Torri e Castelli
Agrigento
Castello della Pietra d’Amico, Alessandria della Rocca: l’edificio, situato in prossimità della diga Castello e oggi ridotto a pochi ruderi, fu eretto su di un masso e assunse in poco tempo un ruolo fondamentale anche per i paesi limitrofi. Ne fu signore Pietro D’Amico, che dette il nome alla costruzione. Nel XVI secolo il feudo, ormai di proprietà dei nobili Abbatellis, fu avocato dallo stato e infine, nel 1542, fu venduto a don Nicolò Barresi. Oggi del Castello rimane ben poco: solamente qualche pezzo di muro, parte della scalinata e il masso su cui venne edificato.
Torre del Salto d’Angiò, Aragona: detta in gergo “a Turri”, la famosa Torre del Salto d’Angiò sorge a circa 12 km dal comune. Dalla forma rettangolare, inglobata in un casale costruito sul finire del XVIII sec. dalla famiglia Morreale, è sita su un banco di arenaria e si affaccia sulla vallata del feudo Muxaro e del fiume Platani. Pare che nel 1305 Francesco da Todi, beneficiato del Massario e con il consenso del vescovo Bertoddo, non potendo sostenere più le spese di quel luogo, la donasse a Giovanni di Chiaramonte in cambio del Castello di Morgidiar e di altri beni. Oggi la Torre conserva un enorme patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale.
Castello della Regina Sibilla, Caltabellotta: il Castello è conosciuto sia come Conte Luna che come Castello della Regina Sibilla poiché è storicamente accertato che fu il luogo in cui venne ospitata la regina Sibilla e dove risiedeva, preferibilmente, la famiglia Luna al tempo del “Caso di Sciacca”. Riedificato nel 1090 all’arrivo dei Normanni, pochi segni rimangono di quella che doveva essere un’inespugnabile roccaforte: solamente un muro, un significativo portale e le fondamenta di alcuni vani.
Castello Bonanno, Canicattì: probabilmente fu fatto costruire nel 1089 da Ruggero il Normanno nel luogo dove in precedenza sorgeva un fortilizio arabo anche se ciò che resta del Castello non consente agli storici di azzardare ricostruzioni più precise. L’ingresso era costituito da un imponente portone centrale che oltre una corte coperta introduceva in un ampio cortile nel quale si aprivano i magazzini, le stalle, i fienili, gli alloggi e una piccola cappella. All’interno si conservava una preziosa Armeria, famosa in tutta la Sicilia, e ora esposta al Museo nazionale di Capodimonte. Dal 1507 il Castello fu di proprietà della famiglia Bonanno, alla quale si deve probabilmente anche la costruzione dalla Torre dell’Orologio nella piazza antistante.
Castello Chiaramonte, Favara: fu edificato nella seconda metà del XIII secolo e destinato a dimora di caccia di Federico II. Secondo quanto viene riportato in una lapide con iscrizioni in latino, italiano e siciliano ubicata nell’androne, fu oggetto di rimaneggiamenti già nel 1488 a opera del maestro Bernardo Sitineri. Ha una pianta quadrangolare di circa 31 metri di lato mentre un portale ogivale conduce a un androne davanti al quale si apre un’ampia corte con portali e bifore in alto che alleggeriscono l’aspetto compatto dell’edificio. Gli ambienti del pianoterra hanno volte a botte e monofore a feritoia. Il piano residenziale accoglie la cappella con uno splendido portale, una parte absidale e una copertura a cupola di tipo arabo di notevole pregio.
Castel Sant’Angelo, Licata: sorge ad est della montagna di Licata e domina il porto e la città. Circondato da resti archeologici quali necropoli, santuari e tombe monumentali, venne costruito a partire dal 1615 a fianco di una preesistente torre di avvistamento realizzata tra il 1583 e il 1585 su progetto dell’ingegnere Camillo Camillani. La cura per l’armamento fu affidata a Serpione Cottone, Marchese d’Altamura. Fu completato nel 1640 e costituisce un raro esempio di fortezza barocca siciliana del XVII Secolo. Con decreto dell’8 luglio 1969 il Castello è stato dichiarato di particolare interesse artistico e storico e negli anni Ottanta è stato oggetto di un intervento di restauro da parte della Sovraintendenza BB.CC.AA. di Agrigento. Ancora da segnalare nel territorio del comune la Torre di Gaffe e la Torre San Nicola.
Castello Burgimilluso, Menfi: conosciuto anche più semplicemente come Castello svevo di Menfi, l’edificio fu fatto costruire nel 1238 da Federico II di Svevia forse sui ruderi di un fortilizio arabo ed è il monumento più antico e importante del comune. Del Castello oggi purtroppo rimane solo una Torre Federiciana di forma irregolare e a quattro piani la quale, distrutta dal sisma del gennaio 1968, è stata poi ricostruita conservando i ruderi e riprendendo la forma irregolare. Ancora da segnalare nel borgo marinaro di Porto Palo (frazione di Menfi), la Torre di avvistamento costruita nel 1583 per difendere la città da eventuali attacchi corsari.
Castello Chiaramontano di Naro, Naro: edificato nel tipico stile gotico molto diffuso in Sicilia, fu costruito molto probabilmente dai Normanni nel XII secolo su un’antica fortezza araba che stava a guardia dell’amena Valle del Paradiso. Il Castello fu ristrutturato nel 1330 da Federico III d’Aragona che fece costruire il mastio, la grande torre quadrata. Nel 1336 Matteo Chiaramonte apportò nuove modifiche al fortilizio quando Naro passò sotto la sua signoria. Oggi l’unico ambiente che conserva la struttura originaria è la grande Sala del Principe.
Torre San Carlo, Palma di Montechiaro: si erge su un’altura nel centro peschereccio e balneare di Marina di Palma, frazione di Palma di Montechiaro. Edificata nel XVII secolo per volontà di Carlo Tomasi, fu luogo di avvistamento e protezione della costa dalle incursioni piratesche. Nell’entroterra di Marina di Palma, in un luogo estremamente panoramico, vi è invece il Castello di Montechiaro, oggi degradato, che la tradizione attribuisce al volere di Federico III Chiaramonte.
Torre del Caricatore, Porto Empedocle: conosciuta anche come Torre Carlo V, è un edificio di origine medievale costruito intorno al XIV secolo con lo scopo di presidiare la costa da possibili invasioni saracene. La Torre è stata a lungo adibita a carcere mentre oggi ospita un centro artistico-culturale.
Castelluccio di Racalmuto, Racalmuto: conosciuto anche come Castello di Gibellini, la fortezza risale al tempo dei Normanni e successivamente fu donata da Federico d’Aragona a Federico II Chiaramonte. Il Castello sorge a circa 7 km dal centro abitato e si sviluppa su una struttura poligonale dalla massa compatta e con mura dallo spessore di circa due metri chiuse da due alte e colossali torri e corredate da due file di dodici finestre. La torre di sinistra si conserva nella sua forma originale mentre quella di destra è stata rifatta a belvedere. All’inizio del Novecento il Castello è stato dichiarato monumento nazionale.
Torre di Monterosso, Realmonte: sita a circa 3 km dal territorio del comune, è una Torre saracena risalente probabilmente al XV secolo anche se studi recenti fanno pensare che la sua costruzione risalirebbe a molto tempo prima. In effetti l’edificio sembra essere una ricostruzione dell’antichissima torre che veniva utilizzata come torre d’avvistamento per difendere il territorio dagli attacchi dei nemici via mare. La Torre ha pianta quadrata ed è suddivisa in tre ambienti.
Castello di Poggiodiana, Ribera: a pochi chilometri dal centro abitato sorgono le rovine del trecentesco Castello edificato per volere di Guglielmo Peralta e successivamente di proprietà dei Conti di Luna. Quel che rimane oggi dell’antico Castello sono una torre cilindrica merlata e una torre quadrata.
Fortino di Mazzallakkar, Sambuca di Sicilia: i ruderi del fortino si trovano a ridosso delle acque del lago Arancio, nella zona dei Mulini, e per quasi sei mesi all’anno rimangono parzialmente sommersi dalle acque. Probabilmente realizzato dopo l’anno 830, il fortino serviva per difendere il territorio attorno al Castello di Zabut. L’edificio ha una forma quadrangolare, i torrioni sono dotati di feritoie e l’altezza delle mura raggiunge circa i 4 metri. Ancora da segnalare fuori dal centro storico di Sambuca di Sicilia le antiche torri di Pandolfina e Cellaro.
Castello Nuovo di Sciacca, Sciacca: il Castello è conosciuto anche come Castello dei conti Luna perché dopo essere stato eretto nel 1380 da Guglielmo Peralta, conte di Caltabellotta, passò al marito della figlia Margherita, il conte Arturo di Luna. Il complesso è a pianta poligonale e originariamente era composto da due piani: il piano terra per la servitù e il piano superiore per l’alloggio del conte e dei suoi familiari. Oggi l’edificio si compone di quattro parti: la cinta muraria, la torre grande, la torre cilindrica e il Palazzo del Conte. Ancora da segnalare a Sciacca il Castello Vecchio (o dei Perollo) e la Torre di San Michele.
Castello Chiaramontano di Siculiana, Siculiana: fu costruito attorno al 1310 da Federico II di Chiaramonte, figlio di Federico Chiaramonte e di Marchisa Prefolio. Posto all’estremità nord-ovest di un costone roccioso, a 85 metri sul livello del mare, era una rocca imprendibile grazie alle sue mura che cadevano a picco sull’orlo della roccia. L’origine del fortilizio è araba e l’edificio figura tra gli undici castelli che resistettero a Ruggero il Normanno.
Castello di Cammarata, Cammarata: il Castello costruito nel secolo XIII, fu dimora dei Signori di Cammarata. Oggi è rimasto ben poco dell’intera struttura: alcuni muri perimetrali, una parte dell’antico edificio e la Torre. Dopo la fine del feudalesimo sorse una controversia fra gli eredi dei Cammarata e il Comune per contendersi la proprietà del Castello. Al Comune toccò una parte di esso, precisamente la Torre, che fu utilizzata come carcere mandamentale fino agli anni Settanta. In seguito l’intera struttura è stata considerata patrimonio architettonico da salvare ed è stata oggetto di interventi di restauro e consolidamento.
Castello di Burgio, Burgio: il Castello baronale è il più antico e più importante monumento del paese. Ubicato nel quartiere Santa Lucia (piazza Castello), in posizione dominante sul centro abitato, il Castello è di sicura origine araba (XII secolo) anche se poi venne certamente ristrutturato dai Normanni.