Catania, scoperta frode fiscale internazionale: coinvolte 3 società mediche
Le società emettevano false fatture per contratti di assicurazione mai esistiti
(14 ottobre 2020)
Coinvolte tre società con sede a Catania e un articolato sistema di frode fiscale con profilo internazionale. Si tratta dell’operazione dei Finanzieri del comando provinciale di Catania che ha portato all’individuazione di fatture per operazioni inesistenti per 750mila euro, alla denuncia di tre persone per reati tributari e al sequestro preventivo, disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, di oltre 200mila euro, provento dell’imposta evasa.
Il controllo è iniziato nei confronti di due società, entrambe con sede nel capoluogo e operanti nel settore medico: le due imprese sottoposte a verifica sono attive nella fornitura di dispositivi chirurgici e apparecchiature elettromedicali a enti ospedalieri pubblici e privati. In particolare, si sono concentrati su tre distinti contratti di assicurazione per copertura del rischio di insolvenza dei crediti che le due società avevano sottoscritto con una compagnia di assicurazione di diritto tedesco, avvalendosi, per il perfezionamento dei contratti, di un broker in qualità di intermediario.
Il broker operava come “cartiera”, emettendo false fatture per contratti di assicurazione in realtà mai esistiti. Importante è stata la collaborazione della polizia tedesco che ha confermato l’inesistenza di qualsivoglia relazione commerciale tra la società tedesca e quelle catanesi e, pertanto, la falsità dei contratti individuati dagli investigatori. Questi ultimi fatturati dalla “cartiera” sono serviti alle due società catanesi per indicare costi fittizi nelle dichiarazioni dei redditi.
Dunque, sono stati denunciati i legali rappresentanti delle due società mediche per dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti e il broker per emissione di fatture per operazioni inesistenti, finalizzate a consentire alle due società di evadere le imposte. Inoltre, sono state ricostruite fatture per operazioni inesistenti per a 750mila euro, indebitamente dedotte quali costi fittizi ed è stato disposto dal gip il sequestro di circa 200mila euro, ricavo dell’evasione.