Composta la commissione prefettizia che guiderà Pachino per i prossimi 18 mesi
Sarà retta dal viceprefetto, Carmelo Musolino, dalla viceprefetto aggiunta, Rosanna Mallemi e dal dirigente dell’Area 1, Vincenzo Lo Fermo. Tanti i commenti e le prese di posizione delle ultime ore
(19 febbraio 2019)
Saranno il viceprefetto, Carmelo Musolino, la viceprefetto aggiunta, Rosanna Mallemi e il dirigente dell’Area 1, Vincenzo Lo Fermo, a comporre la commissione prefettizia incaricata della gestione provvisoria del Comune di Pachino nei prossimi 18 mesi. A stabilirlo il prefetto di Siracusa, Luigi Pizzi, a seguito dello scioglimento del Consiglio comunale di Pachino per infiltrazioni mafiose, decisione maturata durante la riunione del Consiglio dei Ministri dello scorso 14 febbraio. Provvedimento, lo ricordiamo, scaturito in seguito ad un rapporto consegnato al Ministero dell’Interno al termine di indagini avviate lo scorso Aprile, dalla commissione nominata e inviata dal Prefetto Giuseppe Castaldo, “al fine di verificare eventuali possibili forme d’infiltrazione o di condizionamento, di tipo mafioso o similare, tali da compromettere il regolare svolgimento dei servizi ovvero il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale”.
Un Rapporto, quello giunto sul tavolo del Ministro Salvini, di non si conoscono ancora i termini ma nei confronti del quale non sono mancati dissensi e polemiche. Dopo lo sfogo del primo cittadino pachinese, Roberto Bruno, secondo il quale lo scioglimento del Civico consesso “rappresenta più un attacco di natura politica contro la sua amministrazione, ritenuta non ‘trasparente’, che la volontà di difendere la legalità”, sono arrivati i commenti dei vari gruppi consiliari secondo i quali è opinione comune che, pur nella ricerca della verità, la decisione adottata dal Governo rischia di ritorcersi contro una comunità laboriosa ed onesta, “scrivendo una pagina nera da cui sarà difficile venir fuori senza conseguenze”.
A commentare in questi giorni quanto accaduto anche il deputato nazionale siracusano del M5S, Paolo Ficara, che sulla vicenda si esprime così: “Che certe ombre sull’Amministrazione di Pachino ci fossero era risaputo, a me onestamente lasciano esterrefatte le dichiarazioni del Sindaco quando parla di attacco politico e mi rammarica che, in questi mesi, nonostante i fatti eclatanti accaduti, in seno al civico consesso non si siano prese delle decisioni anche forti di netta distanza da certi avvenimenti. Il Sindaco Bruno definisce la decisione del Consiglio dei Ministri come una scelta politica di un governo ostile, affermazione che mi sembra paradossale perché voglio ricordare che il provvedimento è scaturito da indagini avviate da una commissione d’inchiesta costituita durante il Governo Gentiloni, quindi dello stesso colore del sindaco Bruno e della sua Giunta. Purtroppo non c’è nulla da esultare quando succedono cose simili ma se si è presa questa decisione evidentemente c’erano elementi su cui porre attenzione e quindi adesso bisognerà fare chiarezza. A mio parere, per Pachino e tutti i suoi abitanti, questi fatti non devono essere sinonimo di rassegnazione al fenomeno malavitoso ma al contrario devono rappresentare un momento di rivalsa. Il giusto scatto d’orgoglio da parte delle migliaia di persone oneste, che vivono e operano nella legalità. E’ ora di far capire a tutti da che parte stanno”.
Di una comunità operosa e produttiva che merita rispetto e condizioni favorevoli per crescere hanno parlato anche i rappresentanti del Consorzio del Pomodorino di Pachino: “Ci auguriamo, da rappresentanti dell’agricoltura locale, che quanto accaduto non diventi una macchia per il nome del nostro prodotto, ottenuto da chi opera nel pieno rispetto della legalità, dimostrando quotidianamente il proprio valore morale” dichiara il presidente del Consorzio, Salvatore Lentinello, che aggiunge: “Siamo vicini al sindaco e alla sua amministrazione, investiti da un provvedimento che non deve in alcun modo mettere in discussione i loro valori e quelli dei pachinesi tutti”. Al disappunto devono però seguire fatti concreti e, a questo proposito, il presidente Lentinello lancia tre iniziative che possano realmente favorire un clima di legalità: un incontro con il Prefetto Pizzi al quale proporre la firma di un protocollo di legalità, un altro con l’associazione anticrimine locale per gettare le basi di una possibile collaborazione ed infine la promozione della II edizione della marcia per la legalità il prossimo 12 aprile.
Di ripristino della legalità parla anche la coordinatrice provinciale di Libera contro le mafie, Lauretta Rinauro: “Senza dubbio, Pachino è una città che ha visto, negli ultimi anni, venire fuori il fenomeno. I fatti che si sono verificati, fra tutti l’incendio al Consorzio del Pomodorino, non fanno altro che avvalorare la decisione presa dal Consiglio dei Mnistri. In questa fase è difficile prendere posizione, perché il commissariamento serve proprio per valutare se le infiltrazioni esistono e in che misura. Ritengo, – continua la coordinatrice di Libera – che sia fondamentale, visto che parliamo della gestione dei soldi pubblici e quindi degli interessi dei cittadini, che in questo periodo di transizione nella gestione del comune pachinese si faccia chiarezza e si individuino, ove esistano, collusioni col malaffare. Lo si deve prima di tutto alla cittadinanza – ribadisce con forza – che doppiamente paga il prezzo in termini di mancato sviluppo dell’economia del territorio e di immagine della città, questo Pachino non lo merita, come non lo meritano tutti coloro che hanno sempre lottato per difendere la legalità in questa terra”.
Nadia Germano Bramante