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Calcio: l’ASD Ragusa conquista l’Eccellenza. Coach Raciti: “Un successo da dedicare alla città”

"La vittoria a Licodia Eubea mi ha fatto capire che potevo contare su un gruppo di ragazzi con un carattere fuori dal comune - commenta il tecnico - e da quel momento abbiamo ripreso a marciare. In sei giorni si è decisa tutta la nostra stagione"

(1 aprile 2019)

“Un successo meritato. Siamo stati in testa, in pratica, sin dall’inizio. E, alla fine, ci siamo regalati questa bella soddisfazione. Un ringraziamento alla società, all’apparato dirigenziale, allo staff tecnico, ai giocatori, ai tifosi e alla città per questo bel risultato”. Così parla il tecnico dell’Asd Ragusa Calcio 1949, Filippo Raciti, all’indomani del successo ai danni del Don Bosco Aidone, con il risultato di 3-1, che, con un turno di anticipo, ha consegnato alla squadra azzurra le chiavi per accedere al campionato di Eccellenza. Bella cornice di pubblico ieri allo stadio Aldo Campo di contrada Selvaggio con i palloncini azzurri a punteggiare le presenze. Spettatori che sin da subito hanno potuto far festa visto che il match si è sbloccato al 3’ minuto con la rete di Mogni sul filo del fuorigioco. Poco prima del rientro negli spogliatoi ci ha pensato capitan Filicetti, su rigore procurato da Ricca, a raddoppiare i conti.

Il Don Bosco Aidone, che ha onorato al meglio la gara, si è rifatto sotto dimezzando le distanze dopo qualche minuto. Nella ripresa, poi, quasi sul finire, il bel gol di Passewe ha consolidato il successo e sancito il via, dopo il fischio finale dell’arbitro De Caro di Agrigento, alla festa. Tra il primo e il secondo tempo, il presidente Nicola D’Amico ha consegnato una maglia azzurra con il numero 12, lo stesso che ha portato in giro per una vita sui campi di basket di tutta Italia, al sindaco Peppe Cassì, al presidente dell’Avis comunale Paolo Roccuzzo e a Salvatore Tavolino che, oltre che allenatore in seconda degli azzurri, è anche presidente dell’associazione Faster. “La squadra – dice ancora Raciti – ha operato con grande professionalità sin dall’inizio, dal primo giorno di allenamento. Abbiamo cercato di fare in modo che la fame e la cattiveria potessero rimanere per tutto il torneo. E poi, nessuno ci ha regalato niente”.

Quando Raciti ha compreso di avere in tasca il successo nel campionato?

Di certo, la vittoria sul campo di Licodia Eubea mi ha fatto capire che potevo contare su un gruppo di ragazzi che aveva un carattere fuori dal comune. Venivamo da un periodo non facile e da quel momento abbiamo ripreso a marciare. Infatti, il mercoledì siamo andati a conquistare la semifinale di Coppa sul campo dell’Acquedolcese Nebrodi e poi il sabato ci siamo imposti nei confronti del Real Siracusa. Insomma, in sei giorni si è decisa tutta la nostra stagione.

Un Ragusa, quest’anno, infarcito di stranieri. Quanto la loro presenza ha inciso sul raggiungimento dei risultati?

Hanno portato una mentalità, una cultura degli allenamenti di certo positiva. Non si risparmiano mai. E questo contagia in maniera positiva tutti gli altri. Certo, venivano fuori da esperienze calcistiche molto differenti dalle nostre e assemblarli non è stato semplice. Ma alla fine siamo arrivati al dunque e di certo anche loro hanno onorato la maglia.

L’anno scorso Raciti guidava sempre il Ragusa che fu retrocesso nel campionato di Promozione. Quest’anno il successo e il salto di categoria…

Diciamo che quando ci sono risultati negativi comunque bisogna essere bravi a raccogliere gli elementi necessari per costruire le future vittorie. Ed è quello che abbiamo cercato di fare, per fortuna riuscendo nell’intento.

A chi dedica questa promozione?

Intanto alla mia famiglia, a cui ho tolto molto tempo e poi alla città di Ragusa che, da quando sono arrivato, mi ha ben accolto. Ero debitore nei confronti di Ragusa. Speriamo in questo modo di avere in qualche modo colmato parte del debito. E poi non posso non dedicare il trionfo alla società, alla squadra e ai tifosi.

 

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