“Bisogna superare le incertezze normative per lo sviluppo della filiera della canapa”
A dirlo è stato il presidente di ANCICA (Associazione Nazionale Coltivatori Italiani di Canapa), Antonino Chiaramonte, durante l'audizione informale presso la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, per l’utilizzo agricolo dei prodotti derivati dalla canapa
(26 ottobre 2019)
Ieri mattina il Vice Presidente UCI, Francesco Leone, e il Presidente di ANCICA (Associazione Nazionale Coltivatori Italiani di Canapa), Antonino Chiaramonte hanno partecipato all’audizione informale presso la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, per l’utilizzo agricolo dei prodotti derivati dalla canapa.
Il Vice Presidente Leone ha illustrato alcune essenziali questioni che condizionano pesantemente lo sviluppo economico della filiera, in una fase della vita del settore agricolo di gravi emergenze e di fragilità sui mercati nazionali e internazionali, sollecitando una concertazione interministeriale, (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero degli Interni e Ministero della Salute) per chiudere l’annoso problema dell’incertezza di un quadro normativo di riferimento incompleto e di pregiudizio per lo sviluppo del settore. Per superare tutti questi ostacoli alla diffusione della canapa quale coltivazione alternativa e più remunerativa per gli agricoltori, ha proposto la creazione di un’entità di riferimento del settore, che abbia la funzione di concentrare la biomassa della canapa, di certificare la conformità alle norme, la qualità e la sicurezza del processo e del prodotto, agevolandone la commercializzazione con una piena tutela dei produttori agricoli, della salute pubblica e della sicurezza nel consumatore.
Antonino Chiaramonte, Presidente di ANCICA, ha ribadito che la filiera della canapa potrebbe ricoprire un ruolo di fondamentale importanza anche in termini di risanamento ambientale, e per raggiungere questi obiettivi ha bisogno di certezze normative, base necessaria per qualunque tentativo di sviluppo ribadendo che “in tal senso si auspica una rapida concertazione interministeriale che coinvolga i dicasteri della Salute, degli Interni e delle Politiche Agricole”, le sue parole.
Le proposte di ANCICA vanno in questa direzione; creare un polo sementiero e di ricerca, coinvolgendo le istituzioni della ricerca e dell’Università, consentirebbe di brevettare semenze autoctone e non per ultimo questo innalzamento del valore massimo del THC (tetraidrocannabinolo) ora consentito fino allo 0,3% (rispetto allo 0,2% attualmente in vigore) porterebbe l’ampliamento del “Catalogo delle Sementi Autorizzate” ad oltre 300 varietà con un potenziale economico dirompente rispetto alle restrizioni ora in essere.
Estremamente rigoroso nella sua disamina tecnica in risposta alle domande della commissione e dei parlamentari presenti ha poi completato in maniera esaustiva il quadro informativo sulla canapa e sui suoi impieghi. Ha informato la Commissione ed i deputati presenti in audizione che i nostri partner tecnologici hanno provveduto al perfezionamento di macchine per la trasformazione della materia prima agricola e per il suo sfruttamento ottimale e completo in grado di esaurire il ciclo completo di lavorazione e trasformazione della pianta nei vari sottoprodotti. Chiaramonte ha concluso ricordando che il raccolto appena prodotto attende la giusta collocazione sul mercato, “auspicando che almeno per il prossimo anno il quadro normativo avrà dissipato ogni dubbio”.
Comunicato stampa