Ancora vita grama per i produttori di grano duro della Sicilia
Una qualità buona la nostra ma la siccità dei mesi autunnali ha condizionato il mercato
Il mercato promette bene, con i prezzi che aumentano, ma ancora i produttori siciliani non riescono a coprire i costi per la produzione di grano duro. A Palermo, rispetto a solo due settimane fa, il prezzo del frumento di qualità media è salito di oltre due punti percentuale (2,7%), toccando la quotazione di 187,50 euro per tonnellata, mentre quello di alta qualità ha registrato un aumento del 2,6%, con una quotazione di 197,50 euro/tonnellata. Il grano duro di qualità inferiore, invece, è rimasto invece stabile a quota 177,50 euro.
La qualità in Sicilia resta mediamente buona, con punte di eccellenza. Nonostante ciò, il prezzo in termini assoluti è ancora basso ed occorre aspettare perché i produttori non siano più costretti a svendere il prodotto, come hanno dovuto fare sinora. Al momento, chi coltiva grano duro non è in grado di rientrare nemmeno delle spese di produzione, che oscillano tra i 220 e i 250 euro per ettaro. A ciò si aggiunga che il prossimo raccolto non si annuncia ricco, il che influirà negativamente sui prezzi.
La forte siccità dei mesi autunnali e invernali e le intense piogge durate fino alle prime settimane estive, con grandinate in alcuni casi, hanno condizionato fortemente la produzione, che in talune aree isolane è crollata mediamente del 40%.
“È il segnale che aspettavamo e che avevamo previsto – commenta Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale – ma è un prezzo ancora basso ed occorre aspettare. A meno di speculazioni sui mercati, l’effettivo andamento dei prezzi è destinato a crescere. Adesso si rischierebbe di svendere il prodotto”.
Il raccolto del 2017 nell’Isola è stato di quasi 8 milioni di tonnellate di grano duro (285 mila gli ettari dedicati, circa 70 mila i produttori). La provincia che ne ha prodotto di più è stata quella di Palermo (2,1 milioni di tonnellate), seguita da Enna (1,5 milioni) e Caltanissetta (1,2 milioni di tonnellate). Nel palermitano la produzione media è calata significativamente nel 2018, con punte negative nel corleonese, dove il raccolto si è fermato al 50% rispetto al 2017. Ne ha risentito anche il foraggio, bagnato e rovinato dalle piogge, particolarmente frequenti in nella tarda primavera ed in questa estate anomala.
C.L.