Centro Commerciale Culturale Ragusa: il bando della discordia
Botta e risposta tra l'assessore alla cultura, Clorinda Arezzo, e il circolo cittadino di Fratelli d'Italia
(29 aprile 2022)
L’avviso di manifestazione di interesse bandito dal Comune di Ragusa per l’affidamento in concessione della gestione del Centro Commerciale Culturale Mimì Arezzo di via Matteotti ha generato parecchie perplessità da parta del circolo cittadino di Fratelli d’Italia (LEGGI: Centro Commerciale Culturale Ragusa, “deserta la manifestazione di interesse, bando impossibile”). Non è esitata ad arrivare la replica dell’assessore alla cultura Clorinda Arezzo, e, successivamente, la controreplica di FDI.
Forse l’assessore Arezzo, nella foga di dover controbattere alla nostra nota di ieri, ha voluto fraintendere la questione da noi sollevata: in nessun punto della nota è stata criticata l’attuale gestione del Centro Commerciale Culturale, tant’è vero che la nostra nota si chiudeva con l’invito a non perdere l’esperienza maturata. Abbiamo criticato il contenuto dell’avviso di manifestazione di interesse. Nella sua replica, l’assessore dice che alcuni servizi sarebbero stati sostenuti dal Comune e che non era richiesto nessun investimento al futuro gestore della struttura. È falso: il Comune non avrebbe coperto del tutto nessun servizio di quelli citati dall’assessore, ma avrebbe compartecipato alle spese con una quota fissa stabilita in 15mila euro l’anno (a base d’asta, quindi in verità una cifra inferiore) più i possibili introiti, stimati dallo stesso bando in 10mila euro annui. Secondo una nostra stima, invece, solamente per il personale, la spesa che si dovrebbe affrontare per reggere una tale organizzazione potrebbe aggirarsi intorno agli 80/90 mila euro l’anno. È del tutto evidente che un investimento economico da parte dell’impresa concessionaria è richiesto eccome! Tuttavia, non è questo il punto: è normale che un concessione in gestione di un bene preveda un investimento. La questione da noi sollevata è che il bando, per soli soli due anni, per come è progettato prevede una tale quantità di prescrizioni e spese – come quelle per il personale appunto – da essere poco appetibile, tanto da andare deserto. D’altra parte è proprio l’assessore Arezzo ad ammettere, senza rendersene conto, che le cose non stanno proprio come dice, confessando che fino a questo momento la struttura è gestita dall’Amministrazione “tramite dipendenti comunali e volontariato: guardiania, manutenzione, pulizia, gestione e prenotazione degli spazi, supervisione delle attività, utilizzo delle attrezzature tecniche, aggiornamento del sito web, creazione e invio delle newsletter periodiche”, e specificando che il Comune avrebbe stanziato solamente “quanto attualmente viene destinato alla custodia”.
Ci viene da pensare che a Palazzo dell’Aquila si sia persa completamente la cognizione di cosa voglia dire assumere del personale e gestire una struttura senza il preziosissimo contributo di custodi e operatori di ogni tipo già in carico all’Ente, volontari, consulenti gratuiti e/o pagati dall’Amministrazione. Naturalmente nell’avviso non si fa menzione dell’affitto, ci mancherebbe altro visto che le spese da sostenere sarebbero già enormi. Su una sola cosa l’assessore ha ragione e cioè a carico del gestore sarebbe stata la manutenzione ordinaria e non quella straordinaria come abbiamo scritto nella nota. Si tratta, ovviamente, di un palese lapsus da parte nostra. Si capisce, comunque, che nel totale dell’investimento complessivo che un’associazione o impresa dovrebbero affrontare anche le spese di manutenzione ordinaria contribuiscono a far lievitare i costi di gestione.
Spiace, piuttosto, che l’assessore non abbia voluto rispondere alle nostre domande di natura politica che proponiamo nuovamente (repetita iuvant):
– il Comune di Ragusa ha già istituito, nel ’91, un ente di promozione culturale e gestione di immobili per tale finalità, il Centro Servizi Culturali; come mai non si è pensato di affidare a tale ente la gestione della struttura di via Matteotti?
– Se l’intendimento era quello di tenere le due entità (C.C.C. e C.S.C) separate come mai non si è ragionato sulla possibilità di istituire un altro organismo, simile a quello nato nel ‘91, capace di gestire la struttura e mettendo a bando pubblico l’assunzione del personale?
– Considerando che il Comune spende 18mila euro l’anno di affitto per il C.C.C., non ritiene opportuno l’Amministrazione comunale proporre l’acquisto dell’immobile che tra l’altro confina con il futuro Teatro Concordia consentendo a tutta l’area di diventare un’unica struttura dedicata alla cultura nella nostra città?
– In considerazione del fatto che l’avviso è andato deserto oltre un mese fa, si sta pensando o no a un nuovo avviso con caratteristiche diverse?
– Può l’assessore Arezzo garantire che non si stia già concordando la gestione della struttura con qualche associazione in modo da essere svincolati dal bando ormai scaduto e al quale nessuno ha voluto partecipare nonostante la sua straordinarietà?
In ultimo dobbiamo concederci una considerazione conclusiva: ogni volta che qualcuno muove una qualunque critica a questa Amministrazione, la replica non è mai totalmente nel merito, ma diventa un biasimo alla libertà di espressione, accusando i temerari che si sono permessi a sollevare qualche dubbio di voler perseguire interessi politici, come se questi fossero motivi di vergogna. I partiti politici fanno politica – guarda un po’! – e gli interessi politici che perseguono riguardano il bene della città e di chi ci vive. Fratelli d’Italia è fiera di avere tali interessi politici che sono sempre rivolti a contribuire al miglioramento della nostra società”.