Disabilità e sessualità, Giovanni Gulino: ” Ancora oggi esistono barriere culturali da superare”
Il Comitato LoveGiver si impegna, insieme all’Associazione Luca Coscioni, per regolamentare l’assistenza sessuale e l’O.E.A.S. (Operatore all’Affettività, all’Emotività e alla Sessualità), figura professionale non riconosciuta legalmente in Italia
Maximiliano Ulivieri ha cominciato fin da giovanissimo a battersi affinché a tutti i disabili, affetti da disabilità fisico-motoria e/o psichico-cognitiva, venisse riconosciuto il diritto all’affettività ed alla sessualità. Nel 2013 ha fondato il Comitato Lovegiver, sulla scia di iniziative simili già consolidate in altri Paesi, come ad esempio in Germania o Danimarca. Ha scelto il termine Lovegiver per suscitare interesse e curiosità, ma in realtà è più corretto parlare di assistenza all’emotività, all’affettività e alla sessualità, assistenza fornita da professionisti formati ad hoc e definiti attraverso l’acronico O.E.A.S. (dove “o” sta per operatore)».
Il ruolo di un OEAS (operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità, è questo il nome tecnico della figura) è quello di dare un supporto sentimentale, affettivo ed erotico a persone che a causa della propria disabilità spesso si sono ritrovati a fare i conti con dei veri e propri muri di pregiudizi quando si parla di amore, sesso, intimità.
Giovanni Gulino, disabile 33enne ragusano, ci racconta: ”Come si può pensare che i familiari affrontino tali situazioni se fino a 50 anni fa avere un figlio disabile era considerata una vergogna? Ancora oggi esistono barriere culturali da superare. La società deve capire che i disabili hanno diritto di vivere la loro sessualità. A ottobre 2022 ho partecipato come comparsa ad un film con Nino Frassica e Stefania Sandrelli, ero l’unico disabile, nonostante ciò non mi sentivo un diverso, bensì parte integrante della società. Come sarebbe bello se fosse così anche in altri ambiti!