco. Non è materia semplice. Ma proprio perché abbiamo un ruolo, noi come rappresentanti politici e istituzionali, gli altri come esponenti delle parti sociali, è indispensabile arrivare al dunque già ora per essere con gli strumenti pronti non appena sarà varata la prossima Finanziaria che ci darà modo di muoverci in maniera migliore”.