Siti Archeologici
Enna

Rocca di Cerere, Enna: non lontano dal Castello di Lombardia sorge la Rocca di Cerere costruita in direzione del sole nascente. Sin dal primo insediamento del XIV secolo a.C. fu un luogo di culto e divenne parte integrante del vicino santuario: si intravede ancora l’ara sacrificale utilizzata per oltre mille anni da Sicani, Greci e Romani, per il culto della dea delle messi, Demetra o Cerere.

Città di Morgantina, Aidone: Nei dintorni di Aidone, è di grande pregio il sito archeologico di Morgantina che raccoglie reperti e rovine dell’antica città siculo-greca. La città fu riportata alla luce nell’autunno del 1955 dagli archeologi dell’Università di Princeton (Stati Uniti). Gli scavi testimoniano lo sviluppo dell’insediamento, dalla preistoria all’epoca romana. L’area, di oltre venti ettari, conserva resti dalla metà del V alla fine del I secolo a.C., il periodo di massimo splendore della città. Da questo sito provengono eccezionali reperti archeologici come la Venere di Morgantina (custodita presso il museo archeologico di Aidone) e il Tesoro di Morgantina. La città antica sorgeva su un pianoro e controllava un’ampia zona, delimitata a nord dalle Madonie e dall’Etna, a sud e a ovest dagli Erei meridionali, a est dal mar Ionio e costituiva un passaggio obbligato per tutti coloro che dalla costa orientale procedevano verso l’interno dell’isola. I resti furono individuati dapprima dall’archeologo Paolo Orsi sul finire del XIX secolo. Inizialmente la città venne identificata con Herbita ma il ritrovamento di alcune monete in bronzo e alcune informazioni riportate dalle fonti permisero poco dopo l’esatta identificazione con l’antica Morgantina. Nell’area recintata della città ellenistica rimangon: diversi edifici pubblici, articolati intorno alla piazza dell’Agorà, il pritaneo, l’ekklesiasterion, il duplice “santuario dell’Agorà”, il granaio pubblico, la “Grande Fornace”, il teatro o koilon, il Macello romano e ricche abitazione, ornate da mosaici (case “del Capitello dorico”, “del Mosaico di Ganimede”, “della Cisterna ad arco”, “delle Antefisse”, “dei Capitelli tuscanici”, “del Magistrato”, e ancora, la “Casa Fontana” e la “Casa sud-est”).

Necropoli di Realmese, Calascibetta: sita a tre chilometri da Calascibetta, la Necropoli di Realmese è un sito archeologico riferibile all’età del Ferro (tra il IX e il VI secolo a.C.). Grazie alle sue 288 tombe a grotticella, il sito rientra tra le necropoli di tipo pantalicano meglio conservate. Ancora da segnalare a 4 km dal comune il Villaggio bizantino Canalotto, un insediamento rupestre che testimonianza la dominazione bizantina prima e araba poi nel territorio siciliano. Il sito è composto da una serie di ambienti scavati nella roccia su cui si distinguono delle chiese bizantine con relativi colombarium, dei palmenti e il villaggio vero e proprio.

Siti archeologici di Centuripe, Centuripe: il territorio è costellato da importanti aree archeologiche risalenti al periodo della dominazione romana, come il Castello di Corradino (opera del II secolo a.C. impropriamente chiamato castello e corrispondente a una torre quadrata) e il Tempio degli Augustali, di epoca imperiale (I/II secolo d.C.). Gli archeologi inoltre hanno scoperto nel corso degli scavi tombe monumentali a torre: ne è un valido esempio la cosiddetta Dogma. Nel centro urbano segnaliamo un centro ellenistico-romano con mura, abitato e fornaci; la Chiesa del Crocifisso e la Dogana, una fontana-cisterna di età romano-imperiale. Di seguito un elenco degli altri siti archeologici presenti nell’area comunale: Zona Acqua Amara (resti termali di età ellenistico-romana); Sorgiva Bagni (resti termali di età romana); Contrada Agliastrello (resti di abitato); Contrada Bagni (Necropoli ellenistica); Contrada Casino (Necropoli dall’età del Ferro); Contrada Cuba a Muglia (insediamento e necropoli di età preistorica dall’età neolitica al Bronzo antico); Contrada Difesa (ampie fornaci per ceramica); Contrada Piano Pozzi (resti di abitato e a sud-est necropoli ellenistica); Contrada Biliuzzo (necropoli ellenistica); Frazione Carcaci (necropoli rupestre, resti dell’età del bronzo e strutture di età romana); Castellaccio (fornace ellenistica e resti di un castello medioevale); Monte Calvario (resti di abitato); Fondo Castiglione (muro d’argine); Fondo Testai (cisterna antica); Vallone Gelso (resti di abitato, necropoli dall’VIII secolo a.C. al periodo ellenistico); Monte Porcello (resti di abitato greco-ellenistico); Mulino Barbagallo (complesso monumentale antica sede degli “Augustali” con statue marmoree di Augusto, Druso, ecc); Panneria (casa romana); Piano Capitano (vasta necropoli dall’VIII secolo a.C. al periodo ellenistico); Strada Comunale Panaria (Casa delle maschere e resti di abitato); Vallone Difesa (localizzazione dell’antico ginnasio).

Castello di Cerami, Cerami: dell’antico Castello oggi si possono ammirare solo delle escavazioni nella roccia, una cisterna in cima alla roccia e i resti delle pavimentazioni fatti con ciottoli di fiume. Da segnalare ancora a Cerami i resti di una necropoli rupestre databile fra il IV e il II secolo a.C.

Villa del Casale, Piazza Armerina: fu edificata tra il III e il IV secolo d.C. in epoca romana tardo-imperiale. Gli archeologi hanno scoperto, nei suoi quaranta ambienti, magnifiche decorazioni a mosaico su tutti i pavimenti che mostrano scene di caccia ma soprattutto donne al bagno che indossano ciò che viene considerato un vero e proprio antesignano del bikini. Dal 1997 la Villa è Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Altri importanti siti archeologici da segnalare a Piazza Armerina sono: la Montagna di Marzo, si tratta dei resti di un’antica città risalente al periodo greco-indigeno (VII sec. a.C.) e che, frequentata anche durante il periodo romano e fino al medioevo, ospita una grande necropoli e il sito di Solfiana dove gli scavi hanno restituito architetture (la domus gentilizia, l’impianto termale e, nella necropoli, la basilica) e materiali che confermano la frequentazione del territorio dall’epoca arcaica (VI sec. a.C.) fino a quella federiciana, circa duemila anni.

Mansio romana di contrada Runzi, Pietraperzia: pur essendo un sito archeologico di rilevante importanza, la Mansio romana di contrada Runzi è poco pubblicizzata e altrettanto poco conosciuta dagli appassionati di archeologia. Il sito attualmente è in fase di sistemazione e il comune si sta impegnando per realizzare una nuova campagna di scavi visto che in tutta la zona sono emerse testimonianze di insediamenti risalenti a epoca antichissima. Altro importante sito da segnalare è quello esistente in località Tornambé-Mercato d’Arrigo dove una fortezza in parte intagliata nella pietra ha restituito ceramiche riferibili alla cultura di Castelluccio.

Zona archeologica di Troina, Troina: gli studiosi ritengono possibile che l’antica città di Engyon, famosa per il tempio dedicato al culto delle dee madri, si trovi nella zona archeologica di Troina, che ospita inoltre i resti della chiesa della Catena, edificata su un preesistente impianto termale di epoca romana.

Monte Rossomanno, Valguarnera Caropepe: a 3 chilometri dal comune, le alture di Monte Rossomano, di origine arenaria e fluviale, custodiscono molteplici testimonianze del periodo pre-arcaico, quali le piccole tombe a nicchia scavate nella roccia arenaria. Sulla sommità di Rossomanno sono stati rinvenuti inoltre cocci di vasellame rosso e nero prive di figura, tipiche del primo periodo greco, e punte di lance e frecce. Sempre a Valguarnera Caropepe tra il 1992 e il 1998 sono stati effettuati degli scavi nell’area archeologica di C.da Marcato.

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