Cisl Ragusa-Siracusa: operatori sanitari senza protezione e tempi inaccettabili per verifica tamponi
L'Asp aretusea bolla come falsità la drammatica denuncia audio-video registrata in una tenda del pre-triage, ma il problema è avvertito e a rilanciarlo è l'organizzazione sindacale che chiede verifiche anche a Ragusa
(30 marzo 2020)
I vertici dell’Azienda sanitaria provinciale di Siracusa hanno bollato come ‘falsità’ le affermazioni contenute in un video drammatico, circolato sui social, contenente la denuncia dei gravissimi rischi che corrono gli operatori sanitari di cui sarebbe autore uno di questi ultimi che ora la polizia postale sta cercando di identificare. Ciò, appunto, in seguito alla denuncia annunciata dall’Asp aretusea che nega l’esistenza del problema e che definisce ‘fantomatico operatore sanitario’ l’autore del video che lo avrebbe registrato in una delle tende del ‘pretriage’.
Ma il problema rimane e non fa dormire la notte migliaia di persone, direttamente o indirettamente, interessate.
Se ne fa portavoce Vera Carasi, segretaria generale della Cisl Siracusa-Ragusa, per la quale “gli operatori sono senza dispositivi di protezione individuale” e invita a controllare anche nell’area iblea lo stato complessivo di salute della sanità, perché anche qui stanno emergendo alcune criticità.
“Stiamo monitorando, in questi giorni, la situazione in cui – afferma Carasi – si trovano costretti a lavorare gli operatori della sanità che, come tutti sappiamo, risultano essere in trincea. Abbiamo, purtroppo, rilevato problematiche non semplici da risolvere e rispetto a cui, con le opportune sollecitazioni, ci stiamo adoperando affinché si possa addivenire il prima possibile a una soluzione.
Stiamo parlando – aggiunge Carasi – di personale come medici, infermieri, operatori sociosanitari, pulizieri, in prima linea nell’ambito dell’attuale emergenza sanitaria e che avrebbe bisogno della massima attenzione. E però ci confrontiamo con il tempo della verifica dei tamponi, che non sempre è accettabile, per non parlare, fatto ancora più grave, della carenza dei dispositivi di protezione individuale che dovrebbero essere il primo punto di riferimento per quanti si trovano a operare in questo ambito, a maggior ragione oggi che siamo nel pieno dell’emergenza sanitaria. Ecco perché sollecitiamo l’applicazione piena del protocollo di sicurezza siglato a livello regionale. Sappiamo che la direzione generale dell’Asp di Ragusa sta portando avanti un buon lavoro. Ma occorre fare di più, occorre un impegno maggiore. E il sindacato, nelle sue varie articolazioni, è disponibile a fornire il proprio supporto, attraverso confronti immediati”.
“Riteniamo – dice ancora il segretario generale – che il tempo delle parole sia finito da un pezzo. Adesso, sono necessari soltanto i fatti. Non possiamo fare correre rischi agli operatori del Pronto soccorso, dove subire il contagio, essendo una sorta di front office, può essere più probabile. E lo stesso dicasi per i medici e tutto l’altro personale che agisce in corsia. Tutto deve essere effettuato seguendo le prescrizioni del protocollo proprio per abbattere questi stessi rischi in capo agli operatori. Ai quali va il nostro ringraziamento per come si stanno dando da fare nel fronteggiare un nemico subdolo e invisibile. E’ una sfida epocale quella che stiamo affrontando. Se ne potrà uscire se ci muoveremo tutti assieme verso l’unica direzione possibile, rispettando al massimo le prescrizioni previste”.