Identità Vallelunga Pratameno
Amministrazione
SINDACO
Giuseppe Montesano
In carica dal: 11/10/2021
Sito istituzionale
www.comune.vallelunga.cl.it
Vallelunga Pratameno, quando l’uva è un simbolo
Collina Tanarizzi, la Tomba di Vallelunga, (a Pirrera), sito scoperto casualmente nel 1915, durante uno scavo funerario; fu studiato dall’illustre archeologo Paolo Orsi. Si scoprì un magnifico complesso funerario rupestre (artificialmente ricavato dalla roccia) di epoca Siculo Eneolitica. Notevole anche il materiale rinvenuto, tra vasellame e prodotti di artigianato d’immenso valore, oggi conservato presso il museo Paolo Orsi di Siracusa, nella sala preistorica. In anni successivi, oltre al corredo funerario, furono rinvenuti reperti scheletrici, inizialmente confusi dagli abitanti del paese di Vallelunga con ossa di animali; il materiale fu inviato all’Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Archeologiche (sezione di Paleontologia Umana, Paletnologia, Etnologia) e studiato a lungo. Le analisi svolte sui reperti mostrarono come si trattasse di resti umani dei defunti sepolti nella Tomba Vallelunga e risalenti alla stessa epoca, forse sei persone, maschi e femmine, tutti adulti. Questi restituirono uno spaccato delle abitudini di vita dell’epoca, ne risultò che si nutrivano principalmente di caccia, ovvero carni rosse ricche di proteine, latte e derivati, (elevati apporti di zinco), facevano un discreto consumo di cereali e vegetali in genere. Nella loro nutrizione vi erano verosimilmente apporti ittici (pesci di piccola taglia consumati per intero). Risulta quindi, che il piccolo gruppo umano in questione, conducesse una vita operosa con una dieta ricca ed equilibrata. Oggi il sito è stato rivalorizzato. La Pirrera, nome col quale è conosciuta dagli abitanti del luogo la collina Tanarizzi, ospitava anticamente una cava di sabbia e argilla. Il costone roccioso domina il centro abitato e permette una visuale ad ampio raggio, dalle pianure sottostanti, fino al mare.
Toponomastica – L’antico nome ha derivazione franca, declinato in Vallislonge, modificato solo in epoca contemporanea e affiancato dal termine Pratameno, in onore di Don Giacinto Papè, principe di Valdina e duca di Pratameno.
Origini – La documentazione storica più antica, risale alla nascita del feudo di Vallislonge, nel 1100, in piena epoca normanna. Ruggero II D’Altavilla costituì la Contea di Cammarata, in favore di una sua parente di nome Lucia e vi aggregò il suddetto feudo. Vennero poi gli Svevi e fu la volta degli Angioini, il cui dominio finì con i moti del 1283, conosciuti come I Vespri Siciliani. Dalla successiva riorganizzazione ad opera dei nuovi regnanti, gli Aragonesi, il feudo fu assegnato alla famiglia Valguarnera, era il 1300. La corona spagnola con Federico III d’Aragona nel 1349, investì Giovanni Caltagirone della baronia di Vallislonge. Alla sua morte, il feudo fu rilevato dal cugino Puccio de Omodei, creditore della famiglia Caltagirone; ne aveva già ricevuto una settima parte in dote dalla moglie, appartenente agli stessi Caltagirone. La famiglia Omodei, per ben quattro generazioni, possedette il feudo fino all’avvento di Vincenzo I che sposò un’erede dei Notarbartolo di Polizzi, principi di Villanova; a seguito di ciò, il feudo confluì nella famiglia polizzana e vi rimase sino al 1621, anno in cui la principessa Ninfa Notarbartolo, figlia di Vincenzo II, sposò il nobile termitano Pietro Marino; ottenuta la licentia populandi, nel1633, il centro abitato iniziò a svilupparsi.
Vallelunga contemporanea – Il paese fu inglobato nella provincia di Caltanissetta nel 1819 e annesso, nel 1844, alla nuova diocesi costituita nel centro nisseno. Nel 1865, dopo l’annessione al Regno D’Italia, per distinguerlo da altri comuni omonimi presenti nella penisola, fu aggiunto l’appellativo Pratameno, in richiamo alla fondazione avvenuta ad opera di Don Giacinto Papè, principe di Valdina e duca di Pratameno.
Centro storico – Osservare la cittadina dall’alto delle colline che la circondano permette di ammirare la regolarità della struttura urbana, unica nel suo genere. Isolati urbani perfettamente allineati in una formazione a lisca di pesce, ed un’asse centrale. L’intero complesso urbanistico sembra quasi ruotare intorno al punto focale: la Chiesa Madre.
Architettura Religiosa
- Chiesa Madre Santa Maria di Loreto, eretta nel 1634, si presenta imponente, con due grandi torri campanarie poste sui lati della facciata neogotica, ha una splendida cupola di un brillante colore grigio-verde. Possiede una struttura a tre navate, a croce latina ed è finemente decorata con stucchi ottocenteschi; al suo interno, sull’altare maggiore, custodisce la preziosa statua d’ebano della Santa Vergine Maria di Loreto, Patrona del paese.
- Oratorio del Signore, eretto nel 1798 alla destra della Chiesa Madre, di essa rispecchia lo stile, con la bella facciata neogotica. La struttura ricorda una grande cappella gentilizia; l’interno ad unica navata, presenta un transetto ove è collocato l’altare maggiore, sovrastato dalla statua della Madonna del Rosario. A seguito di un complesso e ben riuscito intervento di restauro effettuato nel 1990, ha riacquistato l’antica bellezza ed è oggi, come ieri, luogo di culto molto frequentato dai fedeli del paese.
- Chiesa delle Anime Sante, in chiaro stile settecentesco siciliano, è stata fondata nel 1752 dal barone Giacinto Papé. Sorge in Piazza Vittorio Emanuele III.
Architettura Civile
- Scuola Elementare Francesco Paolo Perez, fu edificata nel 1886 ad opera dell’architetto Samuele La Duca e dedicata al Ministro dell’Istruzione dell’epoca, senatore Francesco Paolo Perez; ha rappresentato un’opera di edilizia scolastica tra le prime in Sicilia. Oggi è sede del museo ento-antropologico Prof. Salvatore Lo Re.
- Palazzo Valdina, si trova in Piazza Umberto I, di fronte alla Chiesa Madre, a corredo di un prospetto architettonico delizioso che si completa di una fontana centrale. Ad oggi ospita la fondazione Opera Pia Casa dei Fanciulli – Dottor Gugino.
- Palazzo Bonasera, edificato nel tardo ‘800, sorge in Piazza Vittorio Emanuele Orlando, ad oggi è frazionato in diverse proprietà.
Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:
Chiesa della Madonna del Rosario; Palazzo Gugino; Palazzo Audino; Palazzo Marino Papé; Fontana del Tritone.
Siti Archeologici
- Tomba di Vallelunga, una grotta risalente all’età del bronzo, adibita a complesso funerario rupestre, scoperta presso la collina Tanarizzi.
L’economia del paese è prevalentemente agricola, fra i prodotti principali ricordiamo mandorli, legumi, cereali, frutta, ortaggi; dai terreni, ricoperti da vigneti ed oliveti, si ricavano uva ed olio di ottima qualità. Sviluppato anche il settore dell’allevamento, soprattutto ovino e bovino. Il comune fa parte del Consorzio le Cinque Valli, che mira alla promozione del turismo puntando su ambiente, gastronomia ed archeologia e che comprende altri paesi del territorio nisseno, oltre ai produttori locali.
Evoluzione demografica – La città di Vallelunga Pratameno registrava, al tempo dell’annessione al Regno d’Italia (1861), un numero di abitanti pari a 5.036 unità. Cresciuto sensibilmente negli anni successivi, grazie anche alle politiche di sviluppo infrastrutturale del nuovo governo, il dato demografico ha fatto registrare nel 1921 un numero di abitanti pari a 6.146. Una crescita lenta ma progressiva, che non si è arrestata nemmeno nei decenni successivi, raggiungendo un picco nel 1951 con 7.289 abitanti. La massiccia emigrazione degli anni della ricostruzione ha tuttavia invertito la tendenza e già nel 1971 si contavano 4.937 abitanti; oggi Vallelunga registra 3.461 residenti.
Etnie e minoranze – A Vallelunga Pratameno è presente una comunità straniera numericamente poco rilevante con 40 unità, perlopiù romeni e marocchini.
Musei – A Vallelunga Pratameno sono presenti: il Museo del Latifondo Siciliano; il Museo Etnografico della civiltà contadina, dedicato a Salvatore Lo Re.
Biblioteche – La biblioteca comunale di Vallelunga Pratameno si trova in via Trento e Trieste, al primo piano del centro Emanuele Insinna. Custodisce un patrimonio librario di circa 14.000 volumi accumulati nei suoi trentotto anni di attività, patrimonio incrementato dalla continua acquisizione di nuove pubblicazioni.
Sacro e Profano – Festa di Santa Maria di Loreto, si svolge ogni anno la quarta domenica di settembre; tutto ha inizio con un triduo di preparazione che culmina nei festeggiamenti della domenica. Il giovedì si assiste a riti e momenti di preghiera, ma anche a spettacoli musicali, fiere del dolce e, alla vigilia della festa, il sabato, si svolge la Sagra dell’Uva. La solenne Messa apre la giornata di celebrazione, seguita dalla processione diurna, alle 11, per le vie del paese. Nel pomeriggio la festa prosegue con spettacoli musicali e folkloristici; alle 18 la solenne messa della sera e la processione di chiusura. L’entrata in chiesa del simulacro, alla sera, conclude la festa tra musica, spettacolo pirotecnico e tripudio dei fedeli.
La cucina tipica di Vallelunga Pratameno è improntata sulla sua grande tradizione agricola, con una ricerca dei sapori antichi ed autentici. Tra i piatti tradizionali si annoverano il pane di San Giuseppe, le fritture di finocchi, di cardi e di broccoli in pastella, le polpette impastate con carne e formaggio; le pignolate, i cuddureddi. Nei dolci però si esprime al meglio l’arte culinaria tradizionale; sono perciò i Buccellati (vucciddati o ‘ucciddati) dolce preparato festosamente in tutte le case vallelunghesi, nel periodo natalizio, a stuzzicare la golosità; si tratta di dolcetti di pastafrolla ripieni di un impasto a base di mandorle (con aggiunta di gocce di cioccolato, cannella e, in alcuni casi, frutta candita a pezzetti) o di fichi (con aggiunta di cannella) e ricoperti da una glassa di zucchero (‘a marmurata), con delle codette dolci colorate (u ciminu) e un sottile strato di zucchero a velo. Sfingi fritti, impastate con farina, burro, uova e bicarbonato; si tratta di un tipico dolce gustosissimo. Bianco Mangiare, antica ricetta medievale, di origine araba; si presenta come un candido budino, preparato con latte, limone e cannella. Le Guastelle, sono frittelle impastate con farina, uova e latte, fritte e zuccherate.
Come arrivare
Vallelunga dista 85 km da Palermo ed è raggiungibile tramite la SS 189, direzione Agrigento, al bivio Mangano, svolta in direzione Roccapalumba-Alia-Valledolmo lungo la SS 121. L’aeroporto più vicino è quello di Palermo Punta Raisi. Vallelunga è dotata di un proprio scalo ferroviario sulla tratta Palermo-Catania. Allo scalo, distante 1,5 Km dal centro abitato, è presente un servizio navetta mediante pullman.
Mobilità urbana – Non è presente un servizio autobus di mobilità urbana ma, data la struttura pianeggiante e la ridotta estensione territoriale, Vallelunga può essere facilmente percorsa a piedi nella sua interezza.