Angelo Aliquò nuovo Direttore Generale dell’ASP. “Sono felice di essere tornato, e voglio gente felice di lavorare qui”
I primi obiettivi? Sbloccare i concorsi e immettere nuovo personale, eliminare il precariato e snellire le liste d’attesa, soprattutto nel settore della prevenzione. Il paziente al centro di tutto, perché la salute è un diritto sancito dalla Costituzione
(20 dicembre 2018)
Accelerare l’iter per sbloccare i concorsi, immettere nuovo personale laddove sia carente, eliminare il precariato e snellire le liste d’attesa, soprattutto nel settore degli screening e della prevenzione. Sono i primi obiettivi che Angelo Aliquò, da oggi ufficialmente nuovo manager dell’ASP di Ragusa, intende perseguire, nell’ottica di una sanità che metta al centro sempre e comunque il paziente. “La sanità pubblica è uno dei valori più grandi della nostra nazione – ha dichiarato – mentre altrove per curarsi bisogna avere i soldi o essere coperti da assicurazione. Qui no, ed è doveroso, da parte di ogni operatore, garantire agli utenti che questo diritto costituzionale venga rispettato”.
Angelo Aliquò, nato a Palermo il 16 gennaio 1968, torna a Ragusa dopo 4 anni con l’incarico di Direttore Generale dopo essere stato Commissario Straordinario dal 5 dicembre 2012 al 14 febbraio 2014. Successivamente è stato Direttore Generale della SEUS 118, la società pubblica che garantisce il servizio di trasporto di emergenza-urgenza in Sicilia, e in qualità di Commissario Straordinario ha amministrato l’unico IRCCS Pubblico della regione Siciliana: il Centro Neurolesi “Bonino Pulejo”, attivando, oltre che l’ampliamento dell’Istituto con l’accorpamento del presidio Piemonte di Messina, anche la rete della Neuroriabilitazione Regionale che ha consentito di aprire sedi dell’IRCCS a Palermo, Salemi e Catania. Vanta anche una lunga esperienza in diversi settori della pubblica amministrazione ed ha lavorato presso l’Assessorato della Salute dal 2000, svolgendo con l’Assessore Russo dal 2008 al 2012 il ruolo di Dirigente della Segreteria tecnica anche come Coordinatore e Componente Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici Istituito presso il Ministero della Salute.
La sanità, insomma, l’ha osservata e gestita da molteplici punti di vista, e adesso questa formazione vuole metterla al servizio del territorio. In quello ibleo poi, ha detto stamattina nella conferenza stampa di presentazione, ha lasciato il cuore. “Avevo 45 anni quando sono arrivato qui la prima volta, ora ne ho 51 e un differente bagaglio di esperienze. Mi sono occupato dell’area emergenza e di un centro di ricerca che, nel frattempo, è diventata un’azienda ospedaliera. Ora ritorno in un’ASP con una prospettiva più lunga, ma in questi 4 anni ho sempre seguito le vicissitudini della sanità iblea, seppur da lontano e in silenzio, perché qui ho conosciuto tante persone meravigliose e sono felice di essere tornato”.
In 4 anni sono sicuramente cambiate tante cose. Nel suo primo giro di ricognizione, cosa ha notato?
C’è qualche settore che funzionava benissimo e che adesso ha perso alcune professionalità, e ce ne sono altri che non ingranavano e che sono stati rilanciati, ad esempio l’otorinolaringoiatria e l’urologia, che possono davvero contare su grandissimi professionisti, oppure l’attività chirurgica e oculistica. E’ importante, però, sostituire velocemente chi è andato in pensione, senza disperdere la storia e la qualità di questi settori.
Non solo, anche aiutare chi è precario o vorrebbe fuggire dal pubblico…
Abbiamo eccellenze che in tanti ci invidiano, una su tutte l’ematologia e la Banca del Sangue, e che però si affidano a personale che non sa dove sarà fra sei mesi. Non si può andare avanti con i rinnovi, ci si demotiva. Le persone vanno rese responsabili del proprio lavoro, e non devono avere il pensiero di venire periodicamente a chiedere se saranno confermati. Voglio gente che sia felice di lavorare qui, che sia orgogliosa di far parte di questo sistema e che sia serena, per trasmettere serenità alla gente. Per questo le assunzioni sono un mio chiodo fisso. Non dobbiamo farci scappare professionisti seri e qualificati, dobbiamo dare la possibilità alle persone valide di stare con noi e di avere a disposizione anche attrezzature di ultima generazione per esercitare al meglio il loro lavoro. Per questo motivo, tutto quello che possiamo fare in ottica concorsi lo faremo immediatamente, come anche tutto ciò che attiene all’area delle emergenze. Per le altre specialità dobbiamo ancora chiedere il nulla osta all’assessorato, ma ci muoveremo con rapidità.
Anche per dimezzare le liste d’attesa…
4 mesi per uno screening oncologico sono senz’altro una follia, ma mi piacerebbe che passasse il messaggio che la sanità non è solo l’ospedale, c’è anche il territorio, per esempio con l’assistenza ambulatoriale, e meglio funziona il territorio, meno ricoveri ci sono in ospedale e più sicurezza c’è per gli utenti in cura.
Ieri mattina accompagnato dal direttore amministrativo, dr. Salvatore Lombardo, Aliquò ha incontrato Salvatore Lucio Ficarra, commissario straordinario uscente, per il passaggio formale delle consegne. Poi un giro negli uffici di piazza Igea per salutare i dipendenti e, nel pomeriggio, la visita nel nuovo ospedale Giovanni Paolo II che, quando è andato via da Ragusa, era ancora molto lontano dall’inaugurazione. “Il Giovanni Paolo II lo vidi, per la prima volta, sei anni fa – ha ricordato oggi Aliquò – e mi resi subito conto che non si poteva affatto aprire, come invece qualcuno mi aveva detto. Ora è finalmente realtà, sebbene a metà rispetto al progetto globale e originale. Si vedeva, comunque, già allora che la struttura era ben fatta, i lavori sono stati realizzati bene, anche esteticamente, ma è appena partito e ha bisogno di manutenzione continua. E’ un cantiere sempre aperto, ci sarà qualche correzione da fare, ma si riempirà di nuove funzioni e il nostro compito sarà quello di vigilare affinché tutto avvenga nel rispetto delle regole e senza far mancare l’assistenza ai cittadini”.
Non solo Ragusa, però. Riflettori accesi anche sul Busacca di Scicli, (per il quale in estate è stato firmato il documento che attesta la consegna all’Irccs Bonino Pulejo di Messina come sede satellite dello stesso istituto per il servizio cognitivo riabilitativo) e sui nosocomi di Modica e Vittoria. “Scicli va aperto subito – ha rimarcato – e, dato che vengo dal Bonino Pulejo, non può che essere una priorità per me. In queste ore vedrò l’ufficio tecnico per capire a che punto è sia questo iter che quello per il nuovo pronto soccorso del Guzzardi di Vittoria. Voglio rendermi conto di persona di quali siano i problemi da affrontare e incontrerò anche i sindaci, per sentire le esigenze del territorio. Modica e Vittoria devono godere della stessa dignità dell’ospedale di Ragusa, anche perché svolgono, in più, la funzione fondamentale di ospedali di confine, che attirano utenti anche da altre province. Quindi, in un’ottica di miglioramento dell’offerta sanitaria, dobbiamo renderli più sicuri, capaci di erogare cure rapide ed efficaci. Per quanto riguarda il pronto soccorso di Vittoria, che è, a livello provinciale, quello che annualmente registra più ingressi, il commissario uscente mi ha detto che la gara è conclusa, intendo quindi velocizzare l’iter. Voglio programmare a lungo termine e con più tranquillità rispetto a un manger che sa di dover andare via. Ovviamente, la speranza è quella di non dover risolvere solo emergenze e problemi, ma anche di poter pensare allo sviluppo futuro e ad una reale ‘promozione’ della nostra azienda”.
Valentina Frasca