Com’è cambiata la sanità iblea in questi anni: il bilancio del direttore sanitario
"Abbiamo dato un senso agli ospedali minori, tanti i progetti in cantiere: dal trattamento del linfedema a quello odontoiatrico per i disabili"
(da La Sicilia del 26 maggio)
Con la partenza del direttore generale Angelo Aliquò, per l’Asp di Ragusa si chiude un ciclo iniziato con la necessità di prendere in mano e rilanciare il Giovanni Paolo II e che si chiude con diversi progetti in cantiere volti a ridare dignità agli ospedali minori. Nel mezzo c’è tanto altro e, soprattutto, c’è stata una pandemia che ha fortemente condizionato l’attività dell’Azienda Sanitaria Provinciale. La partenza di Aliquò, allora, è l’occasione per fare un consuntivo sulla gestione sanitaria in provincia a partire dal novembre 2018. Aliquò, al momento, preferisce non rendere dichiarazioni in merito al suo trasferimento, così abbiamo chiesto di tracciare un bilancio dell’attività al direttore sanitario Raffaele Elia arrivato a Ragusa il 14 giugno del 2019. «Il consuntivo- esordisce Elia- è favorevole all’Azienda e, quindi, a tutta la cittadinanza della provincia di Ragusa perché, in un’epoca come quella che abbiamo vissuto, tutti i nostri progetti sono andati avanti. Mi riferisco ad esempio alla nomina di 32 primari che prima non c’erano, abbiamo quindi dato una continuità a tutte le Unità Operative che prima erano sprovviste di primario. Dopo abbiamo enfatizzato le attività del territorio perché, se il territorio funziona bene funzionano bene anche gli ospedali. Mi spiego meglio: se il paziente viene trattato bene a casa o, comunque, in un setting assistenziale che sia diverso rispetto a quello dell’ospedale, questo favorisce la guarigione o la cura non andando così ad ingolfare i nosocomi e i pronto soccorso.
Un rammarico? La carenza cronica di medici. Valutiamo i see and treat
L’unico rammarico che abbiamo- continua Elia- è la cronica carenza di anestesisti e dei medici del pronto soccorso. Ricordo ad esempio che lo scorso anno abbiamo cercato di superare il problema della carenza dei medici nelle guardie mediche inventandoci la “guardia infermieristica turistica”. Questo, al di là delle misure alternative che stiamo mettendo in atto, stiamo valutando di farlo anche per i pronto soccorso prendendo spunto da quanto fatto in Toscana con i cosiddetti “see and treat”. Ci sono delle patologie che possono essere viste e trattate dall’infermiere così da consentire il deflusso di pazienti che altrimenti ingolferebbero i pronto soccorso».
Gli ospedali minori utilizzati per la lunga degenza e non solo
La direzione di Aliquò lascia anche tanti progetti in cantiere volti a dare un senso anche agli ospedali minori al fine di evitare la fuga dei pazienti in altre Aziende. «Gli ospedali minori non sono stati dimenticati – afferma Raffaele Elia- tanto è vero che ad esempio a Scicli c’è un’appendice del Bonino Pulejo (con le attrezzature che ormai sono nostre) e che molto si sta facendo anche a Comiso dove siamo già in procinto di progettare la vasca di riabilitazione. Abbiamo messo in cantiere l’ambulatorio per il trattamento del linfedema (a Comiso) con il personale già adeguatamente formato. Altra cosa importante il trattamento odontoiatrico per i disabili, il 3 giugno inizieremo con l’attività ambulatoriale e il 4 con quella chirurgica. Potrei aggiungere tante altre attività, ma posso concludere dicendo che in questi anni abbiamo lavorato tanto nonostante la pandemia»