Agricoltura: cumulabilità agevolazioni a rischio?
Lo studio della Conferenza dei Commercialisti: una nota che potrebbe tagliare le gambe al comparto agricolo
Uno studio della Conferenza regionale dei Commercialisti rivela un dettaglio che potrebbe tagliare le gambe al settore agricolo:
Gli aiuti per chi opera in agricoltura sono sovrapponibili, ma solo entro determinati limiti imposti dalla Comunità Europa. Questa notizia è passata nel silenzio, senza alcun clamore mediatico, ma di fatto si tratta di una comunicazione che rischia di tagliare le gambe ad un intero settore: quello agricolo. In buona sostanza, in una nota della Direzione Generale dell’Agricoltura della Commissione Europea, inviata alla Regione Siciliana nel novembre del 2020, il DG Mihail Dimitru, rispondendo ad uno specifico quesito posto dalla Regione Siciliana in tema di cumulabilità tra aiuti, ha sostanzialmente affermato la sovrapponibilità tra strumenti agevolativi di diversa origine, ma solo entro i limiti massimi imposti dalla Comunità Europea. In altre parole, nonostante la dottrina consolidata consideri cumulabili gli aiuti di stato con le misure di carattere generale proposte dallo stato membro sino al 100% della spesa sostenuta, l’attuale posizione del DG Europeo all’Agricoltura limita tale cumulabilità entro una percentuale che si attesta a circa il 50% della spesa ammessa, con evidenti ripercussioni per il già asfittico comparto agricolo.
Un esempio concreto
Per essere ancora più chiari: un’azienda agricola che deve investire in processi di automazione industriale delle proprie serre, fino a qualche giorno fa poteva contare su un incentivo complessivo pari al 90% del valore del bene, adesso, si vede ridurre l’aiuto a quasi la metà. E questo solo per l’Agricoltura!! L’effetto di un simile parere, ad oggi comunque non vincolante, è dirompente poiché interviene direttamente sulle prerogative di Politica Economica di ogni Stato membro estendendo il perimetro di “competenza europea” ben oltre gli attuali confini. Tutto questo è il frutto dell’ambiguità delle norme che continua a rappresentare certamente un freno per lo sviluppo economico del Paese. Un giorno un ufficio sostiene una tesi, un altro giorno un ufficio diverso ne sostiene un’altra. Un chiaro esempio di quanto appena rappresentato è costituito da due differenti strumenti agevolativi disponibili per le imprese siciliane: il Piano per lo Sviluppo Rurale (o PSR) gestito dalla Regione Siciliana e le agevolazioni previste dal Piano Transizione 4.0 promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico. In quest’ottica, per esempio, tutti gli interventi previsti dal piano Transizione 4.0 non potranno più essere cumulati con le agevolazioni europee nei limiti del costo del bene ma dovranno soggiacere a ben altri e più stingenti limiti determinati dai massimali di ammissibilità riportati negli specifici regolamenti per l’agricoltura. In altre parole, qualunque strumento di sostegno agli investimenti concesso da uno Stato membro per l’agricoltura, da adesso dovrà fare i conti con le aliquote stabilite da Bruxelles anche quando si tratta di crediti d’imposta generalizzati e/o interventi a carattere generale. Al solo fine di portare chiarezza nel contesto normativo, pertanto, la Conferenza Regionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili è intervenuta sul tema con un quaderno di studio di recentissima pubblicazione. Tale documento, pubblicato sul sito della Conferenza, ricostruisce la genesi normativa che ha portato a tale incertezza sull’applicazione delle norme, cercando di fare chiarezza su un tema estremamente complesso e di quotidiana importanza per le imprese agricole, soprattutto in un momento come questo.