Calaforno, distrutto il patrimonio boschivo della provincia: “necessarie risposte da Palermo”
Soldi pubblici indirizzati alla salvaguardia idrogeologica sono finiti in fumo in poche ore
(12 agosto 2021 – Calaforno)
Le fiamme di ieri, al Parco di Calaforno, hanno distrutto il patrimonio boschivo della provincia di Ragusa. Tanta la rabbia e l’indignazione espressa sui social verso chi, probabilmente mosso da interessi personali, ha compiuto un’azione scellerata e criminale. C’è chi si sta già muovendo a livello politico per “fare in modo che da Palermo arrivino risposte tese a rimediare a una simile devastazione”. E’ il commento che arriva dal presidente della commissione Attività produttive all’Ars, on. Orazio Ragusa. “Si è rotto l’incantesimo. Si è spezzata l’armonia. Il danno è pesante, – prosegue – di certo irrecuperabile in tempi brevi. Non ci sono parole per descrivere la gravità di quello che è accaduto. Rimango inorridito al pensiero di quante bestiole chiuse nei recinti siano rimaste vittime delle fiamme. E, ancora, quanta passione, quanto lavoro, quanti soldi pubblici indirizzati alla salvaguardia idrogeologica sono finiti in fumo in poche ore. Da subito, però, dobbiamo pensare a ricostruire, a ricreare le condizioni per ripartire. La politica scommette buona parte della propria credibilità su questo versante. Il fuoco è ancora caldo, i danni non ancora quantificati. Ma, sin da subito, è necessario predisporre un piano d’azione per fare rivivere il parco di Calaforno. Ieri, mentre guardavo le immagini di quella devastazione – continua l’on. Ragusa – c’era qualcosa dentro di me che stava morendo. In molti sanno che, per il mio trascorso professionale, sono molto vicino agli operatori e ai fruitori delle aree boschive. Quindi, so benissimo quale la percezione e che cosa significa subire un danno del genere. Ho sempre pensato che la prevenzione sia l’arma più efficace per difendere il patrimonio boschivo. L’irrigidimento nei confronti dei fruitori del bosco a qualsiasi titolo non ha portato alcun vantaggio”.
Prosegue: “Mi ritornano in mente le parole del professore Cesare Cantelmo, conosciuto negli stage professionali tenuti presso le varie scuole di formazione forestale, che faceva sempre riferimento alla necessità di riprendere per mano la comunicazione a tutti i livelli, dal dirigente al semplice cittadino che porta la famiglia a passeggio nelle aree boscate. Dopo un comprensibile smarrimento, quindi, ho riflettuto sul fatto che è necessario da subito rimboccarsi le maniche. Per questo mi sono attivato con il Governo siciliano, ho cercato di capire qual è la strada perché si possa avviare un’azione di ricostruzione. Mi impegno anche, come presidente della commissione, ad attivare tutti i canali istituzionali necessari per arrivare a una convocazione a Palermo con tutti i soggetti interessati affinché, dopo che il quadro della situazione sarà chiaro, – conclude – si possa allestire un piano d’intervento. Siamo tutti devastati dall’accaduto. Ma la politica ha il dovere di non stare a guardare e di reagire subito per trovare delle risposte”.