A Modica riapre il cimitero, sette sindaci iblei insorgono e denunciano Abbate: atto illegittimo e pericoloso
Ragusa, Comiso, Scicli, Ispica, Pozzallo, Acate e Giarratana paventano i rischi di una ribellione sociale se la decisione non sarà revocata con urgenza
(23 aprile 2020)
Il Comune di Modica riapre il cimitero e sette sindaci iblei si scagliano contro Ignazio Abbate. Sono i primi cittadini di Ragusa, Scicli, Comiso, Pozzallo, Ispica, Acate, Giarratana che parlano di riapertura autonoma e illegittima nonché di “fatto grave che crea confusione e disorientamento nella comunità iblea tutta, sentimenti che potrebbero sfociare in ribellione sociale qualora non venga revocata con urgenza.
Tutti noi amministratori – scrivono i sette sindaci – riceviamo da giorni pressanti richieste da cittadini che vorrebbero recarsi al cimitero per portare un saluto ai propri cari defunti, e siamo costretti a negare qualsiasi permesso uniformandoci alle prescrizioni e ai divieti imposti dalle autorità nazionali (da ultimo la circolare del ministro della Salute del giorno 8 aprile scorso, recante indicazioni emergenziali in tema di settore funebre, cimiteriale e di cremazione, che alla lettera G espressamente dispone che: “i cimiteri vanno chiusi al pubblico per impedire le occasioni di contagio…”).
Persino in occasione dei funerali è interdetto, da settimane ormai, l’accesso nelle aree cimiteriali anche dei parenti stretti, per cui a maggior ragione la decisione del sindaco di Modica appare ingiustificata e persino pericolosa, per i riflessi negativi che potrebbe avere nelle comunità degli altri comuni della provincia, che sentendosi ingiustamente penalizzati e discriminati, potrebbero dar luogo a forme di protesta incontrollata.
A prescindere dalla illegittimità della decisione, in relazione alla quale attendiamo un intervento urgente da parte delle autorità deputate al controllo del rispetto dei provvedimenti governativi, è evidente che va stigmatizzato il comportamento di qualsiasi amministratore locale che, in un momento di particolare emergenza sanitaria e sociale come quello che stiamo vivendo, assuma iniziative estemporanee in assoluto dispregio anche dei principi irrinunciabili ed inderogabili di univocità di approccio e di azione, al cospetto in particolare di temi che toccano le corde emotive più sensibili di ogni cittadino come quello in questione”.