Identità Tripi
Amministrazione
SINDACO
Michele Lemmo
In carica dal: 11/06/2018
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.tripi.me.it
Antonino Tomasino
Deleghe:
Vice Sindaco – Agricoltura – Commercio, Artigianato e Attività Produttive – Edilizia Privata e Urbanistica
Dario Monforte
Deleghe:
Sport – Ambiente e Territorio – Decoro Urbano – Turismo e Beni Culturali
Carmela Merlino
Deleghe:
Servizi Sociali – Spettacolo – Associazioni – Istruzione – Problemi della Gioventù
Tripi, l’antica Abacena
La riserva del bosco di Malabotta ha una superficie complessiva di 3.222 ettari di cui circa la metà classificata Riserva Integrale dalla Regione Sicilia nel 1997. È situata nella zona di transizione tra i monti Peloritani ed i monti Nebrodi; interessa i comuni di Malvagna, Francavilla di Sicilia, Mojo Alcantara, Montalbano Elicona, Roccella Valdemone e Tripi.
Tindari fu fondata da Dioniso I utilizzando gran parte del territorio che apparteneva ad Abacaenum. I resti dell’antica città di Tindari si fondono al patrimonio naturale in uno scenario unico. Da visitare il teatro greco ed il ginnasio. A sud-ovest dell’agorà, su un’altura, sorgeva l’acropoli sacra con i suoi principali edifici di culto. In un’ampia zona, su una terrazza delimitata da maestose mura sorgevano le necropoli, delle quali si conservano tuttora alcuni monumenti funerari di interesse artistico.
In età greca gran parte del territorio venne confiscato dal tiranno di Siracusa Dioniso I, che lo utilizzò per fondare l’odierna Tindari. Prime notizie del nucleo originario dell’attuale comune risalgono al XIV secolo, quando Tripi divenne feudo di Ruggero di Lauria. Alcuni scavi archeologici hanno dimostrato che prima di Tripi in questi luoghi sorgeva la città greca di Abacaenum: essa si estendeva tra la frazione Casale ed il torrente Tallarita; la sua acropoli era situata nei pressi del monte oggi dominato dai ruderi del castello medievale, risalenti al XV secolo. Del fortilizio oggi rimangono tracce della vecchia cinta muraria; la costruzione ha un impianto irregolare ed una stretta terrazza da cui si può ammirare il panorama della costa tirrenica.
Molti gli edifici religiosi presenti in paese: tra questi si distinguono la chiesa madre, dedicata al Santo protettore San Vincenzo Martire di Spagna, ma anche la chiesa della Santissima Trinità, risalente al 1500-1600; la chiesa del Santo Rosario, in cui è custodita la statua della Madonna del Carmelo; la chiesa di San Biagio, del Seicento, dichiarata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali bene monumentale; la secentesca chiesa dell’Annunziata, con annessa la necropoli.
L’economia locale è trainata dall’agricoltura con coltivazioni di ulivi, noccioli, ortaggi, vigneti, alberi da frutto e fichi d’India e dall’allevamento di bovini, caprini, ovini e suini, destinati sia alla produzione della carne che a quella dei formaggi. Per l’interesse storico ed artistico dei siti archeologici e lo straordinario patrimonio naturale del Parco dei Nebrodi la zona sta progressivamente diventando una meta turistica molto apprezzata.
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Musei – Museo Archeologico “Santi Furnari”
Sacro e Profano – Il patrono San Vincenzo Martire di Spagna si festeggia la prima domenica di settembre con una processione che dura l’intera giornata.
Prodotti tipici del paese sono infatti la ricotta, il pecorino, la tuma e la provola. La tradizione dolciaria sforna invece le cuddure, tipici biscotti di varie forme.
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Come arrivare
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