Identità Villabate
Amministrazione
SINDACO
Gaetano Di Chiara
In carica dal: 05/10/2020
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.villabate.pa.it
Villabate, il “bastone di San Giuseppe”
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Di recente costruzione, fu fondato intorno al Settecento dall’abate Antonio Agnello, che vi si trasferì insieme ai suoi confratelli e che vi fece costruire una villa con annessa cappella ed alcune case. L’abitato si sviluppò attorno a questo nucleo originario e durante il dominio borbonico fu centro attivo dei moti rivoluzionari; nel XIX secolo si separò dal capoluogo di provincia diventando comune autonomo: da quel momento prese il nome di Villa dell’Abate, che poi è stato mutato nel toponimo attuale. I primi insediamenti umani conosciuti nella zona sono presso un’altura posta a sud-est dell’abitato, lungo le sponde del fiume Eleuterio – detta Cozzo della Cannita – e risalenti all’epoca fenicia (VII/II secolo a.C.). Come attestano i reperti rinvenuti in una grotta naturale, però, quest’area fu abitata fin dall’età preistorica e sembrerebbe aver ospitato, nell’VIII secolo a.C., una comunità. Di tali epoche restano oggetti in terracotta e monete, e soprattutto due casse sepolcrali, una di età arcaica, l’altra risalente alla metà del V secolo a.C. Questi due sarcofagi, portati alla luce nel XVII e XVIII secolo ed attualmente conservati presso il Museo Salinas di Palermo, secondo gli archeologi potrebbero appartenere alle sacerdotesse addette al tempio del dio Kronos, del cui culto sono emerse altre testimonianze nella zona. In epoca contemporanea il comune di Villabate è ricordato per aver partecipato ai moti risorgimentali di metà Ottocento.
Nel patrimonio monumentale della cittadina si distingue Palazzo Migliaccio, risalente al XVIII secolo ed edificato per volere dell’omonima famiglia, principi di Baucina e marchesi di Montemaggiore Belsito. L’edificio si sviluppa su tre piani ed ha il suo ingresso principale, un grande portale ligneo, su corso Vittorio Emanuele. Si tratta di un’antica torre a cui nel tempo vennero affiancati nuovi fabbricati: stalle, scuderie, depositi e la chiesetta intitolata a Sant’Antonio da Padova. Pregevole esempio di architettura sacra è la chiesa di Sant’Agata, realizzata in stile romanico negli ultimi anni dell’Ottocento: all’interno si trovano otto altari, uno centrale e sette laterali, e due pregiate statue, una lignea di San Giuseppe, patrono della città, ed una in cartapesta raffigurante l’Immacolata. L’edificio subì un crollo nel 1902 e venne riedificato; più tardi, negli anni Trenta, il catino absidale venne nuovamente decorato con stucchi e pitture: si ammirano un dipinto della Madonna di Pompei ed uno di Santa Lucia Vergine e Martire. Nel 1939, in seguito al terremoto che colpì Villabate furono realizzati altri interventi ed apportate modifiche all’edificio. Piazza della Regione è il principale luogo di aggregazione cittadina; gli abitanti di Villabate la chiamano comunemente la banchina. La piazza, pavimentata solo nel secondo dopoguerra, ospita dal 1922 un palchetto della musica, edificio a due piani progettato da Ernesto Basile oggi adibito ad area commerciale e con una terrazza coperta. Allontanandosi dal centro storico, sulla costa, nel tratto di pianura compreso tra Bagheria e la Conca d’Oro si incontra Villa Vitale. Il nucleo originario del palazzo è costituito da una torre difensiva che nel Seicento fu convertita ad uso abitativo. Attorno a questo corpo centrale, di cui oggi resta solo il muro esterno, sorsero altri edifici tra il XVIII ed il XIX secolo, fino a far assumere al complesso l’attuale aspetto di villa liberty: la corte esterna, gli appartamenti della servitù, le vasche ed il pozzo per l’approvvigionamento idrico ed, a breve distanza, i resti di una dependance che presenta caratteristiche tipiche di un luogo di culto. Si pensa pertanto che quest’ultima, pur essendo annessa alla residenza nobiliare, potesse accogliere i fedeli provenienti dai casolari vicini. Oggi l’intero complesso versa in cattivo stato di conservazione.
Nella prima metà del Novecento Villabate era un paese prevalentemente agricolo. La fisionomia del territorio mutò per molti aspetti nel secondo dopoguerra, quando gran parte dei terreni adibiti ad agrumeti furono utilizzati per costruire nuove case da destinare agli abitanti di Palermo, allora ancora da ricostruire dopo gli ingenti danni subiti durante i bombardamenti. Nonostante ciò l’agricoltura ed il commercio di frutta – soprattutto del mandarino – restano ancora oggi alla base dell’economia locale, insieme all’allevamento di bovini ed ovini.
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Teatri – Il Teatro delle Palme, è così chiamato per i grandi alberi secolari piantati al suo ingresso. Il teatro è stato costruito a metà Quattrocento, per volere della famiglia Fontana, su progetto dell’ingegner Pietro Villa, che fece demolire parte di una preesistente villa.
Sacro e Profano – Il patrono della città è San Giuseppe, che si festeggia il 19 marzo con una solenne processione. Il simulacro, una statua lignea scolpita da Bagnasco, sostenuta dalla Confraternita di San Giuseppe Lavoratore ed accompagnata dalla banda musicale, è condotto per le vie del centro preceduto da una grande asta, un bastone, di due metri rivestita di fiori e frutta e sorretta da un addetto che, secondo la tradizione, riveste un ruolo importante che si tramanda di padre in figlio. Il giorno seguente, quando si riporta la statua in chiesa, i villabatesi tentano di prendere un fiore od un frutto dal bastone: il fiore viene conservato e fatto essiccare fino all’anno successivo, mentre il frutto viene mangiato sul posto. In tale occasione si svolge anche la Sagra delle Sfinci di San Giuseppe, prodotto tipico della pasticceria locale. A Villabate si svolge anche un’importante Mostra Ornitologica Nazionale.
La gastronomia tradizionale villabatese ha tra le ricette più apprezzate il tortino di carciofi e sarde.
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Come arrivare
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