Torri e Castelli
Palermo
Palazzo dei Normanni, Palermo: anche noto come Palazzo Reale, è attualmente sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. È uno dei monumenti più visitati nell’isola. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’Umanità (Unesco) nell’ambito del sito seriale “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”. Il Palazzo, imponente e ricchissimo di decori, è la più antica residenza reale d’Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia, sede imperiale con Federico II e Corrado IV e dello storico Parlamento siciliano.
Ingloba nelle fondamenta, stratificazioni dei primi insediamenti fortificati d’origine fenicio – punica databili fra l’VIII e il V secolo a.C. e, secondo alcune testimonianze, l’edificio sarebbe sorto sui resti di una fortezza araba restaurata per volere di Ruggero II. Nel 1132 Ruggero II di Sicilia costruì la parte mediana del palazzo, la Cappella Palatina (Basilica a tre navate) e la Torre Joharia. Il luogo di culto dedicato a San Pietro Apostolo soppiantò la primitiva moschea edificata sulle carceri e segrete del palazzo.
La cupola, le pareti del transetto e le absidi sono interamente decorate nella parte superiore da mosaici bizantini, tra i più importanti della Sicilia, raffiguranti il Cristo Pantocratore, gli evangelisti e scene bibliche varie. I mosaici di datazione più antica sono quelli della cupola, risalenti alla costruzione originaria del 1143. L’antico Palazzo degli Emiri divenne il centro della cultura e dell’arte europea tra il XII e il XIII secolo ospitando i più grandi scienziati e poeti, musicisti e pittori del tempo. Nel 1269 per il palazzo cominciò una fase di decadenza. Privo delle macchine da guerra, risultò vulnerabile durante i moti dei Vespri Siciliani culminati nel 1282: il popolo palermitano in rivolta lo espugnò, depredandolo. Scacciati gli angioini, Pietro III d’Aragona si trasferì nel Palazzo e vi risiedette per tre anni. Intorno al 1340 un rovinoso crollo diede origine a una serie di guasti che favorirono il progressivo spopolamento della reggia. Fu sede del Tribunale della Santa Inquisizione tra il 1513 e il 1553 e nella seconda metà del XVI secolo tornò a rivestire un ruolo di primo piano con i viceré spagnoli che lo elessero a propria residenza. In epoca Borbonica gli appartamenti reali subirono una rimodulazione e nel 1735, con Carlo III di Borbone, venne edificata la monumentale Scala Rossa posta presso il cortile colonnato del Duca di Maqueda. Anche Ferdinando III fece ristrutturare il Palazzo che ospitò i sovrani, fuggiti da Napoli caduta sotto il controllo di Napoleone Bonaparte. In occasione dei moti rivoluzionari del 1848 il popolo in tumulto abbattè i bastioni di Santa Maria e San Michele, la dimora fu nuovamente saccheggiata. Dopo l’Unità d’Italia, entrò a far parte dei beni del comando dei Corpi dell’Esercito e, in occasione dell’esposizione nazionale del 1891 – 1892, furono rinnovati gli arredi degli appartamenti reali. Nel 1921 il governo ne acquistò la proprietà e negli anni ’30 del ‘900 furono eseguiti restauri che hanno riportato alla luce alcune strutture normanne. Nel 1943 fu requisito dalle truppe alleate. Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1946, ebbero inizio i primi saggi archeologici volti a comprendere le stratificazioni di manufatti e insediamenti anteriori agli interventi arabi. Nel 1947 fu denominato Palazzo dei Normanni e divenne sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Il Palazzo Reale presenta molteplici stili: romanico, bizantino, arabo, normanno, neogotico, chiaramontano, rinascimentale, barocco. Fra i cortili interni, due sono provvisti di logge e portici: il Cortile Maqueda interamente porticato con due ordini di logge di stile rinascimentale, e il Cortile della Fontana posto ad un livello superiore rispetto al primo. Sotto il livello del patio sono ricavate le Sale del duca di Montalto, oggi sedi di mostre ed esposizioni, da cui si accede a loro volta agli scavi sotterranei.
Castello della Cuba, Palermo: fatto costruire da Guglielmo II nel 1180, il grande padiglione dove il re soggiornava nelle ore diurne è una delle ultime architetture dell’età normanna perfettamente conservate. L’edificio, a un solo piano, ha forma rettangolare e si sviluppa per circa 31 metri di lunghezza e 17 metri di larghezza. Al centro di ogni lato sporgono quattro corpi a forma di torre. Originariamente circondata da un lago artificiale e collegata alla riva solo da una striscia di terra, oggi l’edificio è invece interamente circondato da un cortile che ha preso il posto del laghetto prosciugato. Nell’arco del tempo la struttura ha subito gravi crolli e alterazioni ma a partire dagli anni Cinquanta è diventato di proprietà della Regione siciliana che negli anni Ottanta e Novanta ha messo in atto una massiccia opera di restauro e valorizzazione dell’edificio tanto che oggi la Cuba è uno dei più belli e importanti monumenti della città. Ancora da segnalare a Palermo ci sono il Castello di Maredolce, il Castello a mare, la Torre di fra Giovanni o Torre del Rotolo e la cinquecentesca Torre di Garbonogara.
Torre della Mandre, Altavilla Milicia: conosciuta anche più semplicemente come Torre normanna, fu costruita per rispondere alle necessità di difesa dagli attacchi dei corsari e dei pirati maghrebini. La struttura, in ottime condizioni architettoniche, è oggi di proprietà privata ed è insieme alle altre due torri cittadine (Torre della Milicia e Torre Colonna), simbolo del comune.
Villa Cattolica, Bagheria: ultimata nel 1736 per volere di Francesco Bonanno, principe di Cattolica, è un castello di forma quadrangolare con corte centrale cruciforme attorniata da bassi edifici e circondata dal verde e da alte mura merlate. L’edificio è stato acquistato dall’amministrazione comunale nel 1988 e restaurato tra il 1995 e il 1998. Attualmente ospita il Museo Renato Guttuso dove oltre alle opere donate da Guttuso alla città sono conservate opere di Onofrio Tomaselli, Silvestre Cuffaro, Domenico Quattrociocchi, Pina Calì, Vincenzo Gennaro e Giuseppe Pellitteri. Segnaliamo ancora a Bagheria il Palazzo Aragona Cutò costruito fra il 1714 e il 1716 per volontà del principe Luigi Onofrio Naselli di Aragona e le innumerevoli torri della città: Torre Amalfitano, Torre Bellacera, Torre Chiarandà, Torre Ferrante, Torre Mortillaro e Torre Roccaforte.
Castello normanno di Caccamo, Caccamo: è uno dei più grandi e meglio conservati Castelli normanni in Sicilia e in Italia. Il maniero sorge sulla sommità di Monte San Calogero (a 521 metri sul livello del mare) e si affaccia sulla campagna circostante. In origine il sito, grazie alla sua posizione strategica, era probabilmente occupato da una fortezza o torre d’avvistamento di matrice araba. Le strutture in stile normanno sono conferite da Matteo Bonello, signore di Caccamo, nel XII secolo in seguito alla riconquista dell’isola. La sala più importante all’interno è la sala della Congiura: in questo ambiente, nel 1160, alcuni baroni normanni ordirono la trama contro il sovrano Guglielmo I di Sicilia. Nel mese di ottobre del 1963 la dimora è stata acquistata dalla Regione Sicilia iniziò i lavori di restauro nel 1974. L’antico Castello è oggi la suggestiva cornice della tradizionale manifestazione cittadina intitolata “La Castellana”. Da segnalare ancora a Caccamo le numerose torri di avvistamento tre cui la Torre Pizzarone e la Torre delle Campane.
Castello di Campofelice di Roccella, Campofelice di Roccella: situato lungo la spiaggia su uno sperone roccioso, il Castello fu probabilmente costruito dagli Arabi sui resti di un’antica torre. Il re di Sicilia Ruggero II lo trasformò poi in uno strategico avamposto militare e nel 1485 fu concesso a Gaspare Spes, conte di Sclafani. Oggi del Castello si possono ammirare alcuni resti sulla spiaggia: finestre ad arco con doppio centro e una cappella.
Castello-fortezza di Carini, Carini: fu edificato tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo dal primo feudatario normanno Rodolfo Bonello, guerriero del conte Ruggero. Il Castello poggia le fondamenta su una costruzione preesistente, certamente di epoca araba. Nel 1283, e per circa un secolo, divenne proprietà della famiglia Abate che ne modificò la struttura da difensiva a residenziale. Nel 1397 passò in possesso di Ubertino La Grua e, sul finire del XV secolo, vennero effettuati lavori di restauro. Oltrepassate le mura, si accede a una grande corte e si ammira la facciata interna, commistione di vari stili architettonici. La leggenda racconta che nel 1563 qui fu uccisa la baronessa Laura Lanza di Trabia, accusata di aver tradito il marito Vincenzo II La Grua.
Castello dei Ventimiglia, Castelbuono: nucleo originario di Castelbuono, è composto da una grande mole cubica e da quattro torri a pianta quadrangolare. L’imponente struttura, costruita sul modello del maschio aragonese, subì nel terremoto del 1919 numerosi cedimenti tra cui il crollo della merlatura ghibellina della facciata, emblema delle origini del casato.
Castello del duca di Salaparuta, Casteldaccia: costruito intorno al 1400, si stratta del monumento più antico presente sul territorio comunale. Costruito al fine di difendere la popolazione locale, il Castello nel tempo è stato di proprietà di diverse famiglie nobiliari siciliane. Nel 2000 l’edificio è stato acquistato e restaurato dal Comune di Casteldaccia. Segnaliamo ancora a Casteldaccia la Torre di Chiarandà.
Castello Diana, Cefalà Diana: edificato probabilmente intorno alla metà del Trecento come baluardo difensivo, negli anni è divenuto deposito di granaglie prima e residenza nobiliare poi.
Castello di Cefalù, Cefalù: di incerta datazione storica, l’edificio, a pianta rettangolare e circondato da una cinta muraria sorge in cima alla rocca che sovrasta la città. Utilizzato lungo tutto il XIV e XV secolo, il Castello subì ampi rimaneggiamenti fra XVI e XVII secolo e poi venne abbandonato. Dal 1989 sono stati stati avviati grandi lavori di consolidamento geologico, restauro e scavi archeologici.
Torri di Cinisi, Cinisi: site lungo la costa, le torri di avvistamento costruite con intenti difensivi tra il XIV e il XVII secolo sono il vero simbolo della città. Le più note sono Torre Molinazzo, Torre Pozzillo e Torre dell’Orsa, antica sede di una tonnara gestita proprio dai benedettini.
Torre saracena di Castello Soprano, Corleone: è l’unica parte ancora visibile del Castello Soprano di origine medievale. Del Castello Sottano, anch’esso di epoca medievale, rimangono invece solo pochi ruderi inglobati in un complesso abitativo costruito in epoche successive. Segnaliamo ancora nelle frazione di Ficuzza la Real Casina di Caccia costruita a partire dal 1799 dal re Ferdinando III di Sicilia.
Castello di Ficarazzi, Ficarazzi: testimone delle vicende storiche e sociali del paese, la villa dei principi Giardina è il monumento simbolo del comune. L’edificio nacque nel Quattrocento come torre difensiva e abitazione del suo costruttore, Pietro Speciale. Nel corso del Settecento la famiglia Giardina la trasformò in una sontuosa residenza di villeggiatura arricchendola di decori, ampi saloni e balconate dalle caratteristiche inferriate panciute, oltre all’imponente scalinata d’ingresso.
Castello di Geraci, Geraci: costruito in età bizantina, fu modificato dai Normanni per adattarlo alle loro esigenze difensive. L’antico maniero infatti, grazie alla sua posizione inaccessibile e alla sua struttura militaresca, fu la prima difesa occidentale della vasta Contea. Il Castello era adatto a resistere anche a lunghi assalti: nel sottosuolo vi erano le cisterne per l’acqua, gli spazi per le provviste e le prigioni mentre il piano superiore era adibito a residenza della famiglia del conte. Purtroppo oggi del Castello rimangono solo pochi ruderi.
Castello di Giuliana, Giuliana: composto da un corpo a forma trapezoidale irregolare, appartenne, in epoca normanna, all’arcivescovo di Monreale e fu poi ristrutturato per esigenze strategiche sotto il dominio dello svevo Federico II. Il Castello è stato recentemente sottoposto a lavori di restauro.
Torri dell’Isola delle Femmine, Isola delle Femmine: sono il simbolo storico e architettonico di Isola delle Femmine. La loro posizione speculare rimanda al forte collegamento tra l’isolotto e la terra ferma come parti di un’unica comunità. La Torre di Mare, a pianta quadrangolare, è posta sull’altura che domina la piccola isola e fu costruita sul finire del Cinquecento come avamposto strategico nella difesa delle coste. La Torre di Terra, di forma circolare, detta anche Torre del Senato di Palermo, fu invece edificata nel XII secolo a difesa dell’antica tonnara.
Castello Beccadelli Bologna, Marineo: il monumento simbolo di Marineo è senza dubbio la torre gentilizia, chiamata Castello Beccadelli Bologna dal nome del suo storico fondatore. Intorno alla sua possente struttura si sviluppò infatti il paese. Il Castello ospita oggi il Museo archeologico regionale della Valle dell’Eleuterio.
Castello di Misilmeri, Misilmeri: conosciuto anche come “Castello dell’Emiro”, era costituito da una torre poligonale circondata da una cinta muraria. Eretto dagli Arabi e passato poi nelle mani dei dominatori stranieri che si sono succeduti alla guida della cittadina, subì alcune modifiche sostanziali intorno al 1340, quando la famiglia Chiaramonte vi fece costruire un’ulteriore cerchia di mura e la cappella, che venne dedicata a Sant’Antonio. Nell’Ottocento, con l’abolizione del feudalesimo la struttura restò senza proprietari e da allora ebbe inizio il lento e progressivo abbandono che ha portato l’edificio allo stato di rudere.
Castellaccio, Monreale: sito sulla cima del Monte Caputo, si tratta di un monastero fortificato eretto dai Normanni nel XII secolo. L’edificio, conosciuto anche come Castello di San Benedetto, subì nei secoli numerose devastazioni ed è stato restaurato nel 1898 dall’architetto Giuseppe Matricolo.
Torre Ventimiglia, Montelepre: la quattrocentesca torre feudale è il cuore dell’odierna città. L’edificio, a forma di parallelepipedo, formava anticamente una grande corte inglobando la fitta schiera di abitazioni rurali costruite al riparo delle sue mura.
Castello borbonico, Palazzo Adrano: situati sul colle di San Nicola, il Castello risale al XVIII secolo e fu costruito attorno a un torrione di epoca federiciana attorno al quale si sviluppò il nucleo più antico del paese. I pochi ruderi rimanenti dell’antico Castello sono stati recentemente restaurati.
Castello di Ventimiglia, Pollina: tra architetture di interesse storico-architettonico del comune di Pollina vi è il Castello normanno dei Ventimiglia di cui è visibile solo una torre chiamata Torre del Marchese.
Castello di Solanto, Santa Flavia: edificato nel XII secolo, fu residenza del re Ruggero. Dopo il completo abbandono, durato secoli, l’edificio è stato restaurato nel corso del Novecento con l’annessione di una palazzina in stile neogotico, residenza estiva dei principi di San Vincenzo.
Palazzo La Grua, Terrasini: il passato feudale di Terrasini rivive nell’architettura degli edifici storici che arricchiscono il suo centro a partire da Palazzo La Grua, castello settecentesco oggi sede del Comune. Segnaliamo ancora a Terrasini Torre Alba, detta anche Torre di Cala Rossa, una torre di difesa costiera che faceva parte del sistema di Torri costiere della Sicilia.
Castello Lanza, Trabia: conosciuta anche come l’antica rocca della Trabia, è il monumento simbolo della città. Il Castello, circondato da una cinta muraria a pianta quadrata, presenta nel cortile centrale una torre circolare un tempo adibita a carcere e torrette laterali munite di artiglieria. Segnaliamo poi nel territorio del comune anche il Castello di San Nicola.
Torri di Ustica, Ustica: furono costruite dai Borbone per difendere l’abitato. Entrambe facenti parte del sistema di Torri costiere della Sicilia, Torre di Santa Maria e Torre dello Spalmatore sono oggi un simbolo della città.
Castello di Vicari, Vicari: all’interno di un pregevole centro storico di impianto medievale, sorgono i ruderi del Castello, edificato dai Chiaramonte nel XIV secolo sull’originaria struttura normanna.
Castello di Collesano, Collesano: Il Castello di Collesano venne edificato durante la dominazione Normanna per opera della Contessa Adelasia, intorno ai primi decenni del 1100, quando il Re Ruggero II fece distruggere il sito sul Monte d’Oro a causa dei contrasti con il cognato Rainolfo. Dal XIII secolo il castello passa nelle mani dei Cicala di Alife. Con gli Angioini perviene ai De Monfort, e poi a Giovanni de Bullasio. Al nascere della nuova Contea di Collesano, successiva ai Vespri Siciliani, per quasi tutto il ‘300, il Castello e la terra saranno in mano a Francesco ed Antonio Ventimiglia. Nel ‘400, dopo Antonio Centelles, tutta la contea passa ai Cardona e successivamente ai Moncada fino a tutto il’600. In questo periodo, una delle sale più ampie viene trasformata in teatro per rappresentazioni messe in scena dall’ Accademia degli Offuscati. Il terremoto del 1693 rende inagibile il Castello. Successivamente il Castello sarà in possesso dei Duchi di Ferrandina nel ‘700 e degli Alvarez de Toledo nell’800. Ad oggi restano visibili solo i ruderi del Castello.