Identità Valledolmo
Amministrazione
SINDACO
Angelo Conti
In carica dal: 11/06/2017
Deleghe:
risorse umane – polizia municipale – lavori pubblici – bilancio
Sito istituzionale
www.comune.valledolmo.pa.it
Vallone Maria Piera
Deleghe:
Vicesindaco, Pubblica istruzione, Turismo, Cultura,e Valorizzazione Beni Culturali, Politiche giovanili, Minori, Comunicazione, Servizi Sociali e socio sanitari, rapporti con il volontariato
Giorgio Nobile
Deleghe:
Agricoltura – ambiente – servizi a rete – politiche energetiche – urbanistica – trasparenza e servizi a rete – politiche energetiche – urbanistica – trasparenza e servizi dell’informazione – edilizia popolare e sovvenzionata – tributi
Runfola Carmelo
Deleghe:
Artigianato, agricoltura, Imprese e Commercio, Sport, Spettacolo e Tempo libero, Politiche del lavoro, decoro urbano, verde pubblico, decoro urbano, viabilità – patrimonio – protezione civile
Valledolmo, un Paese riunito attorno ad un olmo
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Il toponimo deriva dal grande olmo che si trovava nel primo nucleo abitato, vicino alla chiesa delle Anime Sante. In passato veniva chiamato anche Castel Normanno. Con il passare del tempo, tutta la vallata di cui era proprietaria la famiglia Sclafani prese il nome di Valle d’Olmo. Sotto la proprietà del cavaliere Antonio Cicala furono costruite le prime case, un forno pubblico, un mulino, una chiesa ed una campana di bronzo (tuttora in uso) con il suo nome scolpito. Come fondatore del paese, però, passò alla storia il nipote, il conte Giuseppe Cutelli, che ottenne la licenza di popolare il feudo nel 1650.
Valledolmo vanta un ricco patrimonio artistico e monumentale. Nella piazza centrale è posto il monumento bronzeo dedicato ai caduti, inaugurato nel 1927. La chiesa delle Anime Sante, in stile corinzio-romano, voluta dal barone Don Antonio Cicala nel 1645 e restaurata nel 1865, è un prolungamento dall’antica fattoria feudale. Al suo interno sono custoditi i mausolei della duchessa di Catalogna Anna Summaniata e del conte Antonio Cutelli. È invece aperta solo due volte l’anno (Venerdì Santo e 3 maggio) la chiesa del Calvario, dove i pellegrini celebrano la Festa della Santa Croce offrendo ex voto di pane dalle forme insolite (piedi, braccia, mani). La chiesa madre, in stile romanico barocco, è invece dedicata alla Immacolata Concezione. Edificata nel 1743, racchiude un quadro della Vergine ed una statua lignea del patrono Sant’Antonio da Padova.
Nel corso dei secoli, grazie alla fertilità del suolo, l’economia locale si è concentrata soprattutto nella produzione agricola. Si coltiva grano ed una qualità particolare di pomodoro per salsa e pelati: il pomodoro siccagno. È significativa anche la tradizione vinicola: le contrade Castellucci-Miano e Regaleali appartengono alla contea di Sclafani, zona DOC. Infine, è abbastanza sviluppato il commercio di carni suine.
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Sacro e Profano – Il Patrono viene festeggiato il 18 agosto con riti religiosi e spettacoli. Non mancano le feste culinarie come la Sagra della Spiga, del Pomodoro, dell’Uva e dei Formaggi. A Pasqua viene riproposto ogni anno il rito dell’Incontro: a mezzogiorno le statue dell’Addolorata e del Cristo Risorto vengono portate in spalla, correndo l’una verso l’altra, al terzo squillo di tromba. Quando sono vicine si fa cadere il velo nero all’Addolorata che tende le braccia verso Cristo. Dal 1987, con cadenza annuale, si organizza un Concorso di pittura estemporanea ed un Concorso fotografico. Entrambi sono stati istituzionalizzati dal 1992 con delibera comunale.
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Come arrivare
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