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Sciacca, abbondanza di risorse dalla Terra al Mare

La Riserva Naturale Integrale di Monte S. Calogero tutela un complesso ipogeico costituito da cinque grotte tra cui le famose “Stufe di S. Calogero” all’interno delle quali fuoriescono flussi vaporosi terapeutici. Il nome della Riserva deriva dalla leggenda secondo la quale in una delle grotte del Monte Kronio abbia trovato ritiro S. Calogero. Le grotte furono abitate già in epoca e frequentate fin dall’età greca. A piedi del Monte Kronio-S. Calogero si trova il Castello Incantato, un uliveto in cui si trovano centinaia di suggestive teste scolpite sulla roccia o su tronchi d’olivo da un singolare artista-contadino, Filippo Bentivegna.

Durante la dominazione greca il borgo era conosciuto con il nome di Thermae Selinuntinae, mentre durante la conquista romana assunse il toponimo di Aquae Labodes, usato sotto Diocleziano; entrambi si riferiscono alle eccezionali proprietà delle sue acque termali. Tracce dei primi insediamenti sono stati scoperti nei pressi del Monte San Calogero, l’antico Kronio. Nelle opere di molti autori classici come Plutarco, Diodoro Siculo, Cicerone, Plinio e Strabone, ma anche dello storico arabo Idrisi, la città viene menzionata per le sue bellezze naturali, artistiche e per l’abbondanza di acque salsobromoiodiche. Nel Libro Rosso conservato nella biblioteca comunale si può carpire quanto fosse diffusa presso gli abitanti la consuetudine dell’uso delle acque termali. Con la conquista araba dell’isola la città fu eletta capitale della iqlim (provincia), ma con l’arrivo dei Normanni Sciacca divenne una contea degli Altavilla. Nel 1302 Federico Incisa guidò eroicamente gli abitanti di Sciacca in battaglia contro l’esercito angioino di Carlo di Valois, dimostrando un’ottima attitudine guerresca. Dopo alterne vicende, alla metà del XV secolo in città scoppiò una feroce lotta di potere, quando le fazioni capeggiate dai siciliani Luna e dagli spagnoli Perollo intrapresero una faida che si concluse soltanto nel 1529. Il Seicento passò assorbito dalla politica spagnola; nel secolo successivo gli abitanti si schierarono in battaglia al fianco dalle truppe austriache. La dominazione sabauda scivolò, come quella borbonica. Notevoli invece le vicende risorgimentali, stimolate dalle gesta del frate domenicano Saverio Friscia e dal rivoluzionario ed omonimo cugino che, di ritorno dall’esilio parigino, fu l’artefice della proposta d’indipendenza siciliana presso Garibaldi, il cui primo progetto di sbarco in Sicilia era proprio a Sciacca. Da ricordare un celebre incidente diplomatico che si verificò nel 1831: a venticinque miglia dalla costa emerse dal nulla un’isola vulcanica. Contesa dagli inglesi con il nome di Julia e voluta dalla marina borbonica come Ferdinandea, fu ambita anche dai francesi che undici mesi dopo, senza ancora avergli dato un nome, la videro scomparire davanti agli occhi. Attualmente l’isola giace a soli otto metri sotto la superficie del mare.

Nel patrimonio monumentale di Sciacca si distingue il duomo, ricostruito nel 1656 e dedicato a Santa Maria Assunta, che all’interno conserva l’originario impianto normanno. Storia ed arte si intrecciano anche nelle architetture sacre di Sciacca come l’imponente chiesa di Santa Maria dell’Itria, edificata per volontà di Guglielmo Peralta; la chiesa di Santa Margherita risale invece alla metà del Trecento. Il complesso di Santa Maria delle Giummare e la chiesa di San Michele risalgono al Cinquecento, mentre piazza Scandagliato si apre a terrazza verso il porto ed il mare, con il collegio e la chiesa di San Domenico. Nei dintorni si trovano il Castello Incantato ed il Monte San Calogero e le cosiddette “stufe”, ovvero grotte naturali che emanano vapori a 40°.

Architettura Civile − Il Castello Nuovo di Sciacca è conosciuto anche come Castello dei conti Luna perché dopo essere stato eretto nel 1380 da Guglielmo Peralta, conte di Caltabellotta, passò al marito della figlia Margherita, il conte Arturo di Luna. Il complesso è a pianta poligonale e originariamente era composto da due piani: il piano terra per la servitù e il piano superiore per l’alloggio del conte e dei suoi familiari. Oggi l’edificio si compone di quattro parti: la cinta muraria, la torre grande, la torre cilindrica e il Palazzo del Conte. Ancora da segnalare a Sciacca il Castello Vecchio (o dei Perollo) e la Torre di San Michele.

L’economia locale si basa sulla pesca e sullo sfruttamento delle risorse agricole. L’industria ittico-conserviera primeggia infatti a livello mondiale per il fatturato del pesce azzurro, conservato e lavorato artigianalmente, che offre un prodotto di elevata qualità. Il settore turistico si concentra invece sulla valorizzazione delle acque termali sulfuree, indicate per la cura di numerosi disturbi; un’attrazione che richiama i turisti in cerca di una vacanza all’insegna del relax e del benessere. Narra la leggenda che fu Dedalo, scultore e padre di Icaro, ad aver scavato le terme tra le rocce del Monte Kronio. Alle sue pendici Filippo Bentivegna, negli anni Sessanta, scolpì nella pietra calcarea un giardino incantato popolato dai ritratti di re, regine, papi, baroni, personaggi della storia e della fantasia, oggi immersi in un mondo nascosto fra ulivi e fichi d’India. Contribuisce infine alla crescita del reddito comunale anche l’artigianato, specializzato nell’arte della maiolica, del vasellame da tavola, di statuette, ceramiche d’arredamento e pavimenti, tutte opere che vantano il marchio DOC.

in aggiornamento

Musei − Numerosi sono i musei presenti nel territorio del comune di Sciacca: Antiquarium di Monte Kronio; Museo del Carnevale di Sciacca; Museo del Mare; Museo del Giocattolo; Casa del Sapone e Collezione Veneroso.

Biblioteche – Biblioteca comunale Mons. Aurelio Cassar e Biblioteca dell’Apicoltore.

Sacro e Profano – Tradizionale è la Sagra del Mare, in estate, quando la statua di San Pietro viene portata in processione tra i flutti. Il Santo patrono infine si festeggia a febbraio con la Festa della Madonna del Soccorso. Importanti sono anche le feste dell’Ascensione e di Pasqua. Famoso e di lunghissima tradizione il Carnevale.

Tra i prodotti tipici della gastronomia locale spicca l’olio eccellente nelle varietà Cerasuola, Biancolilla e Nocellara. Il vino locale, di antichissime origini, è stato esportato in tutto il mondo; oltre ai vitigni tradizionali, altre varietà come chardonnay, grecanico, pinot e merlot concorrono al miglioramento della qualità che da tempo chiede il riconoscimento DOC.

in aggiornamento

Come arrivare

In auto da Palermo percorrere Autostrada A29 Palermo -Mazara, uscita Castelvetrano, immettersi nella S.S. 115 direzione Agrigento, svincolo per Sciacca. Da Agrigento percorrere S.S. 115 Agrigento direzione Trapani; da Catania imboccare Autostrada Catania direzione Palermo, svincolo Caltanissetta proseguire per Agrigento e Sciacca. In Treno, è raggiungibile attraverso le stazioni di Palermo e Agrigento, proseguendo poi con i servizi offerti dalle autolinee. Gli aeroporti più vicino sono quelli di Palermo Falcone- Borsellino e il Birgi di Trapani.

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