Torri e Castelli
Ragusa
Castello di Donnafugata, Ragusa: situato a circa venti chilometri dall’abitato ed al centro di un parco esteso ben otto ettari, rappresenta uno dei siti turistici più interessanti di Ragusa. Nel parco lussureggiante si trovano grandi alberi di Ficus ed altre essenze esotiche. Al suo interno un labirinto, un tempietto circolare, una coffee-house e delle grotte artificiali. La leggenda narra che la principessa Bianca di Navarra vi fu imprigionata dal conte Bernardo Cabrera, signore della Contea di Modica, ma riuscì a fuggire attraverso le gallerie che conducevano nella campagna circostante. Il conte era talmente temuto dai sovrani di Palermo che non reagirono, né mai ridimensionarono il suo potere. L’edificio di 122 stanze, il cui nucleo originario risale al XVII secolo, si distingue per la sovrapposizione degli stili che si sono alternati nel corso dei secoli. L’elemento più antico della costruzione è la secentesca torre quadrata collocata nella parte centrale del complesso. Complessi lavori di ampliamento sono stati eseguiti nei primi anni del Novecento per volontà del barone Corrado Arezzo de Spucches. Il visitatore ha la possibilità di ammirare una preziosa loggia in stile gotico-veneziano, il Salone degli Stemmi, il Salone degli Specchi, la stanza da biliardo e la biblioteca.
Torre Cabrera, Pozzallo: Monumento Nazionale, edificio simbolo della città, venne costruito nel XV secolo dal conte Giovanni Bernardo Cabrera. La struttura imponente e la posizione strategica, ne fecero uno strumento di grande importanza militare. La torre era presidiata da un nutrito contingente di soldati, artiglieri e cavalieri che sorvegliavano la zona; sulle terrazze erano piazzati numerosi cannoni. Il piano superiore era adibito a residenza del castellano, sulle volte sono ben visibili gli stemmi araldici della famiglia Cabrera. All’interno è ancora possibile visitare una sala adibita alla detenzione e alla tortura dove i detenuti venivano incatenati e talora uccisi per annegamento, mediante un sistema di inondazione, durante l’alta marea. Il sisma del 1693 produsse gravi danni alla Torre; la successiva ricostruzione modificò parzialmente il progetto originale.
Castello Colonna-Henriquez, Vittoria: edificato all’inizio del XVII secolo, fu adibito a carcere dal 1816 al 1950. Dopo essere stato abbandonato per alcuni anni, è stato restaurato e oggi ospita il Museo civico polivalente, intitolato a Virgilio Lavore, insigne grecista.
Castello dei Conti, Modica: in cima ad una rupe, costruito sul pianoro conclusivo di un promontorio roccioso a becco d’aquila, è nato come fortificazione, ha rappresentato per svariati secoli la sede del potere politico e amministrativo di quella che fu la Contea di Modica. Risale al periodo bizantino e nel corso dei secoli successivi conobbe diversi interventi di restauro. Le antiche torri e la cinta muraria sono state abbattute, ma rimangono visibili una torre poligonale, i ruderi della chiesa di San Cataldo ed i locali che, durante il Medioevo, ospitavano le carceri. Sui resti post-terremoto di una torretta di avvistamento medioevale del castello dei Conti, è stato apposto, nel 1725, un orologio meccanico a contrappesi, ancora perfettamente funzionante, i cui complessi meccanismi vengono controllati e riavviati ogni 24 ore circa. L’interno della torretta è visitabile soltanto in particolari occasioni. Dalla balaustra della torre si può godere di un suggestivo e insolito panorama sulla parte bassa del centro storico.
Castello dei principi di Biscari, Acate: costruito nel 1494 su volere del barone Guglielmo Raimondo Castello, è stato ricostruito nel ‘700 e restaurato più volte. Le parti più arcaiche risalgono alla costruzione, la maggior parte della struttura attuale è invece settecentesca. L’impianto della fortificazione, è massiccio: essa dispone di una facciata formata da tre corpi aggettanti e due rientranti; all’interno si apre un cortile nel quale si trovano gli antichi magazzini; dal cortile prendono avvio le scalinate di accesso ai piani superiori; l’intero edificio è stato destinato dal Comune a spazio espositivo e centro culturale cittadino, adibito quindi all’allestimento di mostre, conferenze ed altre manifestazioni.
Castello dei Tre Cantoni, Scicli: è posto a difesa dell’unico fronte non dirupato e quindi naturalmente protetto della città antica, quello orientale, verso Ispica. Si erge su un profondo fossato che divide il territorio urbano intra-moenia dalla campagna; un bastione quadrilatero fa da zoccolo all’intera struttura rinforzata agli angoli da ulteriori torri; sulla sommità sono ancora visibili e visitabili le fondazioni di una torre triangolare di età antica che dà il nome al complesso. A occidente su una terrazza calcarea si apre la cosiddetta piazza d’Armi che sovrasta i resti del vicino Castellaccio.
Castellaccio, Scicli: rimangono pochi ma maestosi resti sulla cima rocciosa del colle di San Matteo. Si tratta di un torrione, probabilmente il mastio di un complesso fortificato più ampio e articolato andato perduto per via del progressivo sfaldamento dei costoni rocciosi sui quali era costruito.
Castello di Torrevecchia, Giarratana: occupa una collina vicina al Monte Lauro, alla confluenza tra il fiume Irminio e il torrente Miele (contrada Torrevecchia), sito della vecchia città. Sono presenti resti di un’imponente struttura perimetrale quadrangolare, con torrione centrale e tre torri angolari a degradare.
Castello di Settimo Civello, Giarratana: costruito da Don Girolamo Settimo Civello nel 1703, sulla cima della collina del nuovo abitato. Rimase incompleto ed è oggi diruto. Ospitava tuttavia un piano nobile con numerose sale eleganti, delle prigioni, magazzini e mura fortificate.